In politica comandano i voti e infatti è sempre stato valido il detto che il popolo ha i politici che si merita (appunto per via del voto). Ora la questione è andare a verificare la qualità dei voti e nello specifico è andarla a verificare in FI e PD (nei 5S e nella Lega sono voti di protesta).
La qualità degli elettori di un partito può essere di due tipi: i fessi (l'ideologia) e gli opportunisti (la casta). Gli elettori di FI sono per la maggiore del primo tipo (cioè fessi che tra l'altro scapperanno a gambe levate verso la Lega) ed in netta minoranza i secondi e cioè politici di professione ladri. Per quanto riguarda il PD le cose sono invece completamente ribaltate, ovvero una piccolissima minoranza di fessi (quelli che credono al comunismo come libertà) a favore di una stragrande maggioranza di approfittatori che guardano solo al loro tornaconto (la casta). Qui bisognerebbe fare la conta ma ho l'impressione che con il PD, che ha preso il 20% dei voti (cioè il 10% degli aventi diritto al voto), siamo arrivati allo zoccolo duro. Cioè il consenso ricevuto dal PD è quasi esclusivamente arrivato da quelli della casta che se ne guardano bene dal darsi zappate sui piedi. Anzi dico la verità, faccio fatica a pensare che il PD sia riuscito ad arrivare così in basso e che, salvo shock di mercato, credo siano ai minimi assoluti. Solo un partito che potrebbe cominciare a dare le medesime garanzie alla casta potrebbe erodere questo zoccolo duro.
Che Lega e 5S potessero convogliare a nozze era anche prevedibile prima delle elezioni proprio per via delle caratteristiche populiste e di cambiamento (personalmente me lo auguravo). Alle prossime elezioni convergeranno in una coalizione? Purtroppo qui, come dicevo sopra, è una questione di numeri (di voti) e cioè faranno la coalizione solo se intravvederanno i numeri.
Di Maio e Salvini tra l'altro hanno caratteristiche che formano sinergia cioè unendosi non cannibalizzerebbero nessuna loro qualità. Di Maio giovane rampante intelligente, bello e freddo calcolatore. Sembra uscito dalla scuola più elitaria dei guru della prima repubblica (un demitiano o un andreottiano). Salvini, la volpe, furbo come un truffatore di professione capace di adattarsi alle rapide dinamiche della politica, uno sfacciato populista. Non dimentichiamoci che ha preso in mano un partito che era in picchiata verso lo zero assoluto. In una probabile alleanza e prossima vittoria credo che Di Maio sarà il prossimo premier e Salvini invece preferirà restare a capo di un partito che tutto sommato punterà più forte che mai all'autonomia del Nord (finalmente).
Tutto questo al netto di disastri sui mercati. E tutto questo, se succederà, darà finalmente un colpo di pugna alla vecchia politica e ai vecchi politici. Che poi alla fine era quello che molti si auguravano votando M5S...
– Ho imparato a non fare lotta con i maiali. Ti sporchi tutto e, soprattutto, ai maiali piace...