Hobi, io ho un amico a Londra che è dovuto fuggire dall'Italia 5 anni fa sul picco della crisi edile (lui è un piastrellista/muratore). Prima 2 anni in Germania (con la famiglia quia a casa) a lavorare a basso prezzo (ma ameno c'era lavoro) e poi per caso lo chiamano a Londra. Dopo qualche mese decide il trasferimento di tutta la famiglia e abbandona l'Italia definitivamente (lasciando qua una bella casa costruita con fatica (3 mila metri di terreno)). A distanza di due anni ha già preso un rudere alla periferia di Londra e i due figli (15 e 17) frequentano scuole professionali da elettricista e idraulico.
Possiamo criticare gli inglesi fin che vogliamo ma in questi ultimi mesi hanno raggiunto il picco storico nel settore edile che poi è oggi l'unico settore sicuro che giocoforza può attivare un mercato interno (perchè hai bisogno che la forza lavoro sia sul posto). Dice lui che li si fa tutto in nero, nei cantieri arrivano flotte di albanesi che nessuno controlla e in pratica hanno supreliberalizzato il settore. Dice che se cerchi lavoro (e ti adatti ovviamente), in un giorno trovi almeno 5 aziende che sono disposte a farti lavorare. Come cameriere, come saldatore o come qualsiasi altro lavoro "umile". A suo dire l'Italia, paragonata con l'Inghilterra, è completamente finita, non c'è più lavoro e non c'è più la possibilita di fare lavoro in nero... e le cose dovranno per forza andare peggio.
Purtroppo in Italia ci sono troppe persone che fanno i conti in tasca agli altri. E allora tutte le volte parte la litania dell'evasione fiscale, dei diritti acquisiti, dei debiti da ripagare e dei privilegi che non si toccano. Mai un'idea su come liberare la forza selvaggia del mercato. Diamo spazio alle idee dei nostri acculturati da trapazzo e ci gongoliamo nei discorsi fini, nei discorsi filosofici. Purtroppo il mercato non è poesia, il mercato si alimenta con azioni molto spesso incontrollabili e fuori dalle regole. Il mercato non lo fanno 4 vecchi rimbambiti di intellettuali messi nei saloti a sparare minchiate
Purtroppo in Italia mancano gli spiriti animali. Non me la sento di criticare Milano. Milano è una grande città europea che potrebbe rinascere se solo la si lasciasse libera di intraprendere. A Milano Sala sta usando i commercianti come bancomat per la politica e in questo modo strangola le piccole attività (ma è così in tutti i settori delle iniziative familiari). A Milano c'è un sottofondo di piccole imprese nel settore dell'informatica, del web design e dello stile in genere che non riescono a decollare proprio per via di questi intellettuali straccioni che badano solo alla forma oltre che naturalmente al loro portamonete e per questo si sacrifica il mercato. Milano è sicuramente una città con potenziale enorme ma purtroppo la dobbiamo usare come bancomat.
Non abbiamo bisogno di patrimoniali o di tasse sugli immobili, non abbiamo bisogno di sconfiggere la fisiologica evasione fiscale. Via tutte le tasse sugli immobili, via tutti i registratori di cassa. Abbiamo bisogno ristrutturazioni feroci e di conseguenti licenziamenti nella fascia impiegatizia dello Stato (togliamo soldi alla politica). Abbiamo bisogno di DEREGULATION come dell'ossigeno che respiriamo...
Lunga vita a Milano...
– Ho imparato a non fare lotta con i maiali. Ti sporchi tutto e, soprattutto, ai maiali piace...