By: guidone on Lunedì 25 Novembre 2013 20:33
Nei giorni scorsi alcuni di Voi mi hanno fatto notare questo articolo …La bolla e le balle - di un certo Evangelista, un nome un programma nel mondo della finanza…
Considerazioni semiserie sulla presunta supervalutazione della Borsa Usa. Dove si rileva, numeri alla mano, che potrebbe salire ancora. O scendere, ma non per ragioni di Eps, cioè utili per azione.
L’Evangelista Matteo, ops scusate Gaetano, analista tecnico leggendo le sue considerazioni infarcite della giusta ironia della quale si avvalgono tutti coloro che sai io l’avevo detto, si diletta con l’analisi fondamentale (…non per ragioni di Eps, cioè utili per azione…oh santo cielo) e ci spiega che …
L’agenzia Standard&Poor’s stima per le compagnie dell’indice S&P500 un monte utile per il 2013 di quasi 98 dollari per azione. Il dato risulta dell’82% superiore al livello raggiunto a settembre 2000, pochi mesi prima dell’avvio del primo bear market dello scorso decennio. All’epoca lo S&P 500 quotava 1435 punti: come mai non quota oggi 2600 punti? Non bisognerà mica formulare una class action? Gli investitori risultano cioè turlupinati poiché il mercato quota molto meno di quanto “dovrebbe”, sulla base dai fondamentali micro. Forse non è soltanto una questione di EPS. Bisogna anche considerare i fondamentali “macro”: il prodotto interno lordo (PIL), segnatamente.Ma anche in questo caso non si riesce a trovare riscontro alla tesi di partenza («siamo in una bolla finanziaria, che presto deflagrerà»). La figura in basso confronta la capitalizzazione del NYSE con il livello del PIL americano. Al 30 settembre il rapporto era di 1,08 (108% del PIL). Ma nel 2007, tanto per citare il dato rilevante a noi più vicino, il rapporto fra valore del NYSE e PIL salì al 128%. Da questi livelli la borsa dovrebbe crescere di un ulteriore 15-20%, per raggiungere i livelli di valutazione che anticiparono il bear market del 2007-2009, ammesso e concesso che il secondo bear market dello scorso decennio sia stato dovuto a sopravvalutazione fondamentale e non ad altri fattori esogeni.Ma quantomeno possiamo cercare di individuare i tratti distintivi dei famigerati massimi del 2007, del 2000 e – perché no? – del 1987, per verificare se quelle condizioni sussistano oggi.
Bisogna anche considerare i fondamentali “macro”: il prodotto interno lordo (PIL), segnatamente.??? Affascinante l’Evangelista! Consiglio vivamente di occuparsi di vangeli tecnici e lasciare perdere le bibbie fondamentali, si rischia di fare brutte figure …CAPE SHILLER INDEX docet! Arrampicarsi sui vetri micromacro per non dire semplicemente che sta salendo tutto grazie alla liquidità della Fed e che continuerà a salire fa sorridere, come fanno sorridere gli analisti che quotidianamente cercano di smontare l’indicatore di Shiller, tra gli ultimi quelli di Bofa.
A si ci sono i tassi reali negativi e l’obbligazionario in bolla…che *** ta la storia, quando arriva non bussa mai!
http://icebergfinanza.finanza.com/2013/11/25/privatizzazioni-fate-presto-fermateli/