USA e guerra

 

  By: bandy on Venerdì 20 Settembre 2002 14:42

A me sembra evidente che l'America si muova da sola quando le interessa e cerchi alleanze quando le interessa, in sostanza tutto ad uso e consumo delgli interessi loro altro che gli interessi e la sicurezza della comunita' internazionale. Se decidono di andare soli nel conflitto fair enough, vorra' dire che si prendono in carico anche le conseguenze che ne deriveranno, che saranno ovviamente indirizzate a loro stessi e a nessun altro.

 

  By: bandy on Venerdì 20 Settembre 2002 14:15

Panarea provo a seguire il tuo filo logico ok? Allora noi siamo i fifoni e l'Onu un burattino che pretende di essere la filiale del padre eterno giusto? Allora mettiamo pure che gli USA attacchino fregandosene di tutti: Onu, alleanze internazionali, Cina (sara' anche una dittatura selvaggia ma hanno 1 miliardo e 300 milioni di abitanti e sono piuttosto grossetti), Russia, opinione pubblica, equilibri internazionali, e la lista continuala tu. Insomma attaccano e basta. A quel punto c'e' la presunzione che comunque si vincera' come si e' vinto nel 91 e in decine di altri conflitti, perche' questo e' quello che la storia ha mostrato fino ad ora dell'America, tutto ok tutto perfetto e secondo copione. Faccio solo una piccola premessa e qualche domanda. Settembre 11 e' stato uno shock enorme, un affronto nel cuore degli Stati Uniti, inaspettato violento, uno "stupro" perfettamente congeniato nell'orgoglio e nello strapotere americano (anche i giganti vacillano sometime guarda te..). E se il prossimo settembre 11 dopo l'ennesimo attacco all'Irak fosse una bomba tascabile a Manhattan, un boeing sul ponte di Brookling, una carica al tritolo sul grattacielo della Chrisler , o qualcosa del genere la domanda e' la seguente: che gli americani si aspettino a quel punto nuovamente l'appoggio di tutto l'occidente? Che si aspettino l'appoggio dell' Onu (di cui prima se ne sono sbattuti completamente i coglioni?)?, l'appoggio di Russia e Cina a cui prima hanno tranquillamente detto "andiamo da soli..."?

 

  By: panarea on Venerdì 20 Settembre 2002 13:35

Ho paura della guerra in Iraq, della situazione internazionale, sono giovane, inizio a lavorare e, *****, inciampo nella più grossa recessione degli ultimi 20 anni (0.2% di crescita vuol dire recessione, al di là di SP500, testa e spalle eccetera, l’economia reale, il panettiere e il benzinaio se la passano male). Cerco quindi di capire, non la recessione (succede, mica si può sempre salire e migliorarsi, s**** l’esserci nel mezzo), ma la guerra. Prima del muro di Berlino, il potere deterrente degli ordigni nucleari ha di fatto impedito scontri diretti tra il blocco sovietico e quello occidentale. Dopo il crollo, gli USA, superpotenza unica, si sono trovati di fronte al dominio planetario militare, nessun pensiero forte da combattere (il comunismo in Cina e Cuba è interpretato nella prima come un selvaggio capitalismo e nella seconda come una specie di postribolo vacanziero/sessuale) salvo, forse, qualche islamico fanatico (ma anche qui non ci credo, perché mi sembra che la facciata religiosa e intransigente sia molto permeabile ai richiami occidentali visto che ci comprano tutti i generi di lusso, Manuela Arcuri compresa). Quindi ci sono un po’ di guerre Usa contro piccoli stati, ma sembrano i preliminari della Champions, tanto effimeri e poveri sono gli avversari: Iraq nel 90 (vittoria schiacciante), Serbia (1999? 1-4 i padroni di casa riescano solo a buttare giù un aereo invisibile). In tutti questi casi però gli USA fanno la parte degli sceriffi, che intervengono nella balera dopo le prime violenze. Poi 11/9/01, non voglio andare a pensare cosa sia realmente successo (la traiettoria sconosciuta dell’aereo sul Pentagono su 7 del Corriere della Sera mi fa un po’ paura), soltanto che per gli Americani medi, normali è la fine di una certezza: per qualcuno il fatto che hai bombe nucleari è indifferente (tanto non le puoi usare) e puoi essere sempre colpito. Allora gli yankees cambiano strategia: non più fidarsi della paura della loro forza, ma andare a prevenire cacciando subito i cattivi, anche con la violenza. Questa logica a noi europei (soprattutto italiani) non ci piace perché, fondamentalmente, la guerra non è il nostro sport (anche molto prima dei cattocomunisti abbiamo perso sempre, sia la prima che la seconda Mondiale) e dal 1945 “appaltiamo” la difesa a terzi (outsourcing si direbbe oggi); quindi a livello strategico, meno guerra si fa, meglio è. Ma la logica Americana di guerra preventiva parte subito contro l’Afghanistan che ospita i terroristi (lo so ci sono anche motivazioni economiche legate a passaggi di oleodotti e altro però che il regime talebano fosse un po’ convivente con certi personaggi è verità così come che non fosse proprio democratico e incruento). Ora è il turno dell’Iraq (anche qui c’è chi dice che la spinta è soltanto il petrolio) e si inizia con il solito teatrino degli ispettori. Questa messinscena è ridicola: le basi militari irachena sono di origine USA (negli anni 80 per fronteggiare l’avanzata comunista iraniano, gli USA armano Saddam, scelto come il meno male e il più laico e occidentale tra i satrapi locali), quindi sapranno i fornitori le locations and facilities da loro fornite? Se c’era qualcosa di nuovo è stato molto probabilmente rotto durante Desert Storm… Va be, si fa finta che in Iraq sia tutto nuovo e nascosto, e sin dall’immediato dopoguerra, dopo non aver avuto il coraggio di defenestrare Saddam (per convenienza come comodo badante, rozzo ma necessario, di curdi, sciiti e altri? Per accordo, come nemico jolly di riserva, sempre pronto ad essere usato come pungiball alla bisogna? In fondo è un socio da affari dal 1981…), si mandano ispettori a controllare. Periodicamente questi vanno e vengono, ma senza niente di più. Già durante l’ultimo Clinton le ispezioni sono sospese e si bastona periodicamente dall’alto Saddam. Ora ci risiamo, l’Iraq ha riaccettato sotto spinta Onu le famose ispezioni ma Bush sembra che andrà avanti lo stesso. Per noi cattocomunisti è uno scandalo: come, Bush si permette di andare avanti anche senza un mandato Onu? Ma si crede di essere? In effetti su due piedi la politica estera di Bush sembra un po’ troppo spiccia e unilateralista (in effetti potrebbero curare un po’ di più l’immagine), ma poi ho provato a “walk in his shoes”: noi italiani siamo dei fifoni ipocriti. Tutti hanno detto che se la guerra avviene con il mandato Onu va bene, senza no. Questo è delirio: è come la pena di morte, se c’è un foglio di un giudice è punizione dolorosa ma necessaria, altrimenti è omicidio. Ho cercato di informarmi: il consiglio di sicurezza che “potrebbe autorizzare Bush” funziona cosi: “Le decisioni del Consiglio richiedono una maggioranza di almeno nove voti. Ad eccezione delle votazioni relative alle questioni procedurali, nessuna decisione può essere presa nel caso in cui un voto negativo, o veto, venga espresso da un membro permanente” dal sito italiano dell’Onu (per maggiori informazioni http://www.onuitalia.it/nu/statuto/cap5.html). Ora chi sono i membri del consiglio ora? Tra i permanenti spiccano due nazioni come Cina (dove non c’è democrazia ma solo selvaggia corsa all’arricchimento personale) e Russia (simile alla prima ma con una parvenza di libertà). Tra i non permanenti la Siria (una dittatura ereditaria, non certo famosa per le proprie istituzioni democratiche), la Colombia (forse sono prevenuto, ma anche qui la coca mi sembra che non abbia creato una repubblica liberissima) e in più stati su cui sospendo il giudizio per mia ignoranza (Mauritius, Guinea, Camerun). Quindi cerchiamo di capire gli USA, loro, paese democratico (nonostante tutto quello con più libertà di informazione e personale), dovrebbero aspettare qualunque decisione presa da un corrotto funzionario cinese o da un cortigiano siriano? La situazione è confusa, nessuno ha ragione, ma l’Onu è solo una carnevalata che distribuisce autorizzazioni a comando, che non andrebbero neanche citate. E invece noi italiani la crediamo una succursale del padre eterno, tanto è infallibile.