In Germania lavora il 77% in Italia il 60% - Moderatore
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By: Moderatore on Venerdì 05 Dicembre 2014 20:06
^In Germania e Olanda lavora il 77% della popolazione. In Italia il 60%#https://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2014/12/05/ceto-medio-corroso-rischio-banlieue-parigine_c52637de-494a-4dd9-8ddb-2d0b985efece.html^ della popolazione. Si possono fare tanti discorsi sui loro difetti, ma hanno un economia che fa lavorare la gente
(in compenso lavorano meno ore pro-capite all'anno di chiunque, 1,400 ore contro 1,500 degli italiani, 1,600 degli inglesi e e 1,700 degli americani). E la cosa si riflette in tutti i sondaggi
#ALLEGATO_1#
Si sentono ora molte frecciate anti-Germania, anche articoli argomentati bene in apparenza o libri documentati (vedi quello di Giacchè) sui difetti e le debolezze della Germania, quasi sempre di fonti "anti-euro", forse motivati dal bisogno di rivalutare l'Italia schiacciata dalla Troika e dalla Merkel.
Bisogna però essere franchi. E' difficile trovare qualcosa, debito privato e pubblico, situazione delle banche e del credito, export, occupazione... flussi migratori.. soddisfazione soggettiva della popolazione... in cui la Germania non sia meglio non solo di noi, ma virtualmente di ogni paese occidentale.
Questo però non implica niente in termini di "stare attaccati alla Germania" con l'Euro, perchè, come ha spiegato una volta Draghi (usando gli olandesi per delicatezza...) #b# "...Gli olandesi percepiscono un problema quando pagano per i greci, non quando pagano per altri olandesi. .."#/b#
#ALLEGATO_2#
#ALLEGATO_3#
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^"Censis: capitale umano dissipato, 8 mln non utilizzati. Italiani sempre più soli, impauriti, vulnerabili, ma anche cinici"#https://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2014/12/05/ceto-medio-corroso-rischio-banlieue-parigine_c52637de-494a-4dd9-8ddb-2d0b985efece.html^
#/i# E' la fotografia scattata dal Censis nel Rapporto sulla situazione sociale del Paese 2014. Più diseguaglianze, meno integrazione, ceto medio corroso. Sono gli effetti della crisi secondo il Censis. L'Italia "ha fatto della coesione sociale un valore e si è spesso ritenuto indenne dai rischi delle banlieue parigine", ma le problematicità ormai incancrenite di alcune zone urbane "non possono essere ridotte ad una semplice eccezione".
L'Italia è un paese dal capitale umano "inagito" e "dissipato", afferma l'isitituto nel suo rapporto, in cui conta quasi 8 milioni di individui non utilizzati: 3 milioni di disoccupati, 1,8 mln di inattivi e 3 milioni di persone che, pur non cercando attivamente un impiego, sarebbero disponibili a lavorare.
Italiani vulnerabili, vincono attendismo e cinismo - La crisi economica ha diffuso in Italia "una percezione di vulnerabilità" tale da far ritenere al 60% degli italiani che a chiunque possa capitare di finire in povertà, "come fosse un virus che può contagiare chiunque". La reazione è un "attendismo cinico", per cui non si investe e non si consuma, il contante è considerato una tutela necessaria e prevale la filosofia del "bado solo a me stesso".
Giovani non autonomi, a 2,4 milioni serve l'aiuto dei genitori - Dei circa 4,7 milioni di giovani che vivono per conto proprio, oltre un milione non riesce ad arrivare a fine mese. Sono 2,4 milioni quelli che ricevono "regolarmente o di tanto in tanto" un aiuto economico dei propri genitori. Lo scrive il Censis nel rapporto sulla situazione sociale del Paese, in cui si rileva il rischio di "scissione tra il welfare e i giovani" per le difficoltà occupazionali e reddituali incontrate dalle fasce più giovani della popolazione.
Jobs act indeterminato, non sinonimo di più occupazione - "Il Jobs act dà centralità al lavoro a tempo indeterminato, confidando che possa incrementare le opportunità di occupazione. Ma considerando la quota dei contratti part time e a tempo determinato sul totale degli occupati nei Paesi europei, si registra una certa correlazione tra la loro diffusione e più alti tassi di occupazione". Il nostro tasso di occupazione nel 2013 è stato del 59,8%, con una quota di part-time pari al 17,9% e con contratti a termine che rappresentano il 13,2% del totale. Paesi con tassi di occupazione molto superiori al nostro, come la Germania (77,1%) o i Paesi Bassi (76,5%) hanno quote di contratti a tempo determinato superiori alla nostra.