Il dato su morti e ospedalizzazioni rimane positivo per l’efficacia del vaccino, ma sarà utile verificarlo fra un mese per constatare l’impatto che avranno i contagi degli ultimi 28 giorni.
Potrebbe dedursi dalla lettura degli ultimi dati (ma è prematuro dirlo) che l’efficacia curativa del vaccino è migliore della copertura dal contagio o, quantomeno, che ha una durata temporale maggiore.
Tornerei però alla tabella sui contagi che rivela chiaramente che la copertura è in via di esaurimento.
Altrimenti non si spiegherebbe la ragione per cui nei giovani (sotto i 40) ancora resiste una prevalenza della protezione vaccinale. Evidentemente la scansione temporale della campagna vaccinale, dai più vecchi ai più giovani, produce questo sfasamento nei dati.
Ma vi è un fatto che sarebbe da stupidi non rilevare.
Dato per scontato che per il tempo trascorso dalla somministrazione, dai quarantenni in su si sono esaurite le proprietà protettive del vaccino, per quale ragione si evidenzia una supremazia di contagi nei soggetti vaccinati che supera di circa il 35% i non vaccinati?
E’ assurdo pensare che su una platea di 250.000 casi (i positivi da 40 a 80 anni) si sia verificata una distorsione statistica che inficia il valore costante del 35% di surplus.
E’ dunque estremamente probabile che la causa sia legata al vaccino stesso che, trascorsi alcuni mesi, predispone maggiormente i soggetti vaccinati al contagio.
Ne deriverebbe che l’incessante ricorso ai richiami periodici, indurrebbe ad una sempre maggiore espsizione al contagio.
E’ una ipotesi da non sottovalutare.