By: alberta on Lunedì 14 Febbraio 2011 03:01
La crisi del debito pubblico nell'Eurozona è dovuta alla sfiducia nella capacità di alcuni paesi di risanare le finanze pubbliche: lo dimostra il fatto che Stati Uniti e Giappone stanno peggio, ma la crisi dei titoli di Stato è scoppiata qui. Un recente studio del Fondo monetario internazionale ha infatti stimato che gli Stati Uniti avrebbero bisogno di un aggiustamento fiscale di quasi 12 punti percentuali del Pil nel prossimo decennio per poter stabilizzare il debito al 60 per cento e il Giappone 13 per portarlo all'80 per cento; ma soltanto 5,5 punti, nel suo complesso, l'Eurozona per rientrare al 60 per cento.
_________________________________
Su questo articolo di Penati, ho dato una mia personale risposta nel Meglio poc'anzi (lo spessore dell' articolo fa veramente poco onore al personaggio che, ad esempio, non ha dedicato neanche un rigo del suo intervento al rapporto di cambio USD/ altre valute nel corso degli ultimi anni, fondamentale per parlare di "saldi commerciali esteri" a valori costanti.
Pittosto questo è un link che il "professore di Finanza aziendale all'Università Cattolica", dovrebbe tenere sempre attivo sul desktop del suo PC personale.
http://www.usdebtclock.org/ ,
poi leggersi questo parere del mitico Ron Paul
http://www.zerohedge.com/article/ron-paul-says-next-us-crash-will-be-comparable-soviet-union-claims-qe2-total-failure-and-fed
... e poi capire che la situazione dell' Italia, che sembra così spaventosa...
" Così, a metà 2010, 837 miliardi di titoli pubblici italiani su 1.587, erano in mani straniere: un dato che amplifica la possibilità di una crisi di fiducia nella capacità dello Stato di tassare i propri cittadini per onorare gli impegni con gli investitori esteri. Né si può contare sul risparmio privato degli italiani che, in caso di crisi, farebbero a gara con gli stranieri nel disertare Btp e Cct. A fine 2010 supereremo i 1.800 miliardi, più di Spagna, Portogallo, Grecia e Irlanda messi assieme. Quasi il 120 per cento del Pil: siamo tornati intorno ai livelli del 1993-95, subito dopo il crollo della lira, prima degli anni del rigore per entrare nell'euro"
....in assoluto, rappresenta ben poca cosa rispetto alla situazione, che lui stesso definisce ben peggiore di USA e Giappone:
"lo dimostra il fatto che Stati Uniti e Giappone stanno peggio, ma la crisi dei titoli di Stato è scoppiata qui. Un recente studio del Fondo monetario internazionale ha infatti stimato che gli Stati Uniti avrebbero bisogno di un aggiustamento fiscale di quasi 12 punti percentuali del Pil nel prossimo decennio per poter stabilizzare il debito al 60 per cento e il Giappone 13 per portarlo all'80 per cento; ma soltanto 5,5 punti, nel suo complesso, l'Eurozona per rientrare al 60 per cento."
Quindi se anche i professori europei non spiegano che i "fondamentali" sono favorevoli all' Eurozona rispetto agli USA, e si fanno prendere dal panico delle crisi "pilotate", come pensiamo che gli investitori possano essere più freddi e lucidi nelle loro analisi giornaliere e non fondamentali.
E niente "politica" spicciola nelle risposte, per favore......