By: VincenzoS on Domenica 14 Settembre 2014 10:44
X Gianlini
Dopo essere stata la principale fonte di energia elettrica fino agli anni Sessanta (82% del totale), la quota di questa fonte rinnovabile è progressivamente diminuita, mentre la quantità prodotta è rimasta costante. Negli anni Ottanta, la quota dell'idroelettrico era già ridotta al 25%, mentre la produzione termoelettrica, nello stesso periodo, era passata dal 14 al 70%. Questo è dovuto alla maggior richiesta di energia...
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Bravo Gianlini, hai centrato il punto. Il vero costo di ogni prodotto, bene o servizio che sia, è quello energetico. Negli anni '50 e ancora in quelli '60 l'Italia, paese trasformatore per eccellenza, è cresciuta a ritmi vertiginosi grazie al basso costo dell'energia. Abbiamo iniziato a fermarci con la prima crisi petrolifera. E' infatti proprio a partire dai primi anni '70 che il debito pubblico inizia a crescere; il "divorzio" non c'entra niente. Sul finire degli anni '90 abbiamo poi goduto di una tregua perché il petrolio era tornato a 10-15 $ al barile, ma con l'ingresso della Cina nel WTO tutte è cambiato.
Invece di prendere atto di tutto ciò e pensare a una seria politica energetica che includesse la costruzione di centrali nucleari (è vero, ci sono alti costi di de-commisioning, ma sono spostati molto in avanti negli anni, e per 30-40 anni paghi poco), ci siamo dilettati con i referendum.
Invece di investire su un sistema di trasporti efficiente e che quindi riducesse l'uso di energia richiesto per portare un prodotto da A a B, abbiamo lasciato che ogni sindaco di Roccapuzzola di Sotto avesse voce in capitolo nella costruzione delle infrastrutture.
E invece di investire nella formazione di ingegneri, fisici, chimici, tecnici in generale, cosa per la quale ci vuole una scuola seria che formi a tutto tondo, abbiamo lasciato la scuola in mano a personaggi che insegnavano la rivoluzione (non importa se di sinistra o di destra), per cui oggi ci ritroviamo un mare di figure inutili come avvocati, psicologi, sociologi e tuttologi di ogni risma.