nobel per la medicina Weissman, nel 2018 al capitolo Safety, dedicato alla sicurezza:
“I potenziali problemi di sicurezza che potrebbero essere valutati nei futuri studi preclinici e clinici includono l’infiammazione locale e sistemica, la biodistribuzione e la persistenza dell’immunogeno espresso, la stimolazione di anticorpi autoreattivi e potenziali effetti tossici…”
Quindi:
“Una possibile preoccupazione potrebbe essere che alcuni vaccini a mRNA inducono potenti risposte all’interferone di tipo I, che sono state associate non solo all’infiammazione ma potenzialmente anche all’autoimmunità.
Pertanto, l’identificazione degli individui ad aumentato rischio di reazioni autoimmuni prima della vaccinazione con mRNA può consentire l’adozione di ragionevoli precauzioni”.
“La sicurezza richiederà quindi una valutazione continua poiché diverse modalità e sistemi di somministrazione dell’mRNA vengono utilizzati per la prima volta negli esseri umani e vengono testati in popolazioni di pazienti più ampie”.
adesso vi è chiaro, COVIDIOTI?
Ripetiamo: gli studiosi affermarono che prima di somministrare un prodotto a mRNA andrebbero prese ragionevoli precauzioni sui soggetti ad aumentato rischio di reazioni autoimmuni. E chi sono costoro se non i fragili? I diabetici, i malati di ogni forma di sclerosi, chi soffre di lupus, di morbo di Crohn o di autismo?
Ci chiediamo se sono considerati a rischio di reazioni autoimmuni quanti hanno familiarità con le stesse malattie, dal diabete 1 alle forme di
sclerosi. Ci chiediamo anche come vada considerato il sistema immunitario di una donna in gravidanza. E quello di chi sta facendo terapie oncologiche?
Non solo. Gli autori ponevano già l’accento sull’eventualità “della formazione patologica di trombi”. E cosa hanno detto ai loro pazienti i medici che curano trombosi, malattie emorragiche, cardiopatie? Di stare attenti? O di vaccinarsi senza timori?
Nel 2023 ė arrivato il Nobel ai due scienziati. Va detto, per la cronaca, che la Pfizer è uno dei principali “donatori” del Karolinska Institute, l’istituto che assegna i Nobel.