By: Esteban. on Martedì 03 Giugno 2014 06:17
Rendite finanziarie nel mirino del governo Renzi. Il presidente del Consiglio propone di alzare l’imposta dal 20 al 26% sugli interessi che maturano le obbligazioni corporate e bancarie. Non senza conseguenze per i piccoli risparmiatori che, magari con un bond ENEL o ENI in portafoglio, sottoscritto con i soldi della liquidazione, ci arrotondano la magra pensione. Ma colpire indiscriminatamente il piccolo risparmiatore sembra sia diventato uno slogan efficace per guadagnarsi la stima dei banchieri stranieri e per perdere la campagna elettorale in vista delle prossime elezioni europee a maggio. In barba alla Costituzione, naturalmente, che all’art. 47 “tutela il risparmio in tutte le sue forme”, quindi anche in quelle derivanti da investimenti in obbligazioni. Ma al di là di quelli che sono i pro (pochi) e i contro (tanti) di tale scellerata decisone del governo, vediamo di capire come potrebbe difendersi il piccolo investitore, quello che acquista mediamente 10-20 mila euro di obbligazioni della propria banca e le tiene nel cassetto per 20 anni, tanto per intenderci, portandole regolarmente a scadenza.
Il prelievo sui titoli di stato resterà al 12,50%, nell’interesse delle banche
^Rendite finanziarie al 26%. Come evitare il salasso
Pubblicato il 15 marzo 2014, ore 11:01. Ultimo aggiornamento 15 marzo 2014 , ore 11:15
BOT e BTP saranno esentati dall’incremento, ma il rendimento è già negativo e non conviene più acquistarli. L’unica alternativa sono le obbligazioni sovrane dei paesi stranieri. Ma non tutti#http://www.investireoggi.it/obbligazioni/rendite-finanziarie-al-26-come-evitare-il-salasso/^