Una data storica!
La fine del ventennio di dittatura sanitaria.
Dal nostro corrispondente a Milano, Alfredo Tocchi.
Oggi, 17 gennaio 2042, il supercomputer Hal 9000 ha emesso una sentenza storica.
Dopo otto giorni dall’inizio del processo e l’esame di oltre 54.000 pagine tra memorie e documenti, il Giudice monocratico artificiale di ultima istanza ha condannato il Presidente del Consiglio e della Repubblica Mario Draghi e tutti i membri del Consiglio dei Ministri in carica nel periodo compreso tra il 1 gennaio 2022 e la data odierna alla pena detentiva dell’ergastolo.
Nella motivazione della sentenza, già depositata come previsto dall’art. 27 del codice di procedura penale informatica, si può leggere, tra l’altro, quanto segue: “I decreti legislativi emanati nel periodo compreso tra il 1 gennaio 2022 e il 31 dicembre 2041 (cd. Leggi vaccinali), già dichiarati nulli dalla Sentenza N° 7 del 6 gennaio scorso in quanto contrari al disposto dei trattati internazionali e della Costituzione italiana vigente fino al 15 giugno 2022, hanno dato vita a una discriminazione che ha violato le libertà fondamentali dei cittadini che hanno rifiutato di sottoporsi alle inoculazioni prima quadrimestrali poi settimanali dei vaccini. (Omissis).
Le motivazioni addotte per la proroga dello stato di emergenza fino alla data attuale del 17 gennaio 2042, alla luce dei documenti depositati, appaiono strumentali e basate su dati grossolanamente falsificati. (Omissis). Alla luce di queste risultanze processuali, gli atti compiuti dagli imputati costituiscono crimini contro l’umanità, ai sensi delle seguenti norme di legge: (omissis).
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La notizia è stata accolta da una folla festante, che si è spontaneamente radunata in piazzale Loreto, dove è atteso l’intervento del Presidente Emerito Paolo Sceusa, in arrivo a piedi da Venezia. La fine del ventennio viene celebrata in tutte le piazze d’Italia. Noi giornalisti del Corriere della Sera siamo sempre stati no vax e abbiamo lottato con coraggio contro la dittatura sanitaria, insieme alle forze migliori del paese. Ma questo non è il momento di vantarci dei meriti dei media nazionali, delle forze politiche di tutto l’arco costituzionale, dei sindacati, delle maestranze e degli studenti che hanno combattuto fianco a fianco, per un ventennio, per la difesa dei diritti fondamentali dell’umanità. Questo è il momento della riconciliazione nazionale, dell’unione di tutti noi per rifondare, col contributo di ciascuno, lo Stato di diritto.