BCE, FMI, Cipro, Grecia, Portogallo, Irlanda...

 

  By: antitrader on Venerdì 04 Novembre 2011 11:47

Quella roba li' che ho letto in parte (poi mi son rifiutato) e' un superconcentrato di boiate pazzesche. Purtroppo Barnard (seppure ottimo giornalista) si e' andato a impegolare in una materia che non padroneggia, e cosi' si e' messo a ripetere le boiate che circolano nella rete sintetizzabili in una sola frase: "stampa e magna". La moneta sovrana ce l'hanno praticamente tutti gli stati (tranne l'Europa) peccato che gli stati poveri la loro moneta sovrana se la possono infilare in quel posto, per mangiare devono procurarsi dollari (o euro).

 

  By: eumeo on Venerdì 04 Novembre 2011 11:38

Chiarissimo Dott. Zibordi. Vorrei segnalare, a supporto, che circa un anno fa Paolo Barnard, che io considero attualmente il miglior giornalista italiano, ne "Il più grande crimine" ha analizzato la crisi attuale in ottica MMT, spiegando come altro non sia se non il frutto di un progetto culturale trentennale delle elites mirato a depredare gli Stati nazione della sovranità, passando per la depredazione della sovranità monetaria. Il succo de "Il più grande crimine" è appunto che la spesa a deficit dello Stato è l'unico meccanismo in grado di produrre ricchezza "dal nulla", e che lo Stato a moneta sovrana non puo' fallire in quanto non si indebita con nessuno. L'alternativa è acquisire la moneta sul mercato dagli strozzini, con i risultati che stiamo conoscendo.

 

  By: gianlini on Venerdì 04 Novembre 2011 10:39

Trucco a parte pane e latte in bielorussia comprano tutto con il dollaro, pilu compreso.....(lasciatemi passare la battuta)

 

  By: hobi on Venerdì 04 Novembre 2011 10:35

Chi parla di stampare,invece di scrivere tanto,dovrebbe aggiungere una sola parola per far capire che ha compreso il problema. TAGLIARE. Ovviamente prima o contemporaneamente. Hobi

 

  By: manx on Venerdì 04 Novembre 2011 10:33

se lo stato spende più delle entrate o le banche erogano di più per compensare, aumenta sempre o il debito dello stato o quello delle famiglie e delle imprese . Che è quello che è accaduto . Andare in pareggio di bilancio arresta il debito statale ma se le banche immettono altri ulteriori 100 aumentano i debiti di famiglie , sempre debito è Se si deve ridurre il debito di stato e famiglie il tenore di vita deve calare : o non si pagano i debiti , troppo comodo , o si spinge l'inflazione , che è la stessa cosa mascherata. Ma una diminuzione dell'erogazione statale o delle banche provocherebbe un calo del tenore di vita che si riproporziona a quello della ricchezza reale non gonfiata dal debito . L'unica è avere la capacità di inventarsi del nuovo lavoro , e quindi ricchezza , oppure eliminare gli sprechi improduttivi , aumentare la produttività statale e il beneficio in servizi . Lo stato incassa 1000 , spende 900 ma migliorato in modo che eroghi servizi da 1000. E da noi se si fa un paragone di efficienza statale con paesi nordici si potrebbe teoricamente erogare servizi da 1100 con spesa da 800 , perchè di margini in sprechi ruberie e produttività ce n'è in abbondanza.

 

  By: Trucco on Venerdì 04 Novembre 2011 10:28

pardon, cancello intervento uscito due volte

 

  By: Trucco on Venerdì 04 Novembre 2011 10:22

Moderatore cosa vuol dire se la Grecia dirà no all'euro svaluterà del 60% in poche ore? svaluterà CHE COSA? non hanno più la dracma, quindi il problema è come escono dall'euro, che cosa convertono in nuove dracme oltre ovviamente ai titoli di stato locali (con un meno 60% si alleggerirebbero pure un bel pò il debito senza fare niente! poi possono monetizzarlo e abbassare gli interessi sul debito restante a livelli più normali). Francamente io spererei in una fuoriuscita della Grecia, perché si crei un precedente, si crei consapevolezza di quel che un ripristino di una valuta ante-€ significherebbe per una nazione, quali restrizioni verrebbero successivamente imposte in quella nazione per impedire che di fatto la gente continuasse ad utilizzare euro negli scambi anziché pezzi di carta con sopra scritto "dracma". Io onestamente penso che l'Italia beneficierebbe di un ripristino della lira, soppesando tutti i pro e i contro mi aspetterei una leggera prevalenza dei vantaggi, nel caso della Grecia francamente non lo so. Ad esempio, in Bielorussia come fanno a imporre il rublo bielorusso nelle transazioni? dipendenti pubblici e pensionati ovviamente ricevono questa valuta, ma tutti gli altri? come si fa a far circolare una valuta che ha perso ogni credibilità? come si fa ad aspettarsi che qualcuno possa voler addirittura investire in titoli espressi in quella valuta soggetta ad iperinflazione? Ecco, magari osservando il precedente della Grecia potrei persino cambiare idea sulla convenienza del ritorno alla lira in Italia. Resterò sempre dell'idea che sarebbe stato meglio per noi come per altre nazioni, non entraci, come ha fatto la Gran Bretagna ad esempio, sul fatto però di poter tornare indietro dopo aver sperimentato una valuta forte per 10 anni, e far di nuovo accettare alla popolazione una valuta altamente inflazionabile, ecco, non saprei se sia fattibile.

 

  By: Gano* on Venerdì 04 Novembre 2011 10:09

Concordo con Tradeoscar. Vorrei aggiungere sulle cause delle crisi economiche un vissuto personale: spesso si parla della crisi giapponese come causata dal cattivo credito e dalla speculazione edilizia. Non sono del tutto d'accordo. Nel gennaio 1990 ero studente universitario in visita a Tokyo. In Ginza c'era la fiera dell' innovazione elettronica che mi capito' di visitare. Ricordo che nell' era in cui uscivano i meravigliosi ed innovativi Macintosh, Microsoft tirava fuori Windows 3.0 e la Intel produceva CPU per i PC di tutto il mondo, la fino ad allora famosissima, stimatissima ed egemonica industria dell' elettronica di consumo giapponese era capace di tirare fuori come innovazione solo enormi e costosissimi televisori a definizione altissima che non so in quanti alla fine avrebbero poi comprato. Rimasi sorpreso che l' elettronica del Grande Giappone non riuscisse a tirare fuori niente di meglio. Ebbi l' impressione che nel mondo qualcosa stava cambiando: si andava dalla supremzia dell' hardware (cioe' dei set -televisori, radio, memorie di massa...-), fino ad allora feudo esclusivo dell' industria giapponese, alla supremzia del software (cioe' dei sistemi dinamici, -software, CPU, PC, sistemi grafici, simulazioni, reti dati...-) dove gli americani la facevano da padroni. Oltretutto sul fronte dell' hardware i giapponesi si stavano gia' trovando da qualche anno a competere su un altro fronte, quello con i paesi emergenti a basso costo del lavoro, come Taiwan e la Corea. Di li' le traversie dell' economia giapponese, la crisi immobiliare, quella delle banche e del Nikkei, che tutti noi conosciamo. Infatti la crisi immobiliare e delle banche non era la causa, ma l' effetto della crisi giapponese. Un sistema industriale fino ad allora profittevolissimo, quasi monopolista, che poteva garantire qualsiasi tipo di credito, anche il piu' strampalato, si e' all' improvviso trovato in difficolta' e con meno capacita' di fare fronte ai crediti che gli erano stati concessi, spesso anche con molta superficialita'. La difficolta' strutturale e non piu' congiunturale del sistema bancario e creditizio ha portato come ovvia conseguenza al crollo del prezzo dei beni immobili. In altre parole: il prezzo degli immobili si adatta all' economia del paese e non viceversa. A Montecarlo le case costano 20.000 euro il mq. Ma se trasporti Montecarlo in Basilicata, quelle stesse case ne costano 1000 di euri. In Giappone negli anni '90 e' successo qualcosa del genere:ha dovuto ridimensionare l' economia ad un' industria che non era piu' all' altezza di quella di una volta: attenzione ora all' industria dell' auto. Toyota da meno di un mese non e' piu' il primo produttore di automobili del mondo... Quello dell' industria dell' auto potrebbe essere il secondo tonfo per l' economia giapponese.

 

  By: traderosca on Venerdì 04 Novembre 2011 09:47

Bell'intervento come al solito di Zibordi,ma un po' troppo scolastico. Le cause e i rimedi delle crisi economiche e dei relativi cicli,sono molteplici, sino dal 1800,insigni economisti,filosofi,ecc.hanno scritto e documentato tesi di cui sono scaturiti anche movimenti politici,ma nessuno ha centrato il problema in modo universale,probabilmente le economie nel tempo per ovvi motivi si modificano e i fenomeni che si registravano nel 1800 sono completamente diversi da quelli attuali.Oltre ai problemi di natura monetaria che sono stati ampiamente trattati,vi sono altri motivi perchè un'economia vada in crisi o viceversa. Fra le più importanti cause,la distribuzione della ricchezza,se concentrata in pochi soggetti e in quale percentuale e la concentrazione dei monopoli che elimina quel meccanismo che è alla base di un sano capitalismo,la concorrenza!!e che blocca ogni iniziativa e progresso dell'umanità................ "il capitalismo produce, nel suo stesso svolgersi, un'atmosfera sociale - un codice morale, se il lettore preferisce - ostile ad esso; e quest'atmosfera, a sua volta, produce politiche che non permettono ad esso di funzionare".

 

  By: Gano* on Venerdì 04 Novembre 2011 09:46

Se, come spero, cominceranno a capire qualche cosa, la BCE inizierà a stampare moneta e , come accade in america, avremo una bella inflazione (non dichiarata) che taglierà il debito indebolirà l'euro, e impoverirà ( senza che se ne accorgano le masse)tutti. -------------------------------------------------------------------------------------------- Concordo. Per questo ho comprato ieri l' altro il BTP decennale italiano che rende il 6%. Con una bella inflazione al 6 o al 7 % e con i debiti dei PIIGS salvati, in quanti resteranno sul bund che rende l' 1,7% e costa 137? L' inflazione inpoverirà le masse MOLTO meno delle tasse, delle patrimoniali e dei tagli da lacrime e sangue che venivano prospettati. L' inflazione inoltre e' molto piu' democratica: colpirà in maniera uguale TUTTI i paesi della zona denominata in euro, dalla germania alla grecia, mentre i tagli e i sacrifici avrebbero colpito esclusivamente i PIIGS.

 

  By: kutstone on Venerdì 04 Novembre 2011 09:22

Alla fine il caro ZB, non ci dice se ce là faremo, ci dice però che andando avanti così "non ce la faremo". Ma la vera domanda è ---ANDREMO AVANTI COSI'?---Io non lo credo,e da cosa lo penso ---IERI CON UN'INFLAZIONE AL 3% NELLA ZONA EURO SI TAGLIA IL COSTO DEL DENARO-- Ma non era nata per controllare l'inflazione??? Se, come spero, cominceranno a capire qualche cosa, la BCE inizierà a stampare moneta e , come accade in america, avremo una bella inflazione (non dichiarata) che taglierà il debito indebolirà l'euro, e impoverirà ( senza che se ne accorgano le masse)tutti. Allora ci troviamo ad un bivio a) lasciare l'euro (molto improbabile) b) rimanere nell'euro (molto probabile) Credo rimarremo nell'euro, l'europa si accontenterà di lettere di intenti senza mandarci al tappeto (noi e la Spagna), stamperà e stamperà per comperare titoli di stato, porterà i tassi a zero o giù di lì, nazionalizzerà qualche banca, i tedeschi staranno buoni in quanto anche gli italiani e gli spagnoli avranno gli stessi trattamenti (pensioni, ecc)e se ci riescono la montagna di carta stampata (come accaduto in america) non entrerà nel ciclo economico, facendo aumentare l'inflazione ma non a livelli del 10%. QUESTO RISOLVERA' LA SITUAZIONE?? Certo che nò!!! ma andremo avanti altri anni forse 10 0 20, e poi come dice qualcuno---NEL LUNGO TERMINE SIAMO TUTTI MORTI--- Io preferirei una cura drastica che pulisse il sistema, tipo uscire dall'euro, fare defoult sui titoli di stato al 100% e ripartire con nuove regole, con un cambio svalutato del 40%, senza debiti, ecc. ma non sarà così---spalmeranno le sofferenze in anni il risultato (impoverimento) sarà lo stesso ma in anni di bassa crescita ed alta inflazione e svalutazione. 1)Dal punto di vista poi di dove mettere i soldi credo che long di BTP nel breve come speculazione sino al prossimo governo tecnico di Monti sarà una mossa vincente. (poi usciere ovviamente) 2) Penso come detto da Zibo che una buona strategia siano i TIP Americani, magari con un CEF sotto il nav, poi oro sino al 20% del portafoglio e ora anche qualche azione. ---NESSUNA RECESSIONE TIPO ANNI 30 ALL'ORIZZONTE PER ME'MA LA BCE DEVE STAMPARE E CREDO PROPRIO LO FARA--- CIAO

 

  By: Gano* on Venerdì 04 Novembre 2011 09:05

Concordo completamente con Zibordi. O la BCE comincia a stampare o si va tutti a picco. Luigiza fa il punto: ma se svalutano tutti.... Penso che dovremmo innanzitutto uscire dall' euro, perche' sono quelli i nostri paesi di riferimento. Allora la Germania non svalutera' o addirittura il marco si rafforzera', la Francia' lo fara' del 10%, l' Italia del 30 e la Grecia del 60. Molti, anche qui sopra, non hanno capito una cosa: non esiste una "forza" della moneta che vada bene per tutti, ma ogni nazione dovra' avere una moneta la cui forza (o debolezza) sia congruente con la sua economia e con la struttura della sua societa'.

 

  By: lmwillys on Venerdì 04 Novembre 2011 08:47

i) svalutare la moneta oppure ii) aumentare il defici pubblico stampando moneta oppure ii) fare aumentare il credito alle banche (ad esempio nazionalizzandole o garantendole dallo stato). ----------------------- begli interventi, tutti nella pur ottima spiegazione di GZ non vedo drenaggio di moneta dal sistema, le bc comprano tds a tutto spiano, monetizzano il debito, il problema è che la moneta si ferma nella pancia delle banche causa problema redistributivo ricchezza e questo è compito dello Stato e della politica fiscale dei tre pnti precedenti il secondo lo fanno tutti ma l'unico fattibile è il terzo

 

  By: luigiza on Venerdì 04 Novembre 2011 08:05

<i>L'unica altra via d'uscita in questa situazione sarebbe svalutare la VALUTA del -20% o -30%. Questo fa aumentare di un 5% ad esempio il reddito nazionale grazie alle esportazioni all'estero ..</i> Ma se tutti svalutano la loro valuta, e saranno costretti a farlo perchè sono tutti nel guiano fino al collo, cinesi compresi, alla fine non ci ritroviamo allo stesso punto? Sicuro che ormai l'unica via di uscita rimasta non sia una guerra con tnti morti e distruzioni?

 

  By: Lelik on Venerdì 04 Novembre 2011 07:39

Defilstrok, proprio sull'argomento del lavorare meno c'è un articolo oggi su Bloomberg. http://www.bloomberg.com/news/2011-11-03/americans-work-too-much-for-their-own-good-de-graaf-and-batker.html E' purtroppo un po' privo di dati e numeri per provare meglio il concetto, ma viste le prospettive economiche dei paesi occidentali forse andrebbe approfondito. Anche se mi chiedo se in realtà la situazione demografica (salvo "importazione" importante di immigrati) non ci costringa alla ricetta contraria per mancanza di lavoratori quantitativamente sufficienti a mantenere il sistema.