Cosa dire delle Banche Italiane ??? - alberta
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By: alberta on Mercoledì 04 Maggio 2011 23:25
04 05 2011 Ancora sulle banche Italiane pronte a saltare.
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Direi che c'e' poco da sorprendersi, i banchieri sanno benissimo che l'Italia saltera' per aria e trascinera' l'euro nel baratro. Le sofferenze bancarie sono arrivate a 90 miliardi, in pratica se in questo momento liquidassi tutto il sistema bancario italiano al curatore fallimentare non rimarrebbe nulla da distribure.
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A parere di Anti e anche per tanti altri, per la verità, è da almeno due anni che il sistema bancario italiano e l' Italia paese sono sempre pronti a saltare per aria, l' Euro sarà abbandonato e via discorrendo.
Passa il tempo e, come l' esperienza ci insegna, se non si avvera una previsione, peraltro così estrema, è probabile che ci siano stati degli errori di valutazione al momento di mettere giù l'ipotesi, oppure che le informazioni sulle quali la previsione è stata fatta fossero quanto meno carenti (se non del tutto sballate), oppure il timing sia quello sbagliato.
Personalmente ho più volte scritto degli articoli e postato anche qui delle opinioni, di contenuto diametralmente opposto... e per adesso lo "stellone italiano" (diranno i pessimisti), ha funzionato.
L' Italia non è saltata, anzi sembra essere stata quella meglio messa nell' affrontare la crisi e, pur partendo da fondamentali potenzialmente molto problematici, può adesso vantare una situazione complessiva quasi "idilliaca" rispetto ai cd. PIGS e migliore anche rispetto ad economie Euro e non Euro ben più blasonate (cioè AAA ).
I pessimisti diranno che sono gli altri Paesi ad essere alla frutta, non certo l' Italia che sta meglio: chi si occupa di valute sa benissimo che trattasi di un ragionamento tautologico. I rapporti di cambio si stabiliscono sempre rispetto ad un'altra valuta, o basket di valute: quindi se altri stanno peggio, significa che nel panorama mondiale, l' Italia sta meglio di due anni addietro.
Ma adesso metto da parte l' Italia Paese, potrebbe essere un Paese economicamente pronto a collassare ed io non me ne sono ancora accorto, una causa persa insomma (non sono d'accordo, come detto, ma per un attimo mettiamo da parte il rischio sovrano Italia).
Torniamo invece alle banche italiane, sulle quali ho già speso tanto inchiostro per dimostrare che, numeri alla mano, sono state le migliori durante la fase acuta della crisi (mi sembra che nessun Istituto, grande o piccolo sia stato nazionalizzato; i cd. Tremonti Bond, i pochissimi che li hanno sottoscritti, sembra francamente che lo abbiano fatto più per motivi politici di "opportunità", che per reali necessità.
Non abbiamo avuto code agli sportelli per ritirare i depositi (almeno un paese che vanta la AAA, invece si, eccome), nessuna fuga dei risparmiatori dalle stesse obbligazioni bancarie italiane (tutte quelle europee sono garantite dagli Stati sovrani, mi direte, ma se la Germania sta meglio dell' Italia, preferisco da risparmiatore comprare debito DB al posto di ISP od UC, tanto rende quasi uguale).
Al contrario, altri Paesi di area Euro solidissimi, in apparenza, hanno dovuto nazionalizzare banche, e non piccole, immettere capitale in quantità anche nelle più grosse e sbandierare ai quattro venti che non c'erano problemi di solvibilità, avendo avuto dei deflussi importanti.
Adesso alcune banche italiane hanno lanciato, prima di altre europee, degli aumenti di capitale per Basilea 3, ed al di là di un effetto annuncio negativo sulle quotazioni di breve durata, nessuno, dico nessuno degli azionisti di maggioranza o di riferimento, ha comunicato che intende non aderire, riducendo le proprie partecipazioni.
Ma c'è di più: gli stessi azionisti, che pur dovrebbero essere più che scontenti, direi enormemente preoccupati per la sorte dei loro "importanti investimenti", non appena venivano ventilati possibili "appetiti" stranieri, sono scesi in campo a difendere "l' italianità" del sistema bancario, grande e piccolo, immediatamente spalleggiati dall' intero sistema politico italiano (dimostratosi incredibilmente bipartisan come in poche altre occasioni) e, numeri alla mano, tutti si sono detti pronti ad arrotondare le proprie partecipazioni azionarie, qualora fosse stato necessario.
Poichè, com'è noto, i maggiori azionisti delle Banche italiane sonoancora le Fondazioni (che amministrano denaro privato, ma con finalità sociali, certo non speculative) ed alcuni dei primari gruppi industriali ed assicurativi (a volte con incroci poco lineari, ma in Germania sappiamo che è molto peggio e non da ieri), che possono, anzi, devono dar conto e ragione ai loro azionisti o, peggio, alle proprie sostanze "familiari".
Quindi se altrove il sistema bancario fosse più solido e affidabile, perchè investire ancora in Italia e non diversificare nei più solidi paesi del Centro- Europa ??????
Morale della favola: acquistate le solite, quando vengono massacrate (ci sono vari post con nomi e prezzi).
Ultima annotazione: anche al culmine della crisi, le compravendite di sportelli bancari resesi necessarie per motivi di eccessiva concentrazione territoriale, non hanno certo visto prezzi stracciati rispetto a 4/5 anni addietro, quando ci trovavamo al culmine delle bolle varie.
Meditate, gente, meditate..