By: giorgiofra on Venerdì 15 Novembre 2013 15:04
Aleff, io credo che quello italiano sia davvero un popolo unico ed eccezionale. Siamo sempre capaci di dare il massimo, nel peggio e nel meglio.
Mi chiedo spesso come faccia l'Italia ancora a stare in piedi, ed ad avere grandi eccellenze in tantissimi settori, oppure ad avere una qualità della vita che, a parte il nostro autodenigrarci, è fra le più alte al mondo.
La politica è da repubblica delle banane, la burocrazia da terzo mondo, la corruzione da satrapia africana, la giustizia allo sfascio totale, il fisco da stato di polizia. Credo che qualunque altro paese sarebbe collassato da almeno 20 anni. E noi siamo ancora qui, acciaccati, claudicanti, quasi agonizzanti, ma ancora qui.
Ed allora mi sovvengono le parole di Oscar Wilde, quando faceva notare che la pacifica ed efficiente Svizzera non aveva prodotto che l'orologio a cucù, mentre l'Italia con la sua anarchia, con i suoi intrighi, con i suoi particolarismi, aveva prodotto il rinascimento.
Quella che stiamo vivendo è una parentesi storica in cui il paese ha perso la bussola. Ma si tratta, appunto, di una parentesi. Il mio auspicio di un rapido collasso è motivato dalla convinzione che le macerie che ne seguiranno saranno il fertilissimo terreno sul quale il nostro Paese, a nessuno secondo, risorgerà come ha sempre fatto nella storia.
Ci risveglieremo da un brutto sogno, chiedendoci come sia stato possibile arrivare al livello di degrado al quale eravamo arrivati, e, forse, facendo tesoro dell'esperienza passata.
Non è necessario che l'Italia torni ad essere la quinta potenza industriale del pianeta. Direi, anzi, che si trattava di una anomalia. E' naturale che la Cina o la Russia o il Brasile abbiano una economia più forte, non fosse altro che per il numero degli abitanti e l'estensione geografica. Quello che conta è il reddito pro capite, e non il PIL totale. Per il resto credo che l'Italia continuerà a dare tantissimo al mondo intero, come ha sempre fatto, anche nei momenti più bui della sua storia.
Suvvia: "siamo un paese fortissimi."