By: Trucco on Martedì 21 Aprile 2015 22:19
Beh sì in termini di legge di successione hai ragione tu Gianlini...
Io però la vedrei in modo diverso. Il Figlio disconosce in numerose occasioni quello che diceva il Padre.
E qui si aprono due opzioni. Uno potrebbe dire: il padre è al 100% divino, il figlio solo al 50%, dunque il primo è più attendibile, giusto? Addirittura il figlio è talmente ... "prodigo" di modifiche alla dottrina, che gli ebrei comprensibilmente non riescono ad accettare che possa essere il figlio di suo padre, un po' come quei mafiosi che non sanno che pesci prendere quando al boss subentra un figlio pacifista... Questa è la linea giudea diciamo, ma anche i Testimoni di Geova non si discostano più di tanto, ridimensionando Gesù come angelo Michele incarnato (quindi essere più che umano, ma meno che divino).
La teologia cristiana invece segue il tuo ragionamento. Il Padre in realtà non avalla più di tanto il Figlio, però è pur vero che non gli fa fare la fine di quelli che osavano contraddirlo nell'Antico Testamento. E secondo il principio del "chi tace acconsente" verrebbe da pensare che è d'accordo. Dopo tutto è Lui che dice "questo è il mio figlio prediletto" (al che Pietro borbottava "bella forza, siete la stessa persona, quindi vuoi più bene a te stesso Dio! ma quella storia che bisogna volere bene al prossimo come a se stesso vale solo per noi umani sfig.ati? Mettiamo anche che non foste membri dello stesso io, ma ti pare giusto che un padre faccia delle preferenze, eh?").
In questa seconda lettura tocca constatare che l'Altissimo ha cambiato idea.
Un dio che cambia idea, come quello cristiano, secondo me è più simpatico in effetti di uno che è onnisciente e quindi non può cambiare mai idea. Però non si può dire che sia onnisciente.