fresco di stampa:
COVID-19: SITUAZIONE IN AMERICA
Come promesso, ad una settimana dal mio ultimo aggiornamento, torno a parlare di COVID-19 negli USA.
Come sempre ragioniamo sui dati ed evitiamo le considerazioni politiche.
Anche questa volta partiamo dalla curva dei casi che vedete nel grafico in alto qui sotto. Oggi è stato il secondo giorno con più casi di sempre (ieri è stato il più alto in assoluto). Quindi è chiaro che siamo in piena pandemia soprattutto nei grandi stati del Sud (CA, TX, AR, FL, GA etc). Non che se ne parli poco, ma è bene partire da questo dato.
Altrettanto chiaro è che l'America NON non sta vivendo una catastrofe umanitaria (o, magari, la sta vivendo, ma non ha niente a che vedere con COVID-19).
Infatti, se si guarda il grafico delle morti giornaliere (in basso) si vede che, nonostante il massiccio aumento dei casi, non c’è al momento alcun trend al rialzo.
La domanda che si pongono quelli che cercano di capire i fatti (e non hanno risposte pre-confezionate di tipo dogmatico) è la seguente: perché a fronte di questo aumento imponente dei casi che dura ormai da quasi un mese non c’è un corrispondente aumento di morti?
Naturalmente io non ho la risposta perfetta (ed infatti non ce l’ha nessuno), ma provo di nuovo a fare alcune ipotesi:
Ipotesi #1. Ci sarà una impennata di morti nei prossimi giorni (lo avevamo già detto la settimana scorsa, ricordate?). La cosa rimane possible, naturalmente, e lo vedremo nei prossimi giorni (per cui tra una settimana torneremo su questo punto). Nel frattempo ricordo che, come si vede dai grafici, il gap temporale tra aumento dei casi ed aumento dei morti nel marzo scorso fu di ~1 settimana. Ripeto: staremo a vedere.
Ipotesi #2. Si stanno facendo molte diagnosi (i.e., tamponi positivi) in soggetti asintomatici e/o giovani e quindi meno a rischio di sviluppare forme severe di COVID-19. Aumenta la sensazione che questo sia un punto importante, soprattutto se la temuta impennata delle morti non si dovesse verificare. Se confermato, questo aspetto avrebbe interessanti implicazioni in termini di immunità naturale.
Ipotesi #3. I tamponi positivi sono a carica virale più bassa, come già dimostrato in Italia dal gruppo di Clementi e Mancini al San Raffaele e poi da altri (Pavia, Treviso, etc). Questo potrebbe a sua volta essere legato a fattori ambientali (molte infezioni nel Sud) e/o stagionalità, che favoriscono inoculi virali più bassi. Ricordo che infezioni ad inoculo più basso = infezioni meno gravi, come noto da modelli animali di CoVs.
Ipotesi #4. I malati hanno prognosi migliore perché li curiamo meglio. Questo punto, a mio avviso, è importante e foriero di grande ottimismo. Mi sembra chiaro che tra desametazone, tocilizumab, baricitinib, remdesivir, plasma convalescente, terapia anticoagulante, migliori protocolli di ventilazione, etc. siamo più bravi a trattare l’infezione oggi che 3-4 mesi fa.
[Non nomino l'adattamento virus-ospite perché al momento non abbiamo evidenza sperimentale forte in questo, ma solo alcuni indizi interessanti, di cui parleremo presto.]
Morale della favola: rimane una domanda chiave (perché così poche morti a fronte di così tanti casi?), alcune ipotesi di risposta, ed un appuntamento alla settimana prossima, per vedere come evolve la situazione.