Permasteelisa

 

  By: Moderatore on Lunedì 08 Settembre 2003 00:32

Il Wall Street Journal scrive oggi che il consorzio di Kashagan formato da Eni, Total, Shell, Exxon Mobil con una quota del 20.4%, ConocoPhillips 10.2% and Inpex 8.3%, avrebbe raggiunto un accordo per investire circa 10 miliardi di dollari nelle fasi iniziali del progetto: l’obiettivo è raggiungere una produzione di 450mila barili al giorno, circa quattro volte tanto le stime iniziali. A regime, il campo raggiungerà invece una produzione di 1.2-1.3 milioni di barili al giorno. In precedenza si pensava che il giacimento non fosse così ricco, queste scoperte si dovrebbero tradurre anche in un aggiornamento delle stime sulla quantità di petrolio che si potrebbe ricavare: la vecchia previsione di 9 miliardi di barili potrebbe essere portata a 13 miliardi di barili. Pare che sia stato raggiunto un accordo tra i membri del consorzio sull’inizio delle produzione per fine 2006/inizio 2007: le vecchie indicazioni erano per fine 2005/inizio 2006. La notizia conferma che Eni potrà estrarre una enorme quantità di greggio a buon mercato: la cifra dell'investimento è un po' sotto quanto si spende nella media per avviare i giacimenti. La notizia di più alti investimenti a Kashagan nella fase iniziale del progetto è molto positiva anche per Saipem, uno tra gli operatori nel settore dei servizi alle major del petrolio più accreditato. La società guidata da Pietro Franco Tali dispone delle capacità tecnologiche per eseguire con successo progetti complessi in aree isolate e lo ha dimostrato con lo sviluppo di Karachaganak (un giacimento simile a Kashagan). Inoltre non è da sottovalutare il fatto che ENI, suo principale azionista, è il leading operator del progetto

 

  By: Moderatore on Mercoledì 04 Giugno 2003 15:51

L’ondata di abbandoni non è ancora finita I prossimi? Saranno di società con azionisti forti, multipli bassi e scarsa capitalizzazione di Laura Galvagni - 31-05-2003 - http://www.borsaefinanza.it Delisting? I criteri di individuazione sono sempre gli stessi e le opportunità non mancano. Società che hanno a disposizione una cassa sostanziosa, prezzi inferiori del 50-60% a quelli del collocamento, gruppi che viaggiano in Borsa a multipli bassi, per esempio con un p/e inferiore a 9, oppure compagnie che hanno una comunicazione finanziaria poco incisiva per non dire assente. Ecco il piccolo vademecum dell’investitore-speculatore pronto a prestare orecchio ai rumor per saltare sul cavallo vincente. Qualche esempio? ^Permasteelisa#^. La società non solo vanta un p/e attorno a 6,5 ma è scesa talmente in Borsa (il 20% in cinque sedute soltanto) da essere diventata davvero appetibile. L’unico neo è che l’attuale gruppo di controllo ha in mano circa il 30% del capitale e dovrebbe quindi lanciare l’Opa sul 70% della società. Una manovra che ai prezzi attuali comporterebbe un esborso di almeno 253 milioni. «Dopo tre anni di ribassi è naturale che sui listini ci siano occasioni decisamente interessanti», interviene Paolo Banfi, direttore generale di Euroconsult sgr. E d’altra parte non è difficile individuare altri gruppi investiti da una ridda di voci d’Opa negli ultimi tempi. «La maggior parte delle operazioni di delisting hanno avuto in questi ultimi mesi una matrice comune - spiegano dall’ufficio studi di Banca Imi - nella maggior parte dei casi si è trattato di operazioni amichevoli su società a modesta capitalizzazione e scarso orientamento al mercato da parte dell’azionista di controllo». Ecco perché ^Ducati#^ continua a essere nel mirino della speculazione. Un altro obiettivo del mordi e fuggi è ^Boero Bartolomeo#^, che nella sola seduta di giovedì 29 maggio ha guadagnato il 9,86 per cento. Il motivo? La capogruppo ha annunciato di avere ricevuto linee di credito per 23 milioni. Tra gli istituti che hanno accordato il maxicredito figurano, tra l’altro, nomi di tutto rispetto: Intesa, Unicredito, Mediocredito Centrale e Banca Carige. La disponibilità raccolta con questa linea di credito verrà in parte destinata alla costruzione di un nuovo stabilimento, ma qualcuno ha cominciato a scommettere che in parte potrebbe essere utilizzata per finanziare il delisting della Boero Spa. Solo il 13,4% del capitale è infatti flottante sul mercato e per rilevare questa quota sono sufficienti appena 10 milioni. Poco più di 38 milioni di euro è invece la cifra che servirebbe per togliere dal listino ^Navigazione Montanari#^, altra candidata, almeno secondo voci di mercato, a lasciare Piazza Affari. La società, che ha un flottante attorno al 23%, ha ottime prospettive di crescita e il socio di controllo potrebbe essere interessato a riportare a casa l’intero capitale per assicurarsi una maggiore libertà di manovra. Diversa la speculazione che potrebbe colpire la galassia ^Caltagirone#^. Qui non si tratta di un gruppo dalla modesta visibilità; nè tantomeno colpito da pesanti ribassi in Borsa. Tuttavia, le società di Francesco Gaetano Caltagirone dispongono di una cassa piuttosto ricca e operatori e analisti non escludono che quella stessa liquidità possa essere utilizzata per togliere dal listino una o più aziende del gruppo. Un orientamento peraltro confermato di recente da Francesco Caltagirone jr. E per le Ipo? «Non è ancora tempo di grandi ondate. I collocamenti di solito ripartono quando il mercato inizia a consolidare una fase rialzista, per cui c’è ancora da aspettare», chiosa Banfi.

 

  By: Luigi Luccarini on Venerdì 23 Maggio 2003 18:33

Chiedo scusa mi ero sbagliato. Quando scrivevo di Pavan intendevo Colomban (l'autentico "genio" dell'azienda). Ribadisco che di OPA si parla da quando il titolo quotava intorno ai 15 euro. Quindi non è che adesso quelli che lo hanno in carico a 17 possono stare allegri.

 

  By: angelo on Venerdì 23 Maggio 2003 17:54

OPA su Permasteelisa?? Anzi, un piccolo commento: io non ci credo, mi sembra un tentativo di sollecitare acquisti sul titolo. Ma se la voce si dovesse spargere l'effetto sui prezzi di Borsa ci sarà comunque.

 

  By: angelo on Venerdì 23 Maggio 2003 17:46

Riporto senza commenti da Websim: Permasteelisa, all'orizzonte si profila l'ipotesi di Opa di: Alessandra Pecori Da quando ha presentato i risultati trimestrali, Permasteelisa ha bruciato più del 20% del suo valore di Borsa. Dal 13 maggio il titolo è passato da quota 17 euro ai 13,24 euro di oggi (+2,8%). I dati del primo quarto dell'anno sono stati deludenti e il business, quello dei rivestimenti architettonici, sembra dare segnali di rallentamento. Tuttavia, le debolezza del titolo, se persistente nel tempo, potrebbe spingere le controllanti, la Holding Bau (che rappresenta il management) e la 21 Invest di Alessandro Benetton, a valutare un incremento della loro quota attratte dall'alta redditività del capitale investito (circa il 30%). L'operazione comporterebbe un'Opa sul flottante dal momento che le due finanziarie, legate da un patto di sindacato, detengono il 29,99% del capitale e il superamento della soglia del 30% farebbe scattare l'obbligo dell'offerta pubblica. Da un incontro fra il management e gli investitori, è emerso oggi che la sede di Holding Bau è stata trasferita dal Lussemburgo in Italia. L'operazione, secondo il presidente di Permasteelisa, Enzo Pavan, è da interpretare come un messaggio rassicurante: il management, disposto a pagare l'imposta sul capital gain (la legge lussemburghese non la prevede), vuole mantenere le azioni della società in portafoglio. La mossa però incuriosisce e rafforza le ipotesi di operazioni straordinarie in vista. Sono in molti ormai a scommettere che la 21 Investimenti dei Benetton e la Holding Bau possano approfittare dei prezzi più contenuti del titolo per incrementare le loro quote. In una nota di Citigroup si arriva a supporre la successiva fusione di Permasteelisa con la società veicolo che dovrebbe lanciare l'offerta, strada non nuova per la famiglia Benetton che l'ha già imboccata con Autostrade. La nuova entità, secondo i calcoli di Citigroup, potrebbe mettere nel suo conto economico 25-30 milioni di oneri finanziari dopo un utile operativo di circa 77 milioni di euro.

 

  By: GZ on Venerdì 23 Maggio 2003 12:39

------------------------------------------------- ....Massimo Colomban il quale è stato fatto fuori dai suoi ex manager, in primis lo stesso Pavan (che si era fatto le ossa in Finanziaria Internazionale ora leader in Italia sul mercato delle cartolarizzazioni). Il fondatore e "genio" della permasteelisa resta sempre il Massiomo Colomban,che tra l'altro come rivincita sta facendo trasferire tutta la sede dell' azienda da Castello .... ------------------------------------------ mi ricordo l'intervista a Colomban nel libro di Gian Antonio Stella sul Nord-Est adesso è completamente fuori dall'azienda che ha creato e al suo posto c'è uno che viene dalla finanza e le cartolarizzazioni ? Se è così non è un buon segno per una società

 

  By: REGINA on Venerdì 23 Maggio 2003 12:25

MF - Borse & Borsini Numero 101, pag. 13 del 23-05-2003 di Lucio Sironi In borsa l’azione ha pagato caro la trimestrale in discesa. troppo, secondo il presidente pavan. Permasteelisa? Investimento sul lungo termine «La mia non è una visione di breve periodo. Per questo dico che le attuali quotazioni del titolo mi paiono come minimo ingenerose. E che nel tempo il mercato avrà modo di ricredersi». Quella presentata da Permasteelisa è stata forse una delle trimestrali più deludenti della recente tornata, per via delle ambiziose aspettative che gli investitori avevano cominciato a coltivare su questo gruppo che ha sede a Vittorio Veneto, non lontano da Treviso, ed è tra i leader nel rivestimento di palazzi ed edifici di grandi dimensioni, settore nel quale ha sviluppato tecniche innovative anche dal punto di vista architettonico. L’utile lordo del periodo gennaio-marzo accusa un calo del 15,4% rispetto al primo trimestre 2002, ma soprattutto il portafoglio lavori, cioè le premesse per il giro d’affari futuro, è passato a 350 a 234 milioni. In borsa l’azione è passata in poche sedute da 16,5 a 13 euro. Un calo che il presidente di Permasteelisa, Enzo Pavan, giudica decisamente eccessivo. Domanda. Cosa non ha funzionato nei primi mesi dell’anno? Risposta. Il fattore principale è il calo del dollaro, dal momento che una discreta parte del fatturato è fatto in quella valuta. Ma c’è stato anche l’anticipo di alcuni lavori, programmati per l’inizio 2003 e invece contabilizzati nell’ultimo trimestre 2002. Quando sono in gioco lavori impegnativi come quelli che esegue tipicamente il nostro gruppo, un anticipo o un ritardo di alcuni mesi nello stato d’avanzamento è da considerarsi normale. Il trimestre è un arco temporale insufficiente per poter esprimere una valutazione su una tendenza del volume d’attività. D. All’inizio dell’anno però voi avete stimato che nel 2003 il fatturato sarebbe cresciuto di un 3-4%, con un ebit (reddito operativo) nell’ordine dell’8-8,5%. Numeri ancora attendibili? R. Sono subentrati elementi non previsti, come l’indebolimento del dollaro. Anche l’epidemia Sars ha comportato ritardi in alcune opere, per esempio la realizzazione del Taipei financial center, che per noi vale 100 milioni di fatturato. Logico, dunque, rimettere in discussione quelle previsioni e per questo abbiamo avviato una verifica per ricavare un quadro aggiornato della situazione. D. Quando potrete esprimere una nuova valutazione? R. Credo che in occasione del prossimo consiglio d’amministrazione, fissato per il 3 giugno, potremo essere più precisi. D. Vista la reazione negativa del mercato, non pensa che sarebbe stato meglio mettere le mani avanti, emettendo per tempo una sorta di profit warning? R. Non avevamo ancora elementi di certezza sufficienti per poterci esprimere su un rallentamento dell’attività. Abbiamo preferito attendere dati più sicuri con cui informare il mercato, anziché affidarci a dati parziali o, peggio, a sensazioni. D. In marzo Permasteelisa ha rilevato Glassalum, sua seconda società americana, spendendo 28 milioni di dollari. Perché la scelta del mercato Usa? R. Perché è quello che tira di più per realizzazioni come le nostre. In Europa le grandi costruzioni in vetro e acciaio sono ancora piuttosto inusuali, mentre negli States sono già molto affermate. D. Un’acquisizione in dollari poco prima che la valuta scivolasse ai suoi minimi sull’euro. Una tempistica sfortunata? R. In parte sì, anche se l’operazione è avvenuta comunque con un rapporto dollaro-euro attorno a 1,08. Del resto la flessione del cambio ha avuto un’accelerazione solo nelle ultime settimane. D. Permasteelisa ha una situazione di cassa ancora positiva? R. Sì, tant’è vero che continuiamo a valutare possibili nuove acquisizioni. In questo momento il mercato che riteniamo più interessante è quello giapponese, vivace per i grandi lavori, anche nelle opere pubbliche, e dove ci sono situazioni nelle quali intravediamo spazi per un nostro intervento. Perlopiù si tratta di divisioni specializzate all’interno di grandi gruppi di costruzioni e di engineering. Il Giappone è interessante anche per la presenza di architetti apprezzati a livello internazionale per tipologie di costruzioni nelle quali siamo tra i primi al mondo. D. Secondo lei, a questo punto, in borsa l’azione Permasteelisa continua ad avere buoni rapporti fondamentali, così come si riteneva prima dell’ultima relazione? R. Per me sì, anche se la mia è una prospettiva di lungo termine, dal momento che, idealmente, il mio pacchetto è destinato a passare ai miei figli. E se non fosse per il vincolo che impedisce ai membri del patto di sindacato di aumentare le loro quote, ai prezzi attuali comprerei. (riproduzione riservata)

 

  By: maurozanna on Giovedì 22 Maggio 2003 21:43

Mi permetto di segnalare il fatto che è vero si che il Pavan è il Ceo della Permasteelisa, ma non c'entra niente con il castello di Brandolin. Il castello appartiene all'ex "padrone" e fondatore della Permasteelisa che è Massimo Colomban il quale è stato fatto fuori dai suoi ex manager, in primis lo stesso Pavan (che si era fatto le ossa in Finanziaria Internazionale ora leader in Italia sul mercato delle cartolarizzazioni). Il fondatore e "genio" della permasteelisa resta sempre il Massiomo Colomban,che tra l'altro come rivincita sta facendo trasferire tutta la sede dell' azienda da Castello Roganzuolo (Conegliano Veneto) a San Giacomo di Veglia in quanto tutti gli immobili sono ancora di sua proprietà. Comunque all'interno del capitale della Permasteelisa oltra ai vari manager ci sono la 21 Investimenti di Benetton e il fondo pensione di Bankitalia.

 

  By: REGINA on Giovedì 22 Maggio 2003 18:55

mah ho visto le news .. la discesa degli ordini è dovuto all'effetto cambio.. a parità di cambio gli ordini sarebbero saliti del 2% quindi la reazione è stata eccessiva.. quindi credo che sia da accumulare su questi prezzi la conference call sembra che non esista... se qualcuno ha news in merito... buon trading

 

  By: REGINA on Mercoledì 21 Maggio 2003 18:47

domani c'è la conference call ma dove l'hai letta.. non mi risulta nulla della conference call ho fatto una ricerca ma non trovato nulla dove l'hai letta

 

  By: Luigi Luccarini on Mercoledì 21 Maggio 2003 16:08

Di inatteso? Mah... a inizio anno dissero che prevedevano l'aumento del portafoglio ordini del 7% per il 2003 e poi hanno comunicato che nel primo trimestre il fatturato è sceso del 15%. Quindi o hanno preso bidoni oppure hanno bidonato. Tertium non datur in genere

 

  By: angelo on Mercoledì 21 Maggio 2003 16:00

Per coloro che fossero interessati, domani alle 16:00, il CEO di Permasteelisa scende dal castello per tenere una conference call sui risultati del 1° trimestre. L'evento è inusuale per l'azienda, evidentemente si sono accorti anche loro che ottenere tanta visibilità dagli uffici studi ha anche un rovescio della medaglia, quando i dati non escono secondo le attese. Ancora una volta, se Pavan dirà qualcosa di inatteso (nel bene o nel male), il giorno dopo in Borsa si balla.......

Permasteelisa sopravvalutato - Luigi Luccarini  

  By: Luigi Luccarini on Martedì 20 Maggio 2003 21:44

Ho giocato il titolo due volte negli ultimi tre mesi e posso offrire uno serie di valutazioni. Il titolo aveva una struttura grafica "a rischio", sotto 13,8 E - supporto testato per 3 volte con successo - avrebbe rotto la trendline ciclica di sostegno è così è avvenuto (per il momento). Il titolo capitalizza un'enormità rispetto ad altre small caps ed ha orari di trattazione ridotti per cui è "a rischio" in quanto all'hold perchè, a differenza di quanto ho letto fin qui, dovrebbe essere ben comprato dall'estero. In effetti gran parte dei movimenti in termini di volume si realizzavano dopo le 14.30; non solo, ma l'appeal che lo ha fatto risalire di recente è certamente dovuto anche al fatto che si era aggiundicato l'appalto per le nuove twin towers. Ad ogni buon conto la mia impressione - come in quasi tutte le società di servizi - è che sia ampiamente sopravvalutato: la spiegazione del rialzo può anche essere rappresentata dal fatto che l'azienda ha recentemente opato per il delisting la controllata quotata a Singapore ed ha fatto intendere che ai prezzi attuali avrebbe potuto provvedere ad analoga operazione anche in Italia. Sotto il profilo insiding le mie informazioni sono che il fondatore - Pavan - si è costruito un castello nel trevigiano con il ricavato della vendita delle azioni e che l'attuale management è molto professionale all'apparenza ma non offre le medesime garanzie di imprenditorialità (parole di uno che se ne intende: "sono quei tipi alla milanese che sembrano fenomeni solo a guardarli, ma chi lo sa poi?"). Sul piano tecnico aveva appena rotto un rettangolo di congestione 13,80/17: ma in realtà si è trattato di un falso break-out, con successiva frantumazione del supporto. Io ne starei alla larga ora, tanto la borsa non chiude mica. E se son rose fioriranno, ma solo sopra 13,8. Luke

 

  By: GZ on Martedì 20 Maggio 2003 19:52

tutte le discussioni sono utili (se fatte verificando notizie e fatti economici e non solo dando un occhiata al grafico) solo che richiedono tempo, beh allora qui il mercato è fermo per ora ( e sarebbe che stesse fermo per oggi perchè se si muove frana) vediamo: i) ENI è un titolo su cui sono 4 mila analisti internazionali, da hong kong a zurigo a helsinki, per cui le probabilità che io capisca dei valori economici che molti altri non hanno capito è minore, in altre parole le blue chip come ENI secondo me vanno trattate su base grafica più che altro, studiare i bilanci e i dati serve poco (nota: sul consensus mi limito a usare quello che tutti guardano,messo assieme da First Call e che mi indica questi numeri come stima media degli analisti sugli utili di ENI) E su base grafica proprio oggi il sequential da un buy per cui ero interessato ii) ^Permasteelisa#^ ha scambiato circa 3 milioni di pezzi durante questo crollo degli ultimi 5 giorni e ha 27 milioni in tutto di flottante per cui ogni volta che succede una cosa del genere ha la curiosità di andare a vedere In effetti le sim italiane seguono permasteelisa, però prima di questo crollo il titolo faceva 50-60 mila pezzi al giorno con punte massime di 150 mila e minime di 10 mila per cui le gestioni ci saranno dentro, ma non tanto. E i gestori esteri penso zero il che fa differenza. Non ho trovato niente finora leggiucchiando un poco che dica che il mercato sbaglia a buttarlo giù così, però se devo spendere del tempo su un titolo in termini di notizie economiche andrei a guardarne uno come Permasteelisa che stanno buttando via ed è sul fondo con tutti questi volumi enormi

ENI è proprio sottovalutata - angelo  

  By: angelo on Martedì 20 Maggio 2003 18:09

Dr Zibordi, francamente, non so se la direzione verso cui ci sta portando questo thread interessi i lettori del forum ma – come si direbbe in burocratese – non posso fare a meno di osservare: ____________________________________________________________________ a)i fondamentali di ENI sono che la stima media di First Call, usando la quotazione in dollari a NY che vedo su bridge, è di 11 volte gli utili.......... ____________________________________________________________________ Sarò presuntuoso, ma ho un’idea diversa dal consensus. Se la capitalizzazione è di 52,5 mld, un P/E di 10,7 significa una stima di utili di 4,9 mld, sostanzialmente uguali al 2002. Ripeto, io non ho la sfera di cristallo, ma so che l’utile del 1° trimestre 2003 è superiore del 45% a quello del 1° trimestre 2002 (2 mld vs 1,382 mld); per finire con utili flat deve succedere qualcosa di molto peggio della svalutazione del dollaro (il cui impatto sull’utile netto è stato stimato dal management in circa 200 mln di Euro); sempre possibile ma al momento è un timore ingiustificato. Let’s wait and see. Magari mi sbaglio. Ma se questo fosse il caso, preferisco sbagliarmi su ENI che su altri titoli......... ____________________________________________________________________ b) ENI è valutata sempre "giusta" perchè è il titolo più osservato d'europa. Eni è come il fib30........... ____________________________________________________________________ Mi sembra un’affermazione un po’ forte, considerando che è fatta da un consulente di Borsa e non da quei professori di finanza americani che non sanno più dove arrampicarsi per giustificare la “random walk theory”. Se la prendiamo per buona, ad esempio, se ne deduce che anche la quotazione del FIB 30 è sempre giusta e chi cerca guadagni da trading o è una "scimmietta fortunata" (sempre nel linguaggio dei random walk theorists) o è destinato a perdere tempo e denaro. E’ vero che attualmente c’è un “consenso” di valore sul titolo che è formato da un numero elevatissimo di “votanti”, cioè di investitori che comprano e vendono. Mi permetto di dissentire sul consenso di valore, così come ho fatto sul consensus di utili. Perché? Per i cosidetti e bistrattati fondamentali. Da qualunque parte si guardi, i fondamentali di ENI meriterebbero corsi più alti. Prendiamo un Discounted cash flow semplificato, basato sugli utili netti. Supponiamo che First Call abbia ragione: utile 2003 a 4,9 mld ed in seguito una crescita del 5% per 10 anni e poi zero. Scontiamo il tutto ad un tasso di attualizzazione del 9%. Risultato? Qualcosa in più di 18 Euro per azione. La domanda allora diventa: cosa occorre perché il mercato si accorga della sottovalutazione? Liquidità. Non è un discorso di fondamentali, prima o poi il denaro smetterà di inseguire gli immobili e tornerà in Borsa, il mercato sarà più “spesso” di oggi, e le quotazioni saran più rispondenti ai fondamentali. Poi arriveranno i pazzi, e forse vedremo di nuovo Mediaset vicino ai 30 Euro (e magari noi saremo qui a discutere se questa quotazione, su un titolo che non è ENI ma è pur sempre primario, è “giusta” o meno) ____________________________________________________________________ c) Permasteelisa è un titolo che piace molto ai piccoli trader italiani privati, nessuno la segue fuori d'italia, anche i fondi pochissimo ed è 4 volte più rischioso di uno come Eni, difficile fare confronti. D'altronde se vuoi trovare titoli veramente sottovalutati devono avere avuto dei problemi e essere poco seguiti dalle istituzioni. ______________________________________________________________________ Sotto questo profilo Permasteelisa è seguita, seguitissima: si può vedere a http://www.borsaitalia.it/servlet/SocQuotateStudiResult?oggetto=204 che ci sono tutti: BANCA IMI, Intermonte, Banca Leonardo, Julius Baer, Ing, Akros. D’altronde in un mercato in cui ci sono più SIM che società quotate se si cerca con attenzione si trova una buona copertura persino su Linificio (Banca Euromobiliare).