Debbo dar conto su queste pagine della lettura di un documento del Comitato Tecnico Scientifico – il famigerato C.T.S. – che definirei sconvolgente.
Si tratta del parere tecnico espresso il 1^ dicembre scorso in merito all’autorizzazione alla somministrazione del vaccino PFIZER ai bambini da 5 a 11 anni.
Mi aspettavo un documento corposo fatto di dati e diagrammi, di analisi comparative di rischi e benefici, di formule e algoritmi complessi in grado di svelarci l’efficacia del prodotto.
I membri del CTS se la sono cavata con due pagine infarcite di dati approssimativi o incompleti, corredati da una esposizione grossolana che farebbe orrore ad un perito della grandine.
Gli scienziati del CTS cominciano la relazione richiamando la sperimentazione di PFIZER condotta - udite udite – su 3.100 bambini vaccinati con PFIZER, contrapposti, come da prassi nelle sperimentazioni, ai 3.100 trattati con placebo.
La riduzione del rischio di contrarre una infezione sintomatica che offrirebbe il risibile campione di riferimento, sarebbe del 90,7%.
Aggiunge il CTS che “nei 3.100 bambini vaccinati, non sono stati osservati, almeno nel follow up a breve termine attualmente disponibile, casi di anafilassi o miocarditi/pericarditi”.
E così gli scienziati del CTS, nel volgere di mezza pagina, già affermano l’efficacia e la sicurezza del vaccino grazie ai piccoli numeri e al follow up supersonico.
Ma a tutto si rimedia perchè nella mezza pagina successiva fanno la comparsa i dati di farmacovigilanza USA dove oltre 3 milioni di bambini hanno già ricevuto la prima dose.
Ebbene dopo una quindicina di giorni di osservazione, i bambini inoculati “non evidenziano al momento nessun segnale di allerta in termini di sicurezza”.
Ma di quale “segnale di allerta” parlano?
Dicano per Dio quali sono e quanti sono gli effetti avversi piccoli e gravi registrati fino ad oggi, senza nascondersi dietro affermazioni ambigue che hanno il solo scopo di eludere il problema.
Dicano soprattutto perché si sono accontentati dei dati a 16 giorni.
In quattro righe il CTS archivia i dati statunitensi per volgere l’attenzione alla situazione italiana del progressivo aumento dei casi fra i giovanissimi, inclusi i bambini da 5 a 11 anni, segnalando il rischio di sindrome infiammatoria multisistemica da covid che interesserebbe quella fascia di eta.
Quattro dati in croce e nessun cenno al decorso clinico dei soggetti colpiti dalla citata sindrome, conduce il CTS al finale radioso in cui l’unica scelta è abbandonarsi all’unica arma.
Nememno per un istante passa per la mente ai componenti del CTS che per precauzione potevano usarsi i dati della farmacovigilanza nostrana, assumendo i dati sulle reazioni avverse alla popolazione più giovane, come applicabili anche ai bambini.
Per colmare il nulla o per mascherarlo meglio il CTS, incapace di disquisire di sanità, la butta sul sociale:
“Oltre all’efficacia nel prevenire il contagio e le relative conseguenze, la vaccinazione comporta benefici di altra natura, quali la possibilità di frequentare la scuola e condurre una vita sociale connotata da elementi ricreativi ed educativi che sono particolarmente importanti per lo sviluppo psichico e della personalità in questa fascia di età”
Un epilogo degno di una compagine di cialtroni.
https://www.aifa.gov.it/documents/20142/1123276/Parere_CTS_Comirnaty_5-11_01.12.2021.pdf