DEBITO E DEMOCRAZIA (L'intransigenza dei creditori e la distruzione delle economie) - GZ
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By: GZ on Mercoledì 07 Dicembre 2011 01:29
Quasi tutto quello che leggi sull'austerità e i sacrifici necessari per risanare il bilancio pubblico, i : ^"Monti: Senza Manovra, Stato Insolvente"#http://www.corriere.it/politica/11_dicembre_06/monti-porta-porta_d88181a2-2042-11e1-9592-9a10bb86870a.shtml^... è logicamente e da un punto di vista storico falso.
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^Democrazia e Debito di Michael Hudson#http://michael-hudson.com/2011/12/democracy-and-debt/^ (articolo apparso nel Algemeine Frankfurter Zeitung il 5 dicembre 2011)
La dimensione colossale del debito pubblico e privato che è stato accumulato in occidente sta schiacciando le economie: in Irlanda, Islanda, Lituania, Grecia hai già crolli del PIL superiori al -10%, disoccupazione dal 15 al 20% e di fatto un Grande Depressione in atto. Negli Stati Uniti dieci milioni di posti di lavoro sono stati distrutti dalla crisi finanziaria e la disoccupazione effettiva si avvicina al 14-15%. In Spagna e Italia il PIL reale è calato del 4-5% dal 2006 e con le le stangate fiscali che arrivano ora l'economia è avviata ad una depressione
Le proteste recenti dall'Islanda alla Grecia alla Spagna a "OccupareWallStreet" in America che stanno montando spingono il Partito dei Creditori ad abbandonare la democrazia, che finora aveva consentito loro di creare debito facilmente, vedi oggi ^"Van Rompuy: stop voto in Ue per paesi che sforano bilanci"#http://www.unita.it/mondo/ecco-il-piano-di-van-rompuy-per-salvare-l-europa-1.359990^. CIOE' CHI NON PAGA PER INTERO TUTTI I PRESTITI NON HA DIRITTO DI VOTO. L'elite finanziaria chiede di pagare a tutti i costi per intero la montagna dei debiti, anche se eccedono ora di 3 volte il PIL dei paesi occidentali. Per ottenere il pagamento degli interessi e delle rate vuole quindi imporre ovunque "austerità" fiscale e sacrifici, combinati con la privatizzazione e dismissione di beni pubblici.
Questo fenomeno trasforma la finanza internazionale in una forma di guerra. Il suo obiettivo è lo stesso della conquista militare del passato: appropriarsi della terra, delle risorse minerarie, dell'usufrutto sulle infrastrutture ed estrarre da queste la massima rendita che un economia tollera. In risposta, le democrazie vorrebbero dei referendum e delle elezioni per decidere se pagare i creditori vendendo beni pubblici, aumentando le tasse e tagliando la spesa sociale, a costo di disoccupazione, diminuzione dei salari e depressione economica.
L'alternativa alla politica di "austerità", stangate fiscali, svendite di beni e di Depressione economica esiste ed è stata praticata da secoli: è quella di annullare i debiti (e di riaffermare il controllo dello stato nei confronti del settore finanziario)
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Il Libro V della Politica di Aristotele descrive la transizione delle oligarchie che si trasformano in aristocrazie ereditarie - che finiscono per essere rovesciate da "tiranni" (leader populisti) oppure sviluppano rivalità interne, per cui alcune famiglie oligarchiche decidono di "arruolare le massse nel loro campo" e inaugurare una forma di democrazia, in cui un'oligarchia emerge ancora una volta, seguita da un aristocrazia ereditaria, poi uda na rivolta e una democrazia e così via, nel corso della storia.
Il Debito è stata la principale dinamica che ha spinto questi cambiamenti - sempre con nuove variazioni ovviamente, nei diversi paesi e nelle diverse epoche storiche. Il Debito polarizza la ricchezza e la distribuzione del reddito creando una classe di creditori parassitari, il cui potere oligarchico termina quando nuovi leader populisti (i "tiranni" di Aristotele) ottengono l'appoggio popolare, cancellando i debiti e ridistribuendo la proprietà o ponendone l'usufrutto in mano allo Stato.
Dal Rinascimento in poi tuttavvia i banchieri e l'elite finanziaria ha spostato il suo sostegno politico ai regimi democratici. Questo non ha riflesso convinzioni politiche egualitarie e liberali, ma piuttosto un desiderio di maggiore sicurezza per i loro prestiti. Come James Steuart spiegato nel 1767, i prestiti verso i monarchi erano sempre rimasti affari privati piuttosto che diventare debiti pubblici, dello stato e della nazione intera (come oggi!). Perchè i debiti contratti da un sovrano diventino vincolanti per l'intera nazione, occorre quindi per i banchieri, che dei rappresentanti eletti, con il consenso quindi democratico, votino leggi che impongono tasse che garantiscano che si paghino gli interessi sui prestiti (Papademos, Mario Monti, David Cameron, Zapatero...). La democrazia consente l'espansione continua del debito e l'asservimento finanziario della popolazione meglio della monarchia e della dittatura
Dando ai contribuenti voce nel governo tramite il meccanismo delle elezioni, nel 1600 e 1700 le democrazie olandesi e britanniche hanno fornito per prime ai creditori una situazione di sicurezza per il pagamento degli interessi e il ripagamento del debito, rispetto ai re e principi, i cui debiti spesso morivano con loro e non vincolavano la nazione. Le democrazie parlamentari si sono caricate periodicamente di debiti schiaccianti, specialmente negli anni '20 ai quali è seguita la Grande Depressione. Da fine anni '70 l'espansione esponenziale del debito pubblico e privato ha portato prima a boom artificiali e ora ad un crisi finanziaria senza ritorno
Lo scenario delle finanza e mercati internazionali coi "default" e le "austerità" è quello di una guerra di conquista economica, in cui con la minaccia dei crolli valutari e finanziari, il ricatto del fallimento del sistema bancario e lo spauracchio dell'"insolvenza dello Stato" si estrae la massima rendita possibile, sotto forma di interessi. E si garantisce la restituzione totale dei prestiti tramite le stangate fiscali e i sacrifici, per "restare nell'euro ed evitare il default" anche se portano alla depressione economica. L'alternativa che nella storia si è invece spesso adottata in queste situazioni di crisi, cioè annullare i debiti e riaffermare il controllo dello stato sul settore finanziario viene semplicemente censurata da ogni dibattito sui giornali, in televisione, in parlamento e persino su gran parte del web.
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Anticamente i governanti proclamavano periodicamente una "tabula rasa" dei debiti
Far pagare degli interessi su delle "anticipazioni" di beni o di denaro non era originariamente destinato a polarizzare un economia e società come adesso. All'inizio del terzo millennio prima di Cristo il prestito era sorto come un accordo contrattuale presso i templi sumerie i palazzi reali in Mesopotamia con i mercanti e gli uomini di affari che di solito appartenevano alla burocrazia reale e caricavano interessi dell 20% (raddoppiando il capitale in cinque anni) che dovevano approssimare una congrua parte dell'utile che si aveva con commerci a lunga distanza terra commerciali o affittando altri beni pubblici quali laboratori, imbarcazioni e depositi.
Questa pratica inizialmente presso sedi del governo reale venne privatizzata dagli esattori reali che riscuotevano i canoni e gli affitti, ma la "divina regalità" proteggeva i debitori agrari cioè gli agricoltori. Le leggi di Hammurabi (ca. 1750 aC) cancellavano i debiti in tempi di inondazioni o siccità. Tutti i governanti della sua dinastia babilonese iniziavano il loro primo anno sul trono di eliminando i debiti agrari in modo da cancellare gli arretrati di interessi e rate proclamando una "tabula rasa" dei debiti. I servi, terreni, colture e altri beni o attrezzi o sementi dati in pegno ai creditori venivano restituiti ai debitori per "ristabilire l'ordine" in un ideale stato "originale" di equilibrio economico. Questa pratica è sopravvissuta ad esempio nell'anno giubilare della legge mosaica, nel Levitico 25.
La logica era abbastanza chiara. Le società antiche bisogno di eserciti per difendere la propria terra, e ciò richiedeva che i cittadini indebitati fossero liberati dalla schiavitù. Le leggi di Hammurabi protetteggevano aurighi e altri combattenti e soldati dal essere ridotti a servitù per debiti e impedivano ai creditori di prendere le coltivazioni degli contadini che lavoravano su terreni reali e terre comunali, i quali doveva fare poi il servizio militare per difendere il regno.
In Egitto, il faraone Bakenranef (c. 720-715 A.C., "Bocchoris" in greco) proclamò un'amnistia debito e abolì la schiavitù per debiti di fronte a una minaccia militare dall'Etiopia. Secondo Diodoro Sicu-lo (I, 79, scrivendo nel 40-30 aC), aveva stabilito che se un debitore contestava il credito, il debito veniva annullato se il creditore non poteva supportare le sue affermazioni producendo un contratto scritto. (Sembra che i creditori siano sempre stati inclini ad esagerare il totale loro dovuto) Il faraone motivava che "i corpi dei cittadini devono appartenere allo Stato, al fine che possa avvalersi dei servizi che i cittadini, in tempi sia di guerra e pace. Stabiliva che sarebbe assurdo per un soldato ... essere trascinato in prigione dal suo creditore per un prestito non pagato, e che l'avidità di privati cittadini non dovrebb in questo modo mettere a repentaglio la sicurezza di tutti ".
Il fatto che i principali creditori del Medio Oriente sono stati presso i i templi e palazzi reali e quindi dipendessero dai re rendeva politicamente facile cancellare i debiti. E' sempre più facile annullare i debiti nei confronti di se stessi. Anche gli imperatori romani bruciavano periodicamente i registri del debito per evitare una crisi sociale. Ma era molto più difficile da cancellare i debiti dovuti ai creditori privati ​, man mano che la pratica di far pagare interessi si diffondeva verso ovest nel Mediterraneo dopo circa il 750 A.C. Invece di permettere alle famiglie di colmare il divario tra reddito e pagamenti di interessi, il debito diventava la leva principale di espropriazione della terra, polarizzando le comunità tra oligarchie creditirici e loro clienti indebitati. In Giudea, secondo la Bibbia il profeta Isaia (5,8-9) malediceva i creditori che pignoravano gli agricoltori i quali "aggiungono casa a casa e sommano un campo all'altro finchè non rimane alcuno spazio e vivono solo loro sulle terre."
Raramente sono andati insieme nella storia il potere finanziario dei creditori e una crescita stabile dell'economia. La maggior parte dei debiti personali in questo periodo classico erano il prodotto di piccole somme di denaro prestato a individui che vivevano ai margini della sussistenza e che non hanno potevano sbarcare il lunario altrimenti. Ne seguiva la confisca dei terreni e dei beni - e la perdita della libertà personale - i debitori erano costretti in schiavitù irreversibile. Questo fenomeno del debito genera dal 7 ° secolo A.C. il sorgere dei "tiranni" in Grecia (cioè i leader popolari) che rovesciano le aristocrazie di Corinto e di altre ricche città greche, ottenendo il sostegn popolare per cancellare i debiti. In modo meno tirannico, Solone fondatre della democrazia ateniese nel 594 A.C. mette al bando la servitù per debiti.
Ma le oligarchie greche riemersero, chiamando in soccorso Roma quando i re di Sparta Agide e Cleomene Nabis suo successore cercarono di cancellare i debiti, verso la fine del III secolo. I re di Sparta furono uccisi ed i loro sostenitori cacciati. E 'stata una costante della storia fin dall'antichità che gli interessi dei creditori si opponessero sia alla democrazia popolare che al potere monarchico, in grado spesso di limitare la conquista finanziaria della società - una conquista volta a creare crediti che fruttano interessi per il pagamento dei quali alla fine viene consumato gran parte del surplus dell'economia.
Quando i fratelli Gracchi e i loro seguaci nell'antica Roma tentarono di riformare le leggi sui crediti e debiti nel 133, la classe dominante del Senato reagì con violenza, uccidendoli e inaugurando un secolo di Guerra Sociale, risolto con l'ascensione al potere di Augusto imperatore nel 29 e la fine della Repubblica.
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L'Oligarchia creditizia di Roma vinse la "Guerra Sociale", asservì la popolazione e rovinò la civiltà romana
La conquista straniera è sempre stata un fattore importante nell'imponrre debiti e i debiti di guerra sono stati la causa principale del debito pubblico nei tempi moderni. I prelievi e le esazioni dei debiti più spietati dell'antichità debito furono imposte dalla Roma imperiale, la cui classe oligarchica di creditori diffuse sistematicamente questo meccanismo spremendo in particolare l'Asia Minore, la sua provincia più prospera. Lo Stato di diritto romano veniva eroso dai diritti dei creditori portati dalle legioni romane. Mitridate, re del Ponto guidè tre rivolte popolari e le popolazioni locali nelle città di Efeso e altre dell'Asia Minore si sollevarono e uccisero 80.000 romani nel 88 A.C. L'esercito romano reagì in modo terribile e sotto Silla impose un tributo di guerra di 20.000 talenti nell'84 A.C., oneri per pagare gli interessi che moltiplicarono la somma iniziale dal 70 A.C di sei volte
Tra i maggiori storici di Roma, Livio, Plutarco e Diodoro indicarono tutti la causa principale della caduta della Repubblica nella intransigenza dei creditori che spinsero alla secolare guerra sociale, segnata da infiniti omicidi politici dal 133-29 A.C. I leader populisti cercarono di ottenere un seguito sostenendo le cancellazioni del debito (ad esempio, la congiura di Catilina nel 63-62 aC) e finirono tutti uccisi. Con il II secolo dC circa un quarto della popolazione italiana era ridotta a schiavitù e intorno al 250-280 il sesterzio d'argento si disintegrò perdendo il 99% del suo valore. Dal IV secolo con la circolazione del denaro ridotta al minimo l'economia di Roma crollò gradualmente. Nelle campagne si tornò all vita di pura sussistenza e sull'Italia e il resto dell'impero in occidente discesero secoli di depressione e oscurità.
^(continua)#http://michael-hudson.com/2011/12/democracy-and-debt/^