By: Moderatore on Venerdì 03 Ottobre 2003 12:59
Anche ^cto#^ tra le sorvegliate e borsa ne limita gli scambi.
Sono 15 le società quotate nella lista nera di Consob
C’è chi li definisce investimenti ad alto rischio e chi, invece, in attesa di conoscere il loro destino, li relega in un apposito segmento dei sorvegliati speciali. Fatto sta che Consob ha deciso di dedicare una particolare attenzione investigativa a quelle società che non hanno avuto la certificazione da parte dei revisori. Così, secondo l’art. 114 del Testo della finanza, Consob è ufficialmente investita del potere di chiedere a ognuna di queste società, attualmente salite a 15, l’obbligo di trasmettere al mercato un’informativa speciale.
Nella lista nera ci sono: Arquati, Cardnet, Chl (l’unica che per il 2002 ha avuto la certificazione in un secondo tempo), Cirio finanziaria, Finpart, Gandalf, Giacomelli, Necchi, Olcese, Opengate, Snai, Lazio, Stayer e Tecnodiffusione. Da una settimana ha fatto il suo ingresso anche Cto.
La società presieduta da Marco Madrigali, tra un ricorso e l’altro si trova ora costretta a una ricapitalizzazione obbligata in alternativa alla messa in liquidazione. La decisione è rimandata al 31 ottobre, data in cui si riunirà l’assemblea per decidere se il piano di rilancio proposto dall’imprenditore pone le condizioni per assicurare la continuità aziendale.
Secondo gli ultimi interventi del manager bolognese i presupposti ci sarebbero tutti. Dal bilancio del gruppo si legge che «il nuovo piano industriale che il consiglio si prepara a presentare al sistema finanziario prevede la continuazione delle attività distributive di videogames e di accessori nel corso dell’esercizio 2003/04, il cui fatturato potrà raggiungere i 22 milioni di euro e i 30 milioni nel 2004/05». E già in questo caso è necessaria una puntualizzazione visto che la società, non solo è rimasta senza nessun publisher (ossia chi fornisce i giochi), ma ha addirittura perso tutta la forza vendite. Dopo la risoluzione del contratto con il colosso Electronic arts, con cui continua la battaglia legale a furia di querele incrociate, Cto ha perso Lucas arts, Lsp e, per finire, Wanadoo, la cui distribuzione in Italia è passata invece sotto la gestione di Microïds. Per quanto riguarda la forza vendite, secondo quanto risulta a MF, il direttore Paolo Chisari, dal 1° ottobre, ha assunto ufficialmente il ruolo di general manager in Activision, mentre gli agenti sono stati smistati nelle altre società di distribuzione. In tema di dimissioni ci sono da menzionare anche quelle dei due membri del consiglio, avvenute nell’assemblea del 30 settembre, che hanno provocato, secondo le norme dello statuto, l’azzeramento del cda stesso. Motivo? «Contrasti sia sulla gestione sia sugli aspetti di bilancio approvati in occasione dell’assemblea stessa», si legge dal comunicato.
E se Consob ha imposto una gestione più severa dell’informazione, Borsa italiana ha invece deciso, dal 1° settembre scorso, di limitare le negoziazioni delle azioni Cto al Nuovo mercato in un’unica fase d’asta, in seguito alla «necessità di pervenire alla determinazione di un prezzo di equilibrio che sia espressione dell’esplicita volontà negoziale degli investitori». E a quanto pare la volontà degli investitori è propensa al rischio visto che il titolo, nonostante tutto, ieri ha terminato le contrattazioni con un rialzo dell’8,9% a 1,1 euro (-60% da inizio anno) con volumi in linea alla media mensile. Un azzardo anche con i numeri alla mano, visto che a livello di capogruppo la perdita nel trimestre è stata di 2,767 milioni di euro e rende il patrimonio netto negativo per 1,668 milioni, ponendo l’esigenza legale di una ricostituzione. A sua volta la società di revisione Deloitte&Touche non ha certificato il bilancio al 31 marzo scorso.
Ora, se il 31 ottobre Madrigali vuole proseguire nel suo progetto dovrà innanzitutto convincere le banche che vantano crediti per più di 29 milioni di euro trovare nuovi partner disposti a partecipare con lui alla ricapitalizzazione da 15 milioni di euro e convincere il consiglio e il mercato delle potenzialità del nuovo business della distribuzione delle carte prepagate, per ora giudicato «inattuabile» da molti.
Borse & Borsini del 03-10-2003