ooops!
...
Come sempre, i numeri assoluti fanno decisamente più impressione, ma se rapportati alla popolazione il senso della catastrofe (pur restando una tragedia) viene ridimensionato. Sicuramente è molto peggiore la situazione del Belgio, rispetto al Brasile: con 837 morti per milione di abitanti è il vero grande malato d’Europa, oltre che il dato peggiore del mondo. Ma raramente se ne parla nei telegiornali, pur essendo sede di gran parte delle istituzioni dell’Ue.
il Brasile non è primo per mortalità, ma diciassettesimo (17mo) nel mondo, dopo Belgio, Regno Unito, Spagna, Italia, Stati Uniti, Olanda e tutti gli altri Paesi investiti dall’epidemia di cui si è parlato molto in questi ultimi tre mesi. Tanto per fare un paragone, l’Italia conta 573 vittime per milione di abitanti, più del doppio delle 238 del Brasile. Se andiamo invece a vedere il numero dei casi per milione di abitanti, allora il Paese sudamericano, con 5115 positivi confermati per milione di abitanti, è al 24mo posto nel mondo.
...
Ma allora perché parlare sempre del Brasile, quasi ossessivamente? Non dimentichiamo che anche nel corso dell’incendio dell’Amazzonia, nel 2019, faceva notizia ed era oggetto di dibattito internazionale solo il fuoco nelle regioni amazzoniche brasiliane, mentre degli incendi di Venezuela, Paraguay e Bolivia non si parlava neppure. Per il Brasile, in compenso, si era proposta l’internazionalizzazione delle regioni amazzoniche, in quanto “bene globale”. Ma, sempre restando all’esempio degli incendi, il grande scalpore mondiale che hanno suscitato l’anno scorso è stato di gran lunga superiore rispetto a quello suscitato dagli incendi degli altri anni, che sono stati anche più estesi, soprattutto nel 2003, 2005 e 2010. Quindi non è tanto il Brasile ad essere nel mirino degli agitatori dell’opinione pubblica mondiale, quanto il suo attuale presidente, Jair Bolsonaro. Quando l’Amazzonia bruciava ai tempi del presidente Lula, infatti, non faceva notizia, la sua internazionalizzazione non era nell’agenda dei Grandi.
Anche adesso, l’epidemia di Covid-19 in Brasile al tempo di Bolsonaro non è né la più diffusa, né la più mortale rispetto al resto del mondo, ma fa decisamente più notizia. Forse perché il presidente è apertamente di destra. E forse, soprattutto, perché si è pubblicamente opposto alla strategia del lockdown.