By: italy87 on Venerdì 28 Settembre 2007 01:38
questa è la risposta.....
1 - Il mutuo NON viene trasformato in una obbligazione.
Funziona in un altro modo: supponiamo che lei sia il cliente a cui la banca ha \"fatto\" (cioé erogato) il mutuo. La banca in sostanza le ha dato dei soldi (un bel po' di soldi) che lei rimborserà un po' ogni mese (o trimestre, o semestre) per tutti gli anni della durata del mutuo.
Ma la banca, dove prende i soldi che le ha dato per il suo mutuo? Li prende raccogliendo il denaro dai risparmiatori e, se questo non le basta, emettendo (cioé vendendo) le proprie obbligazioni.
In sostanza, la banca emette dei titoli di debito (obbligazioni, detto in Inglese \"bond\") che vende ai suoi clienti (altre banche, imprese, risparmiatori) con cui incassa dei soldi. A fronte dei soldi incassati si impegna:
a - a restituirle la somma investita alla scadenza del bond;
b - a pagare sulla somma investita nei bond degli interessi (fissi, variabili o di altro tipo).
Quindi la banca finanzia i mutui (anche) con le proprie obbligazioni.
2 - Cosa sono le \"cartolarizzazioni\"? La banca può scegliere di finanziarsi (e accollarsi i relativi rischi) per offrire i mutui in proprio oppure di finanziarsi all'esterno (e trasferire ad altri i rischi dei mutui stessi). Come funziona la cosa?
I mutui, come abbiamo visto, comportano un esborso in una unica soluzione (tutto in una volta) da parte della banca di tutta la somma erogata al cliente. La banca quindi si espone a un rischio (che il cliente non paghi le rate del mutuo, ma anche a rischi di altro tipo, come vedremo in seguito), rischio che assicura con la ipoteca sulla casa o sull'immobile mutuato dal cliente.
Ma la banca può fare di più, per finanziarsi. Ad esempio, può prendere un certo insieme di contratti di mutuo, diciamo 100, ciascuno da 100mila euro, per una somma che vale 10 milioni di euro. A fronte di questi contratti di mutuo può emettere obbligazioni, del valore di 10 milioni di euro, i cui pagamenti periodici degli interessi e il cui rimborso finale delle somme saranno GARANTITI dai pagamenti periodici delle rate dei mutui. In questo modo la banca ottiene PRIMA della scadenza dei 100 contratti di mutuo la somma che ha già versato ai clienti, somma però decurtata degli interessi che paga sulla obbligazione.
Questa procedura si chiama \"cartolarizzazione\", una parola che significa \"trasformazione in cartelle\" (cioé le obbligazioni) di qualcos'altro (nel caso in esempio, dei mutui).
3 - Alla domanda \"Quando l'americano finisce di pagare il mutuo io dovrei aver portato a casa tutti i miei soldi? O no?\" rispondo: quando lo statunitense (io preferisco distinguere tra americani come abitanti del continente America e statunitensi, come cittadini degli Usa) finisce di pagare il suo mutuo, se lei ha acquistato un'obbligazione costruita sulla cartolarizzazione di quel mutuo, la banca avrà \"avrà portato a casa i suoi soldi\" e quindi, in sostanza sì, anche lei \"avrà portato a casa i suoi soldi\".
MA ci sono altri strumenti con cui lei potrà aver portato a casa i suoi soldi: se lo statunitense NON paga il mutuo (in tutto o in parte), la banca è COMUNQUE tenuta a rimborsare COMPLETAMENTE l'obbligazione alla scadenza e a pagare COMUNQUE tutte le cedole periodiche di interessi.
Quindi da quel versante lei può stare tranquillo. MA ci sono altri due \"ma\":
I - Se lei ha sottoscritto una obbligazione costruita su una cartolarizzazione di mutui, il prezzo dell'obbligazione sarà comunque legato all'andamento dei pagamenti delle rate dei mutui sottostanti (e quindi anche agli eventuali pignoramenti se le rate non vengono pagate). Per cui, se qualcuno non paga le rate dei mutui, poiché l'obbligazione è legata a quei mutui, il valore dell'obbligazione ne sarà colpito e quindi il suo prezzo di mercato calerà. Se lei rivende l'obbligazione prima della scadenza, rischia di subire una perdita secca data dalla differenza tra il prezzo a cui l'ha acquistata e quello a cui la rivende;
II - Se lei invece decide di tenere l'obbligazione fino alla scadenza, si espone a un altro rischio. Se i mutui cartolarizzati che sottostanno all'obbligazione continuano a deteriorarsi in termini di qualità di credito (cioé aumentano sempre più quelli che non pagano le rate dei mutui e quindi i pignoramenti connessi), la banca che ha erogato quei mutui dovrà vendere le case pignorate ai clienti che non pagano le rate dei mutui. Di solito le banche, se erogano un mutuo del valore di 100mila euro, chiedono in garanzia come ipoteca sull'immobile molto più che 100mila euro. Quindi, di solito, si può stare tranquilli del fatto che se la banca è costretta a pignorare la casa per recuperare i soldi prestati al cliente con il mutuo tornerà in possesso di una cifra superiore, o almeno della stessa cifra prestata. MA se il mercato immobiliare cala, cioé se i prezzi delle case crollano, c'è il rischio che la banca alla fine del pignoramento quando rivende quella casa non riesca a rientrare di tutti i soldi prestati con il mutuo. A quel punto la banca finisce \"in rosso\" perché ha una perdita secca data dalla differenza tra i soldi prestati con il mutuo e i soldi rientrati con il pignoramento della casa mutuata e la sua vendita.
Se queste perdite si accumulano, c'è il rischio che la banca faccia default (altra parola inglese), cioé non sia più in grado di rimborsare le obbligazioni vendute ai clienti (quello, ad esempio, che è successo alla Parmalat). In questo caso, se nonostante il calo di valore delle obbligazioni costruite su mutui cartolarizzati, lei continua a tenere questi bond fino alla scadenza, corre il rischio di perdere i suoi soldi perché la banca, finita in default, non è più in grado di restituirglieli.
4 - Questo che ho appena descritto è il meccanismo che ha scatenato la \"bank run\", cioé la corsa a ritirare i propri soldi dalla banca britannica Northern Rock. I clienti della banca, senza informazioni adeguate, sono stati colti dal panico pensando - a torto o a ragione per ora non si sa, vedremo tra qualche tempo - che la Northern Rock fosse così esposta all'andamento dei mutui subprime statunitensi (non direttamente, perché la Northern Rock non vende mutui negli Usa, ma indirettamente, perché potrebbe aver acquistato grandi quantità di titoli obbligazionari emessi sulle cartolarizzazioni di quei mutui), che hanno deciso di correre a ritirare i propri risparmi depositati nella banca prima che questa finisse all'aria.
Ora, bisogna sapere che nessuna banca ha in cassa tutti i soldi che i clienti le versano. Il perché è semplice: la banca prende quei soldi e li presta (ad esempio attraverso i mutui, ma non solo) ad altri clienti. La funzione della banca è infatti quella di fare da intermediario tra chi ha un \"eccesso di liquidità\" che intende investire (l'offerta di risparmio) e chi ha un \"bisogno di finanziamento\" che intende coprire (la domanda di risparmio).
Nella realtà le banche hanno in cassa come liquidi o investiti in altri strumenti finanziari solvibili e \"a breve\" (cioé che possono \"liquidare\" in breve termine ricevendone denaro contante) solo una percentuale piuttosto contenuta (di solito più o meno il 10%) dei soldi ricevuti dai clienti.
Gli altri soldi ricevuti dai clienti sono impiegati in attività non liquide, che cioé non possono essere vendute a breve per ricavarne denaro contante (ad esempio sono stati utilizzati per finanziare a medio e lungo termine imprese). Per cui non sono disponibili nell'immediato.
Quindi, se si sparge il panico e tutti corrono a chiedere indietro i propri soldi, la banca rischia di \"saltare\". Il motivo è che, a fronte di risparmi incassati diciamo per 100 miliardi di euro, può ritornare subito ai clienti solo il 10% della somma, cioé 10 miliardi. Gli altri 90 miliardi la banca li potrà restituire solo a scadenza, ma non subito.
C'è poi un altro problema. Poiché le banche si prestano denaro reciprocamente, se una banca \"salta\" e ha in cassa soldi di altre banche, espone le altre banche creditrici al rischio di non ricevere più indietro i prestiti che le hanno concesso, e quindi di subire perdite che, se sono ingenti, possono condurre anche queste banche al dissesto.
Ecco perché da quando è iniziata la crisi dei mutui subprime le Banche centrali (cioé quelle istituzioni nazionali che stampano la moneta e che funzionano da \"garanti di ultima istanza\" del sistema finanziario) hanno dovuto \"immettere liquidità nel sistema\": siccome le banche, in preda ai timori che in giro ci fosse qualche banca troppo esposta ai rischi dei mutui subprime e quindi essa stessa a rischio, non si prestavano più denaro tra di loro, oppure lo facevano solo a tassi di interesse molto alti, era necessario che a prestare soldi alle banche fossero proprio le banche centrali. Altrimenti al primo segno di instabilità di qualche grossa banca molto esposta (cioé debitrice) verso altre banche, tra le banche stesse si sarebbe verificata una sorta di \"corsa allo sportello\" come quella che è successa tra i risparmiatori della Northern Rock.
Se ciò fosse avvenuto, le banche creditrici avrebbero svenduto i propri crediti nei confronti delle banche presunte \"a rischio\": questa svendita, pur di liquidare in fretta e riportare quanto più denaro possibile in cassa, avrebbe fatto crollare le quotazioni dei titoli delle banche presunte esposte. Se questo meccanismo fosse continuato e si fosse scatenato \"l'effetto domino\" (quello in cui una tessera del mosaico cade e fa cadere una dopo l'altra tutte quante) il sistema finanziario sarebbe andato a gambe all'aria.