Smottamenti estivi di Fineco

 

  By: Moderatore on Giovedì 17 Febbraio 2005 02:14

CONTRO LE BANCHE I casi di Roma e Vicenza Derivati, prime denunce Gli imprenditori ora escono allo scoperto Derivati, qualcosa è cambiato. Emergono i primi nomi degli imprenditori che hanno accumulato debiti per avere sottoscritto questi prodotti finanziari, promossi dalle banche, che scommettevano sulla discesa dei tassi e dell’euro. Come Arnaldo Nostrali di Montebello Vicentino, valvole di sicurezza; o Aldo Segante di Roma, presidi medico-chirurgici. Accettano di raccontare la loro storia: un segnale importante, mentre si accumulano «decine di denunce» da parte delle imprese sui tavoli dell’Adusbef, che finora ha protetto i consumatori. «Le banche hanno venduto questi prodotti come fossero coperture assicurative - denuncia Gennaro Baccile, l’esponente dell’associazione che ha riferito alla Camera sulla vicenda -. Ma sono i clienti a essersi trasformati in assicurazioni. Ho tante richieste di assistenza che proporrò di costituire una divisione Adusbef per le imprese». Fra gli istituti coinvolti c’è Unicredit, ma anche la Banca Agricola Mantovana, che a Bologna, rivela l’avvocato Giuseppe Villone, «ha fatto sottoscrivere uno swap sui tassi a un’azienda che addirittura non aveva nessun affidamento». Vediamo i casi di Vicenza e Roma, con Unicredit. A entrambi gli imprenditori è stata fatta firmare la clausola Consob che li definisce «operatori qualificati». Racconta Romano Nostrali, esponente dell’Api e socio della Nostrali Arnaldo di Montebello Vicentino, 3 milioni di euro di fatturato: «Era il 2000 e, a seguito di un finanziamento, la banca ci ha proposto, in modo tranquillizzante, una copertura sui tassi. Sembrava una specie di assicurazione su eventuali rischi di sbalzi. Abbiamo firmato sulla fiducia. Ma è diventato un pozzo senza fine. Abbiamo cominciato a perdere: prima qualche milione di lire, poi decine di migliaia di euro. Era il periodo della crisi dopo l’11 settembre, i cinesi ci copiavano il marchio, da 120 mila valvole al mese siamo passati a 40 mila, nel 2003. Quell’anno per chiudere il derivato ci volevano 30 mila euro. Non potevamo. La banca ha rivisto l’operazione, dilazionando il pagamento fino al 2008. Oggi siamo a 50 mila euro. Vogliamo uscire, ma la cifra continua ad aumentare. Sono in molti, qui, nelle nostre condizioni. Vedremo come muoverci». Racconta Aldo Segante, amministratore delegato di Alse Medica, 4,5 milioni di euro di fatturato: «Il settore della sanità soffre di pagamenti molto ritardati, dobbiamo per forza fare ricorso al credito bancario. Abbiamo sempre avuto rapporti abbastanza buoni con questa banca. Nel ’99, però, per l’ennesima volta, ci hanno cambiato il tasso passivo concordato. Ci siamo lamentati e ci hanno proposto un’operazione, uno swap sui tassi d’interesse, lasciando intendere che avremmo potuto avere condizioni migliori sul prestito. Ho rifiutato dicendo che non capivo, non sono un tecnico. Me l’hanno riproposto tre o quattro volte. Nel 2000, purtroppo, ho accettato. Credevo che la banca sarebbe stata meno pressante sul mio tasso passivo, che faceva oscillare di continuo, abbassandolo quando protestavo e poi tornando a rialzarlo. Il commercialista mi ha detto: "Li conosci da 14 anni, ci possiamo fidare. Sarà un rischio compatibile con una piccola impresa". La banca mi ha assicurato che sarei stato affiancato da un esperto e che, con quest’operazione, sarei stato protetto in caso di risalita dei tassi. Ma nessuno mi ha spiegato, e le clausole del contratto erano complicate, che se quei tassi fossero scesi all’improvviso avrei dovuto pagare molto. Mi hanno fatto rimodellare l’operazione due o tre volte. Nel dicembre 2003 volevo chiuderla: ho scoperto un danno di circa 300 mila euro. Da gennaio 2004 ho pagato interessi per 190 mila euro. Se fossi stato davvero competente, non avrei mai firmato. I miei legali stanno depositando la citazione». Alessandra Puato -- corriere

 

  By: Moderatore on Martedì 30 Settembre 2003 02:03

Un’indagine della Bocconi sui costi applicati dalle banche a chi punta in Borsa Per investire mille euro se ne possono spendere anche 144 di commissioni ------------------------------------www.corriere.it/edicola/economia --------- Quanto deve rendere un’azione italiana, tedesca, o inglese per coprire i costi applicati dalle banche a chi punta in Borsa? Più dell'8,79%. E' questa la performance minima media lorda necessaria perché un investimento di mille euro in un titolo europeo risulti redditizio. Bisogna insomma aspettare che l’azione frutti più di 87,8 euro per cominciare davvero a guadagnare qualcosa. Sotto questa soglia, tutto il rendimento è mangiato dai costi bancari: quello semestrale di custodia titoli, la commissione di acquisto e vendita, le spese fisse. E se si tiene conto anche dell’imposta sui capital gain (12,5%) la performance necessaria per non rimetterci deve essere ancora più elevata. Come dire che non si è guadagnato affatto, anzi, si è perso (il 2,6%), investendo mille euro sulle blue chip italiane da gennaio a oggi, visto che il Mib 30 ha segnato in questi otto mesi un incremento del 6,2% (dato al 25 settembre). Resta in tasca qualcosa con impegni economici più alti. Perché sia profittevole un investimento di 5mila euro su un'azione europea, il titolo deve crescere almeno del 2,98%. E l'incremento dev'essere del 2,2% se si vuole che rimanga qualche soldo in portafoglio impiegando 10 mila euro. Del 2,16% è la performance minima per far fruttare, costi compresi, 10mila euro puntati su un'azione statunitense. Sono i risultati dell'inchiesta che Corriere Economia ha condotto con l'équipe di Stefano Caselli, docente di economia degli intermediari finanziari all'Università Bocconi. Nell'ipotesi di tre fasce d'investimento - mille, 5mila e 10mila euro - sui mercati europeo e americano, sono stati analizzati i costi di sei istituti: Intesa, Unicredit, Popolare di Milano, Banca di Roma, Popolare di Bergamo, Banco di Sicilia. I valori sopra riportati sono la media. L’ipotesi è estrema perché si è ipotizzato l’acquisto di una sola azione: se nel deposito ci sono più titoli, la performance minima per non rimetterci scende perché i costi di custodia vanno suddivisi. «In ogni caso si tratta di risultati sorprendenti - commenta Caselli -. E' evidente che, per coprire le spese, un risparmiatore deve portare a casa performance significative, largamente superiori a quelle dei titoli di Stato. E ragionando sui diversi livelli di investimento si può dire che la banca ha ancora una bassissima capacità di segmentazione della clientela». Si va al contrario, insomma: chi meno investe e meno titoli ha in portafoglio più paga. Quando, dice Caselli, «i prezzi minori dovrebbero essere sulle transazioni più basse, a fronte però di una consulenza nulla: non va dimenticato che il sistema bancario è un'infrastruttura con un costo». Nel caso dell'investimento di mille euro in un'azione europea, in cima all'ipotetica classifica delle banche più costose c'è Unicredit: spese comprese, un titolo acquistato in questo istituto (che fa pagare 50 euro al semestre solo di custodia titoli) deve rendere almeno il 14,4% per essere redditizio. Un record. La banca più conveniente, per questo lotto, è la Popolare di Bergamo, dove la performance minima necessaria è del 4,37%: un terzo. Le soglie scendono puntando 5mila euro su un'azione europea. In questo caso, la banca meno vantaggiosa risulta la Popolare di Milano: bisogna che il titolo superi il 4,84% di rendimento perché si cominci a guadagnare qualcosa. L'istituto più conveniente in questa fascia si rivela invece Banca Intesa, con una performance minima necessaria a coprire i costi del 2,1%. Raddoppiando l'investimento a 10 mila euro le percentuali si abbassano ancora, ma non dappertutto.Gli istituti dove appare meno conveniente aprire un portafoglio titoli sono la Popolare di Milano per le azioni italiane e Unicredit per i titoli Usa. Le più convenienti sono, rispettivamente, Banca Intesa e Banca di Roma. Anche considerando i titoli che hanno guadagnato di più da gennaio a oggi, risulta evidente l'incidenza dei costi. Capitalia, ad esempio, è stato il migliore del Mib 30, con un »82,04%: ma il rendimento effettivo appare del 67,6% nel caso di mille euro investiti con Unicredit, del 76,63% e del 78,35% per 5mila e 10mila euro investiti con la Popolare di Milano. I costi si mangiano, insomma, fino a 14 punti percentuali e mezzo. Cable & Wireless è il titolo inglese che si è rivalutato di più, con una performance del 170%, ma a compararne mille euro in Unicredit si sarebbe guadagnato il 155,9%, con 144 euro di costi. Commerzbank è stata la regina di Francoforte, con un »76,35%, ma acquistandone 5mila euro alla Popolare di Milano si sarebbe guadagnato il 70,98%, con 268 euro di spese. E Amazon è stata la stella del Nasdaq, crescendo del 164,7%. Ma metterla in portafoglio con Unicredit, nella nostra simulazione, avrebbe abbassato il rendimento al 159,87%, con 483 euro di costi.

 

  By: Paolo Gavelli on Martedì 29 Luglio 2003 17:14

azz, lanci, perchè mi risvegli dal torpore estivo pre-short? io opero con imiweb sui derivati (le commissioni sono buonine, direi- 10 euro/andata e ritorno sui mini usa)-, ma da oggi sono inferocito: fanno una gran pubblicità quando abbassano le commissioni su un prodotto e tacciono da furbetti di mezza tacca quando le alzano? siamo proprio in un paese di *****: ogni giorno una notizia utile a farci diventare razzisti nei confronti di noi stessi... ebbene sì, sono autorazzista 2ali

 

  By: Aleff on Martedì 29 Luglio 2003 16:42

Scusate l'intromissione. Zibordi mesi fà citava un broker www.interactivebrokers.co.uk, dicendo che è ok. Ho analizzato i costi (molto + competitivi rispetto ai broker nostrani), ho visto la demo della loro piattaforma (non male). Siccome vorrei provare a lavorare con loro (visto che mi sono rotto di fineco, imi & C.) desideravo sapere se per caso qualcuno di voi ha già un'operatività con questi signori ed eventualmente se ha avuto problemi e e di che tipo. Grazie a tutti per l'attenzione. Aleff

 

  By: GZ on Martedì 29 Luglio 2003 16:25

yes, i broker esteri che fanno pagare 5 euro andata e ritorno (2.5 per lato)

 

  By: lanci on Martedì 29 Luglio 2003 16:15

ok GZ, è proprio questo il punto, io sono del cancro e ci sono arrivato appena dopo due anni (è notorio che noi siamo più perspicaci). Le commissioni uccidono più del fumo. Imiweb ha aumentato , nel mio caso, le sue da 8,8 a 23 euro (+160%). Lei non è d'accordo che se uno può cambia broker? oppure ho malinterpretato il suo intervento? Lanci

Un concetto che ho impiegato 4 o 5 anni a capire - gz  

  By: GZ on Martedì 29 Luglio 2003 15:58

Un concetto che ho impiegato 4 o 5 anni a capire (noi del segno del toro siamo un poco lenti) e che illustro per chi come me non lo avesse afferrato al volo Se hai una gestione attiva in derivati e supponiamo un conto ad es. da 100 mila euro su derivati, per propria gestione privata o per conto terzi e effettui 20 eseguiti al giorno in media (ad es 10 operazioni da 2 lotti o 2 operazione da 10 lotti..). A) Se paghi 20 EURO per eseguito (andata e ritorno, compra e vendi) 250 giorni lavorativi X 20 = 5mila eseguiti 5.000 eseguiti/anno X 20 euro = 100 mila euro di COSTI DI COMMISSIONI OVVERO I COSTI UGUALI AL 100% del CAPITALE INIZIALE ! Quindi con 100 mila euro sul conto e facendo 20 lotti al giorno devi guadagnare 100 mila euro solo per pagare i costi di commissione! B) Se invece paghi 5 EURO per eseguito (andata e ritorno, compra e vendi) 5.000 eseguiti/anno X 5 euro = 25 mila euro di COSTI DI COMMISSIONI OVVERO I COSTI UGUALI AL 25% DEL CAPITALE INIZIALE Se hai una gestione molto attiva in derivati pagare 20 euro (andata e ritorno) o pagare 5 euro (andata e ritorno) fa una differenza ENORME, per la precisione di 75 mila con cui alcuni riescono a mantenere una famiglia

 

  By: specu00 on Martedì 29 Luglio 2003 15:20

buongiorno, io opero con imiweb. naturalmente per ciò che concerne la borsa italiana e il dax (mi richiedono un certo numero di eseguiti, altrimenti pagherei anche io un canone) per altre operazioni come quelle che Lei ha elencate le tratto con MF Financial condizioni favorevoli operatore che risponde in italiano ed inoltre trattano le commodities (se non erro si possono shortare anche le azioni italia....non mi chieda i parametri di costo perchè non l'ho mai fatto) a presto

è vero, dal 30 giugno sono 20 sacchi - lanci  

  By: lanci on Martedì 29 Luglio 2003 14:43

credo che questo topic possa essere adatto al tema. Ci sarebbe da ridere se non ci fosse da piangere (è una tautologia?) Bene, bando alle ciance, opero con Imiweb e Directa, prima operavo anche con Fineco ma le commissioni da 20 euro sull'eseguito americano irritavano la mia delicata epidermide. Con Imiweb le condizioni non erano male, cioé applicavano lo 0.19% anche sul mercato americano (con un minimo di 5 euro) e una commissione dello 0,1% sul controvalore dell'operazione per il cambio. In parole povere, stante che attualmente la mia posizione tipo è di 3.500 usd, le commissioni per operazione ammontavano a circa 8,80 euro. A fronte delle commissioni accettabili c'è da dire che con Imiweb non puoi operare con tutti i titoli del Nasdaq, ma solo con quelli che loro trattano di più, ovvero su 10 ticker che immettevo in acquisto mediamente me ne accetta 5 o 6. Vabbè non si può avere tutto. Per caso, dico PER CASO, questa mattina sono andato a rivedermi le condizioni di Imiweb per l'America. Le commissioni per eseguito sono ora 20 EURO più la commissione 0.1% sul cambio. Penso che ci deve essere un equivoco (un quiquoquà) e telefono. Chiedo conferma delle nuove commissioni e se è vero se pensano veramente di applicarle: sì caro Signore è vero dal 30 giugno sono 20 sacchi per eseguito e che se no non ci stiamo dentro e l'inflazione e gli alimenti da pagare alle ex mogli dei dipendenti e costi dell'asilo nido dei nostri bimbi e Lei naturalmente capirà e comunque se vuole trattare il mercato delle vacche delle commissioni la mettiamo in contatto con il nostro promotore che vedrà la tratterà bene e io naturalmente sono proprio contento di trattare le mie vacche con il loro mediatore. Poverini non ci stanno dentro capite, neanche facendo pagare anche le piattaforme di trading. Oh, io sono un tenerone, mi comprenderete, non ho cuore di far soffrire nessuno in cotesto modo neanche il mio cane, se non ci stanno dentro non ci stanno dentro non c'è nulla da fare e io non me la sento di provocare con i miei SEIMILA euro di commissioni in un anno le loro perdite di esercizio. Ergo, spostato immediatamente tutto il conto imiweb su Directa, 10 usd per eseguito equivalenti a 8,7 euro, nessuna commissione sul cambio, pressoché tutti i titoli del Nazz a disposizione. Che ne dite? Nessuno di voi opera con imiweb?

 

  By: gldm on Lunedì 28 Luglio 2003 13:58

Il Conto è stato sistemato sabato. La prima comunicazione ufficiale di Fineco è la lettera che allego, inviatami venerdi alle 18,14. Da: "Fineco - The New Bank" <helpdesk@fineco.it> / Questo è Spam / Aggiungi alla Rubrica A: gialude@yahoo.com Oggetto: Fineco: Comunicazione Urgente Data: FRI, 25 JUL 2003 18:14:14 +0200 Gentile G. D., siamo spiacenti per il disguido tecnico, assolutamente eccezionale, intervenuto nella giornata di oggi che le ha causato una errata visualizzazione del saldo operativo. Siamo consapevoli che un saldo errato possa causare dei disagi temporanei alla sua operatività, ma desideriamo rassicurarla che i nostri tecnici monitorano costantemente il sistema e sono sempre pronti a intervenire per risolvere situazioni del genere. Le confermiamo che attualmente il saldo è correttamente aggiornato al margine operativo da lei impiegato e che da domani la visualizzazione del saldo sarà comprensiva anche del risultato utile/perdita per le operazioni da lei effettuate. Desideriamo ricordarle l'importanza che riveste per FINECO la qualità e l'efficienza del servizio offerto ai clienti. Pertanto, faremo in modo che in futuro non si verifichino più disguidi di questo genere. Scusandoci nuovamente per il disagio, le porgiamo cordiali saluti Fineco The New Bank Customer Care

 

  By: gldm on Venerdì 25 Luglio 2003 16:45

Perdura il silenzio. Comunicazioni ufficiali ZERO. Soldi sempre mancanti dal conto. Giù il cappello: ci vuol del talento per raggiungere punte così alte di masochistico (mal)trattamento della clientela.

 

  By: gldm on Venerdì 25 Luglio 2003 13:21

Questa la mail che ho spedito stamane a Fineco. "Spett.le Fineco mi spariscono stamane dal conto circa 10500 euro e da parte vostra nemmeno uno straccio di comunicazione. Passo lungo tempo in attesa, allarmato, al telefono con il vs numero verde per poi sentirmi dire da un vs gentile signorina che tutti coloro che hanno operato sul Fib il giorno precedente hanno avuto lo stesso problema e che provvederete. Non solo da parte vs non vi è stata comunicazione del problema, che non mi pare così lieve, ma non vi è tuttora comunicazione circa i tempi di rispristino del conto corrente. Mi pare che comportamenti di tal genere vi saranno certamente di aiuto per la fidelizzazione della clientela. Complimenti davvero!"