Natuzzi ne esce bene - gz
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By: GZ on Lunedì 03 Maggio 2004 19:45
Articolo interessante sul corriere economia sul sito che riproduce le raccomandazioni di Buffett e altri guru di borsa che seguono l'approccio economico-fondamentale e comprando società se pensano che valgano di più del loro prezzo di borsa...
Natuzzi ne esce bene
-------------------------^Maria Teresa Cometto www.validea.com #http://www.corriere.it/edicola/economia.jsp?path=TUTTI_GLI_ARTICOLI&doc=COMET^
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BORSA Parla John Reese, fondatore di Validea, il sito che usando i criteri seguiti dai fuoriclasse confeziona giardinetti di titoli
«Così rubo i segreti dei maghi»
Il superportafoglio dei guru avrebbe domato l’Orso: »34% nel 1999-2001. A un anno il migliore è Graham: »67%
Ha provato in prima persona a investire il patrimonio ricavato dalla vendita della sua azienda nel 1996 seguendo i consigli dei grandi guru di Borsa, da Benjamin Graham a Peter Lynch e Warren Buffett. E i risultati degli esperimenti di John Reese - ex programmatore di computer - sono stati così brillanti che ora vende il suo know how via Internet. Reese è il presidente-fondatore di www.validea.com , il sito con le ricette dei padri e dei maghi di Wall Street: chi sottoscrive il servizio di consulenza (30 dollari al mese) ha accesso a una serie di portafogli-modello e ad una hotlist . Cioè ad un elenco di dieci titoli che passano l'esame di tutti i guru «catturati» dal sito. Da quando i portafogli sono stati pubblicati, nel luglio 2003, la migliore performance, »67,5%, appartiene ai dieci titoli selezionati secondo i criteri di Graham, il capostipite degli investitori value . Quelli che, secondo una felice definizione del suo discepolo Buffett, «riescono a comprare banconote da un dollaro pagandole meno di un dollaro». Dai suoi uffici a West Hartford, Connecticut, Reese spiega allora come i portafogli di Validea possono adattarsi a diversi tipi di risparmiatori.
Qual è il modello che funziona meglio?
«Ci sono diversi stili di investimento che hanno successo: il segreto è restare fedeli a quello che si è scelto, se ha buone basi teoriche e positivi risultati pratici. E soprattutto non abbandonarlo nei momenti difficili».
Il suo stile preferito?
«Per i miei investimenti seguo, oltre alla lista dei titoli promossi da tutti i guru, i principi di Graham: trovare aziende che sono quotate a un prezzo molto inferiore al loro valore intrinseco, ma che siano abbastanza grandi e abbiano una stabilità finanziaria tale da permettere la loro ripresa. Devono essere società che fanno comunque profitti, con prospettive di crescita e senza debiti schiaccianti».
Come fate tutte queste verifiche? I gestori che operano selezionando i singoli titoli spesso visitano le aziende e parlano con i manager. E voi?
«Il nostro processo è completamente automatico. Ho elaborato un programma che passa al setaccio tutte le azioni quotate sulla Borsa americana secondo i criteri dei diversi guru e stili di investimento. In questo modo i portafogli non sono influenzati da mode o umori del mercato. Per esempio, applicando i nostri modelli, anche negli anni 1999-2001, nessuna dot.com sarebbe mai stata selezionata, perché tutti i nostri profeti esigono la presenza di profitti nei bilanci aziendali».
Con quali risultati?
«In quel triennio nero la "lista calda" di Validea avrebbe avuto un rendimento del 34% contro una perdita del 7% dell'indice S&P500 della Borsa americana».
Come si sceglie il proprio guru di riferimento?
«Un portafoglio alla Buffett, il presidente della holding Berkshire Hathaway, va bene per chi guarda a un orizzonte veramente lungo, almeno dieci anni, e non vuole prendere decisioni ogni mese. Una filosofia alla Lynch, ex gestore del mitico fondo Magellan di Fidelity, che guarda sia al rapporto prezzo/utili delle azioni sia alle potenzialità di crescita, si adatta a un investitore di medio periodo, uno-tre anni. Per chi cerca rapidi guadagni in pochi mesi, la strategia da seguire è quella del momentum , una cavalcata dei trend alla William O'Neil».
I vostri portafogli contengono solo dieci titoli ognuno, venti nella versione allargata. Non è troppo poco per una corretta diversificazione dei rischi?
«Ci sono studi che mostrano come la maggior parte dei benefici della diversificazione si possano ottenere, se l’investitore è di medie dimensioni, con soli 16 titoli. Quindi dieci-venti azioni bastano per seguire una delle metodologie di investimento».
Come arrivate a sintetizzare le raccomandazioni della top ten?
«Nella lista dei titoli caldi finiscono quelli che compaiono più frequentemente nei diversi portafogli. Oggi, tra gli altri, troviamo Petrochina, la compagnia petrolifera cinese dove anche il super critico Buffett ha investito di recente. Poi ci sono i costruttori di case Pulte Homes e D.R.Holton: un settore che sta dando soddisfazioni, perché le sue quotazioni sono molto scese negli ultimi tempi, anticipando il rialzo dei tassi dei mutui e un calo del mercato immobiliare. Così molte azioni sono diventate grandi affari, e non solo nell'ottica contrarian di un altro guru da noi seguito, David Dreman».
Nella selezione odierna delle azioni «value» figura il produttore italiano di salotti Natuzzi, quotato solo a Wall Street. E’ in perdita del 40% a cinque anni, contro un calo del 15% dell'indice S&P500. Ora è davvero una buona occasione?
«Va bene secondo i principi di Graham e di Buffett: è abbastanza grande, un miliardo di dollari di fatturato, ha un basso rapporto prezzo/utili (14 ndr ) e anche un basso rapporto prezzo/book value (patrimonio meno debiti ndr) , distribuisce dividendi con un rendimento sul prezzo del 2% e i suoi profitti sono cresciuti del 72% negli ultimi dieci anni. Secondo il modello di Graham il suo prezzo di Borsa è molto sottovalutato»