…………il tuo post si presta a considerazioni ben piu' significative:
Te non sei di certo uno Stolto, un Gonzo o un Magonzo (praticamente dei somari che non
sanno un cazzzz di niente), te di economia e finanza ci capisci, ergo, come cazzzz ti salta in
mente di definire Draghi "un vile affarista", (chi lo defini' tale, pace all'anima sua, era un tizio
col fiasco a portata di mano H24x365), quando ben sai che, se il baraccone malfermo sta
ancora in piedi, il merito e' proprio, e tutto, del vile affarista ?
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Nel grigiore generale della politica italiana potrei anche concedere a Draghi l’esonero dagli epiteti sgradevoli, e pure riconoscergli una leadership nella guida del governo che tuttavia non risiede nel carisma personale, bensi nella pochezza dei fresconi che lo affiancano a Palazzo Chigi, con in testa Giorgetti e Speranza.
Al banchiere prestato alla politica non mancano, al pari del noto ministro del Terzo Reich Hjalmar Schacht, le conoscenze sulle proprietà del denaro e sui miracoli, seppur temporanei, che si possono compiere manovrando sapientemente il noto bazooka.
Una volta insediato al governo si è affrettato a sbarazzarsi dei diffusi ed esagerati timori del deficit, e con la fregnaccia del “debito buono” è salito alla ribalta delle politiche espansive, quelle che daranno lustro al suo operato e tanto, tanto da mangiare all’insaziabile schiera dei tirapiedi di regime.
Draghi è pronto per il futuro governo postelettorale della coalizione dei figli di buona donna, del PD, dei 5S, di Forza Italia e di tutti i leghisti che non tengono all’onore della mamma.
Draghi resterà in cima per un quinquennio ancora e poi forse si concederà al riposo del Quirinale.
Nel frattempo dirigerà il banchetto del recovery, generosamente concesso dai suoi protettori di Bruxelles a cui forse ha promesso di sperimentare sugli italiani la maniere forti sul covid.
Ciascuno scelga pure l’aggettivo più appropriato da attribuire all’affarista.