In politica economica si consiglia nella prima parte di un mandato di fare politiche restrittive non essendoci la pressione delle elezioni e conseguentemente si otterranno grossi benefici proprio per la seconda parte del mandato quando i risultati serviranno per le elezioni che avvengono alla scendenza del mandato. Bush secondo me con l'afghanistan sta applicando questo sistema alla politica estera volendo fare un risultato più grosso possibile prima di cessare la guerra e per questo ipotizzo che non prenderà Bin Laden per evitare di dover smettere la guerra con un risultato incompiuto come fece il padre con Saddam, che diversamente da lui aveva le elezioni vicine e ha preferito non esagerare perché TUTTO quello che fanno i politici lo fanno in funzione delle elezioni. Se ricordate il discorso di Marcantonio nel Giulio Cesare di Shakespeare, Marcantonio lodava Bruto mettendo però in evidenza le qualità di cesare e spinse il popolo contro bruto, quindi il sistema é vecchio ma sempre efficace ed oggi Bush lo usa al contrario e ad ogni minaccia di laden urla paura per aumentare la pressione favorevole verso la guerra e non dice mai dei progressi nella guerra,tanto non ci sono elezioni e voti da conquistare, anzi con i progressi avuti in questi giorni sta addirittura buttando acqua sul fuoco gridando al pericolo di una avanzata, e quando laden ha detto di avere l'atomica é andato a gridare alle NU di aver paura e di prenderlo sul serio, mentre i britannici gli hanno rotto il giochetto dicendo che al massimo piò avere il materiale ma che non é in grado di realizzarla. Bush sta rallentando le operazioni perché vuole avere il successo totale e alla fine prendere o meno BIn Laden sarà solo l'eventuale ciliegina sulla torta, mentre prendere lui e far sopravvivere talibani e terroristi potrebbe causargli problemi tra 4 anni per la sua rielezione quando questi potrebbero ritornare a nuocere. Quando Bush cominciò la campagna elettorale aveva sondaggi ridicoli a suo favore, ma lentamente e tenacemente é arrivato alla vittoria, questo é un presidente che parte da lontano, si prepara, avanza piano, ma come Attila, dove passa lui non cresce più l'erba. Per le borse si é parlato di un pericolo nuovo e non prevedibile che poteva farle calarre ad un nuovo attentato, se pensate all'assassinio di Kennedy il pericolo era ancora più nascosto e ancora oggi non sappiamo la verità essendo il file dell'indagine stato secretato per altri 25 anni dopo i primi 25 scaduti e nonostante ciò la borsa salì senza tornare indietro, fuguriamoci oggi che situazione in cui la borsa ha un valore attrente, un PIL positvo sicuro del prossimo anno per il pacchetto incentivi che significa il 2,2% del PIL, e un nemico già in ritirata, che in realtà non ha mai rappresentato un problema per questo é arrivato a fare il disastro del WTC, proprio perché era stato ignorato; ora invece abbiamo una differenza abissale di forze in campo e l'esercito usa che non é secondo a nessun altro meno ancora può essere paragonato alle truppe talibane tra le peggio armate del mondo e di piccolo numero, pensate solo che i 300 aerei USA in campo sono la seconda forza aerea al mondo dopo russia e USa e che ne possono mandare altri e solo la commessa alla lokeed martin é di 3000 aerei, come si può pensare che questa guerra sia un vietnam dove dall'altra parte c'era la russia che qui invece é dalla parte USa e questo vi sembra un piccolo particolare!?!?!? Rimane solo il problema dell'attentato sempre possibile sia con una guerra che in temo di pace, ma che non influenza le borse, perché non c'é riuscito neppure quello eclatante del WTC, che é venuto a sorpresa, che ha colpito il centro finanziario, che ha fatto enormi danni e dopo due mesi il dow é sopra la quotazione pre attacco, quindi visto che é quasi impossibile un ripetersi di un fatto simile e che anche il fatto più eclatante ha fatto uhn danno temporaneo, ritengo che le percentuali di rischio per le borse derivanti dalla guerra siano così trascurabili che il nostro lavoro vada dedicato solo ad altri indirizzi, ciao massimo peppe