By: LaSignoraMaria on Giovedì 15 Maggio 2003 15:38
--------------- Telecom Azioni risparmio e fusioni
di ALESSANDRO PENATI - corriere economia 16/5/2003 -----------
Dal picco di inizio 2000 (60%), lo sconto delle azioni di risparmio Telecom rispetto alle ordinarie è sceso fino al 30%. Ma dopo l'annuncio della fusione con Olivetti è risalito al 40%: segno che gli azionisti di risparmio non hanno accolto la notizia con entusiasmo. Per cominciare, hanno perso la speranza di una conversione nel prossimo futuro, perché diluirebbe troppo la quota di controllo di Olimpia, già ridotta al 14-15% dalla fusione.
C'è poi il debito Telecom, che passa da 16 a 41 miliardi: anche se si riuscisse a ridurlo a 35 miliardi nel 2005, come dichiarato, a questi livelli ogni punto di rialzo dei tassi costa centinaia di milioni. Ma il rischio maggiore è che la quota del monte dividendi destinato alle risparmio si riduca: nella fusione, Olivetti non apporta né utili né attività, quindi la torta dei dividendi non cambia; ma aumenta il numero delle ordinarie con cui spartirla. I calcoli necessari per verificarlo sono complicati: ma è quasi sempre così con Telecom. Gli azionisti di risparmio hanno diritto a una maggiorazione del dividendo pari al 2% del valore nominale del titolo, ovvero 1,1 centesimi per azione: complessivamente, circa 23 milioni.
In vista della fusione, Olivetti abbatte prezzo nominale e numero delle azioni. Equivale a una riduzione del capitale sociale: operazione legittima, anche se inusuale (le riserve coprono abbondantemente le perdite), ma priva di valenza economica. Agli azionisti di risparmio Telecom vengono poi assegnate 3,52 nuove azioni ogni vecchia. Il numero di titoli risparmio aumenta così da 2,1 a 7,2 miliardi. La maggiorazione del dividendo rimane 1,1 centesimi per azione, e quindi, complessivamente, sale da 23 milioni a circa 79.
Ma anche il numero delle ordinarie aumenta considerevolmente: da 5,3 miliardi a un massimo di 24,5 (includendo warrant e convertibili). Così, se Telecom mantenesse invariato il dividendo unitario (8,9 centesimi alle ordinarie per effetto del concambio), alle risparmio, dopo la fusione, andrebbero 10 centesimi, ovvero il 24,9% del monte dividendi, rispetto al 28,8% ricevuto negli ultimi tre anni. Se invece mantenesse costante il monte dividendi, la quota delle risparmio si ridurrebbe al 25,4%. La fetta della torta per le risparmio si assottiglia.
Telecom, inoltre, sta pagando i dividendi con le riserve. E ha utilizzato abbondantemente quelle accumulate con gli utili, che danno diritto al credito di imposta. Solo 4,9 dei 18,8 centesimi del dividendo pagato in giugno alle risparmio hanno il credito di imposta. Una penalizzazione per le persone giuridiche che investono nelle risparmio; e che potrebbero non ricevere il credito pieno anche il prossimo anno. Lo sconto rispetto alle ordinarie rischia dunque di allargarsi.