uno specchio per le teste di cazzo (nel forum e fuori):
Il 15 febbraio 2022 alcuni milioni di cittadini italiani vengono esclusi dai posti di lavoro, privati dello stipendio per non essersi voluti inoculare prodotti biotecnologici impropriamente chiamati vaccini. La medesima sorte era toccata qualche mese prima al personale della scuola, delle forze dell’ordine e della sanità. E’ il culmine di un crescendo tragico e grottesco di disposizioni che hanno via via vietato alle persone non “vaccinate” di entrare nei bar e nei cinema, di salire sui treni e i mezzi pubblici, di entrare in banca, in posta e in quasi tutti gli esercizi commerciali.
Sono mesi in cui i ragazzi non possono raggiungere autonomamente la scuola, i pensionati non possono riscuotere la pensione e per ritirare una raccomandata occorre affidarsi a conoscenti.
“Sono dei criminali, vanno perseguitati come si fa con i mafiosi”
Matteo Bassetti, infettivologo.
Draghi in due successive conferenze stampa: “Un giorno saremo felici di riaccogliere i non vaccinati nella società.” “La gran parte dei nostri problemi derivano dal fatto che ci sono i non vaccinati.”
Ma anche chi in quei giorni non arrivava a tali espressioni, pontificava sussiegoso che sì, le misure adottate erano un po’ dure, ma insomma, si trattava di una sacrosanta spinta alla vaccinazione, lo Stato aveva ben il diritto di spingere i cittadini verso comportamenti virtuosi.
Erano frasi appese alle menzogne propagandate sette giorni su sette da media e istituzioni, quelle per cui “il green pass dava la garanzia di trovarsi in ambienti non contagiosi” e “vaccinarsi era un dovere civico”, anzi “un atto d’amore”. L’avevano detto Draghi, Mattarella e il Papa e questo ai più bastava per credere fosse vero, fare lo sforzo di informarsi e capire se le cose stavano davvero così non era contemplato. Meglio affidarsi al “così fan tutti”. O quasi, visto che erano milioni, compresi molti medici, coloro che non intendevano sottoporsi alle inoculazioni. Ma si trattava di pazzi, irresponsabili ed egoisti, così si diceva ovunque su TV e giornali e così la massa bovinamente ripeteva.
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Se oggi sul Wall Street Journal e Neewseek si affacciano articoli che recitano il mea culpa e ministri di alcune nazioni europee chiedono scusa per la politica vaccinale, vuol dire che qualcuno comincia a capire. Anche molte persone comuni hanno in cuor loro compreso che in quei mesi si è effettivamente varcato un limite. Eppure non solo non escono allo scoperto ma spesso non riescono del tutto ad abbandonare un’inconscia ostilità nei confronti delle persone che hanno scelto di non vaccinarsi. Sarà forse perché noi siamo la prova vivente che nella trappola della propaganda si poteva non cadere, e nel nostro resistere finisce così per specchiarsi il loro senso di colpa e la delusione nei confronti di se stessi. Oppure perché all’acquisita consapevolezza della pericolosità della sperimentazione medica a cui hanno ingenuamente aderito, si accompagna una silente invidia per noi che non abbiamo voluto rischiare. E chissà, forse persino la tacita accusa di non aver urlato abbastanza per dissuaderli dal procedere.
A tutti voi, amici, dico che non è più il tempo della rabbia. È il tempo, piuttosto, delle scuse.
A noi, certo, ma prima di tutto alla vostra coscienza.
Probabilmente sarà per voi un momento difficile.
E’ stato tutto molto difficile anche per noi.