UKRAINA e SANZIONI

Re: Next is Italy, La Prossima è l'Italia  

  By: antitrader on Lunedì 30 Marzo 2020 15:25

Ecco,

una serie sconfinata di fesserie da sociologo.

Le ha dette tutte meno la piu' importante: la sanita' regionale e PRIVATIZZATA, non poteva

essere preparata per un'epidemia, il privato generalmente, e' un ladro al dettaglio che punta

solo a massimizzare il porfitto, e', se ti prepari all'epidemia e poi quella non viene, hai solo

buttato una montagna di soldi.

Molto piu' profittevole potenziare la divisione "ricostruzionw tette e culi" che e' estremamente

profittevole.

Quando si tornera' alla normalita' bisognera' espropriare tutto quel che, nella sanita', possa

solo assomigliare a qualcosa di libertario.

 

 

Re: Next is Italy, La Prossima è l'Italia  

  By: hobi50 on Lunedì 30 Marzo 2020 15:24

Ancora sta cazzata ...

" 21 febbraio: scoppiano i due focolai di Codogno (Lombardia) e Vo’ Euganeo (Veneto), si aggrava la situazione in Cina; Giorgia Meloni chiede la quarantena per chi viene dalla Cina o da altre zone ad alto rischio; anche Walter Ricciardi, nostro rappresentante nell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), critica il governo per essersi limitato a bloccare i voli diretti con la Cina, ignorando il problema dei voli indiretti; ma il governo liquida la proposta della Meloni come “allarmismo” ingiustificato, e quanto alle critiche di Ricciardi se la cava nominandolo consulente del ministro della Salute."

A febbraio i cinesi che viaggiavano per il mondo non erano infetti.

Tutti gli infetti erano  stati chiusi nell'Hubei  ,manu militari. 

Ad HK  sono  entrati a milioni...circa 700.000 al giorno attraverso 10 valichi.

E sempre ad HK ,con tutti sti cinesi ,hanno avuto 100 contagiati fino a due settimane fa.

Sono gli Honkonghini di ritorno da tutto il mondo ,seppure in numero limitato,che hanno portato il contagio ora ad oltre 450 persone .

Quindi milioni di cinesi non hanno provocato nessun contagio,qualche migliaio di Honkonghini di ritorno dal mondo ,trecento in  più.

Tutto questo per dare la colpa a Conte.

Oltre che poveri siamo disorganizzati e molto sfigati.

Non dobbiamo stupirci di niente di quello che accade in Italia .

Mancano respiratori,mascherine ,presidi sanitari ...

Spiegatami perchè ci dovrebbero essere se mancano dappertutto ?

 

Hobi


 Last edited by: hobi50 on Lunedì 30 Marzo 2020 15:25, edited 1 time in total.

Re: Next is Italy, La Prossima è l'Italia  

  By: XTOL on Lunedì 30 Marzo 2020 15:05

Luca Ricolfi 🖋
Il Messaggero, domenica 29 marzo 2020

« Oggi vi racconto una storia, ma spero vivamente che il mio racconto sia sbagliato. Sì, spero di sbagliarmi, e che le cose non siano andate come le ho ricostruite io. Perché se fossero andate come sembra a me, o anche solo più o meno così, dovremmo essere tutti molto preoccupati, ancora di più di quanto già siamo. E, forse, dovremmo chiedere che qualche politico faccia un passo indietro, o almeno ci chieda scusa.

Ed ecco la storia.

📆 31 gennaio: appena appreso che due turisti cinesi sono positivi al Coronavirus, il Governo dichiara lo stato di emergenza fino al 31 luglio, e con ciò si auto-attribuisce poteri speciali; possiamo presumere che, almeno da quel momento, il Governo stesso sia consapevole della gravità della situazione. In realtà avrebbe potuto (e forse dovuto) esserlo già molto prima.

📆 In una serie di articoli pubblicati fra l’8 gennaio e la fine del mese, il sito di Roberto Burioni (Medical Facts) aveva fornito tre informazioni cruciali: una parte non trascurabile degli infetti è asintomatica ma può ugualmente trasmettere il virus; il controllo della temperatura negli aeroporti è una misura insufficiente; l’esperienza cinese suggerisce che è difficile fermare l’epidemia se non si intercettano almeno due terzi degli infetti.

📆 21 febbraio: scoppiano i due focolai di Codogno (Lombardia) e Vo’ Euganeo (Veneto), si aggrava la situazione in Cina; Giorgia Meloni chiede la quarantena per chi viene dalla Cina o da altre zone ad alto rischio; anche Walter Ricciardi, nostro rappresentante nell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), critica il governo per essersi limitato a bloccare i voli diretti con la Cina, ignorando il problema dei voli indiretti; ma il governo liquida la proposta della Meloni come “allarmismo” ingiustificato, e quanto alle critiche di Ricciardi se la cava nominandolo consulente del ministro della Salute.

📆 21-28 febbraio: mentre Roberto Burioni consiglia i tamponi anche a chi ha solo 37.5 gradi di febbre, parte l’offensiva del Governo contro i tamponi, che culmina con un’intervista a Walter Ricciardi in cui viene aspramente criticata la linea dei tamponi di massa adottata dal Veneto, contraria alle direttive mondiali ed europee, volte a minimizzare il numero di tamponi; contemporaneamente, in barba allo «stato di emergenz» dichiarato un mese prima, parte la compagna politico-mediatica per «riaprire Milano» e far ripartire l’economia.

📆 28 febbraio: mentre l’epidemia dilaga, il ministro degli esteri Luigi Di Maio minimizza la gravità della situazione, dichiarando che «in Italia si può venire tranquillamente» e che i comuni convolti sono solo 10 su 8000; la linea del Governo è minimizzare i tamponi per non scoraggiare il turismo.

📆 5 marzo: il professor Andrea Crisanti, che sta conducendo un fondamentale studio epidemiologico sul comune di Vo’, congettura che il peso degli asintomatici possa superare il 30% (intervista rilasciata ad Alessandra Ricciardi su “Italia Oggi”); circa una settimana dopo, a conclusione della seconda rilevazione a Vo’, la congettura diventa certezza: il peso degli asintomatici è dell’ordine del 75%; e poiché gli asintomatici possono trasmettere il virus, diventa chiaro a tutti che il vero problema è individuarne il maggior numero possibile.

📆 10-16 marzo: a seguito dell’indagine di Vo’, nel mondo scientifico si rafforzano le posizioni di quanti, diversamente dal nostro governo e dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, ritengono che minimizzare il numero di tamponi sia stato un grave errore, e che – per quanto tardivamente – il numero di tamponi vada aumentato sia rendendo meno restrittivi i criteri per effettuare i tamponi, sia effettuando tamponi a tappeto alle categorie più a rischio (dai medici ai poliziotti, dagli edicolanti alle cassiere).

📆 16-17 marzo: spettacolare giravolta dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che, per bocca del suo Direttore, ora invita a massimizzare il numero di test («il nostro messaggio chiave è: test, test, test»), dopo settimane in cui li aveva scoraggiati in tutti i modi; anche il nostro rappresentante presso l’Oms, che 4 settimane prima aveva aspramente criticato le Regioni che volevano fare più test, aderisce istantaneamente alla giravolta dell’Oms, retwittando il messaggio «test, test, test».

📆 17-25 marzo: nel frattempo l’epidemia è esplosa in tutto l’Occidente, e ogni stato tenta di approvvigionarsi come può di materiale sanitario, compresi tamponi e reagenti per i test; il materiale per i test comincia a scarseggiare, ma i nostri governanti non sembrano avere fatto 2+2, ovvero: se l’OMS ingiunge di fare più test, e l’epidemia sta partendo in tutto il mondo, è inevitabile che vi sia una corsa di tutti a procurarsi il necessario, ed è ovvio che occorra immediatamente aprire una campagna di approvvigionamento sui mercati internazionali, specie per quei materiali che è più difficile produrre in patria (in particolare i reagenti, che servono per analizzare i campioni prelevati con i tamponi).
26-28 marzo: puntualmente accade quel che era logico aspettarsi; ovvero, proprio ora che il Governo si è convinto a non ostacolare le Regioni che vogliono fare più test, si scopre che scarseggiano i materiali per effettuarli, anche perché altri se li sono procurati prima di noi.

Ho seguito nei giorni scorsi quel che sta succedendo nelle varie Regioni, e il quadro è sconsolante. Tutte, o quasi tutte, vorrebbero moltiplicare i test per proteggere le persone più esposte e per individuare il maggior numero possibile di asintomatici, ma né la Protezione Civile né altri organismi dello Stato sono in grado di assicurare quel che serve. Soffre il Veneto, che vorrebbe fare 10 mila tamponi al giorno e riesce a farne solo 4000. Ma soffrono anche diverse altre regioni, come la Toscana e la Puglia.

A due mesi esatti dalla dichiarazione dello stato di emergenza, succede che il numero di tamponi che siamo in condizione di effettuare non solo sia del tutto inadeguato a scovare gli asintomatici, che sono il veicolo principale del contagio, ma non basti neppure ad assicurare i test per il personale sanitario. Nel frattempo, anche – se non soprattutto – per la mancanza di tutto ciò che servirebbe per proteggerli (dalle mascherine ai tamponi) i morti fra i medici sono più di 50, mentre ancora si attende di conoscere il numero delle vittime fra infermieri, operatori del 118, personale sanitario in genere. E non mi vengano a tirare in ballo i tagli alla sanità dell’ultimo decennio, perché chiunque abbia un’idea delle cifre in gioco sa benissimo che la mancanza di dispositivi di protezione individuale dei medici è una goccia nel mare magnum dei costi della sanità, e che per non trovarci nella condizione di oggi sarebbe stato sufficiente provvedere in tempo, quando si è capito che l’epidemia sarebbe arrivata (fine gennaio) e gli ospedali non erano al collasso.

Che dire? Nulla, per parte mia. Mi limito e riportare le parole di uno dei pochi veri esperti italiani di epidemie, incredibilmente ignorato dal governo centrale (ma tempestivamente reclutato dal governatore del Veneto), il professor Andrea Crisanti, l’ideatore dell’indagine su Vo’: “Abbiamo voluto difendere il Paese dei balocchi e l’economia anche di fronte alla morte. Questo è un fallimento della classe dirigente del Paese”. »

Re: Next is Italy, La Prossima è l'Italia  

  By: XTOL on Lunedì 30 Marzo 2020 14:09

uillie, io invece sono in attesa di sapere chi deciderà a chi andrà la figa più bella, a chi il vino più buono, a chi la casa in riva al mare


 Last edited by: XTOL on Lunedì 30 Marzo 2020 14:10, edited 1 time in total.

Re: Next is Italy, La Prossima è l'Italia  

  By: lmwillys1 on Lunedì 30 Marzo 2020 13:26

Lmwillys..  devi poi ancora spiegarmi pero' dove trovi il sacco di patate da mettere in tavola...

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qual'è il problema ?

per le pochissime cose non immediatamente sostituibili dalle macchine ognuno presterà una minuscola opera in armonia , un coltivatore di patate da 30 anni mica smette di colpo e magari  insegna a me analfabeta come si coltiva ... insomma si finisce a fare qualcosa di utile allacollettività diciamo un'ora al mese, il resto del tempo fai quello che ti piace

 

 

'Vero che avere 500 eur/mese non ti cambia la vita'

già Anti, come si chiedeva qualche giorno fa brad pitt (zerohedge) se in USA non è un problema tirar fuori 6.500 miliardi (4.000 la fed, 2.500 fisco) perché non tirar fuori 350.000 miliardi e dare un milione di dollari a cranio yankee ? perché deve esistere qualcuno ricco insieme a miliardi di poveri ? CHI decide quanto devo incassare io che mi gratto dalla mattina alla sera magari contro la mia volontà ?


 Last edited by: lmwillys1 on Lunedì 30 Marzo 2020 13:30, edited 1 time in total.

Re: Next is Italy, La Prossima è l'Italia  

  By: shera on Lunedì 30 Marzo 2020 13:09

tutti quelli che hanno il reddito di cittadinanza non potevano fare un corso per infermieri, spazzini, raccolta arance...

il lavoro ci sarà sempre, quello che manca è la convenienza economica a farlo...

Il 5 maggio 2023 ho chiesto all'AI il miglior titolo da comprare a Piazza Affari: Banca Profilo, oggi scende dello 0,46% a 0.2180 Euro
Lo sbarco sulla Luna, la più grande truffa della storia del mondo, dopo il Covid.

Re: Next is Italy, La Prossima è l'Italia  

  By: antitrader on Lunedì 30 Marzo 2020 13:06

Vero che avere 500 eur/mese non ti cambia la vita, ma e' il non avere nemmneno quelli

che te la cambia,e, a volte, te la toglie proprio.

Quando sento "non bisogna fare assistenzialismo ma creare posti di lavoro" metto mano

alla fondina, e se i posti di lavoro non saltano fuori (e comunque non saltano fuori per tutti)

che fine fanno i pezzaculisti? Tutti morti !

 

Re: Next is Italy, La Prossima è l'Italia  

  By: lmwillys1 on Lunedì 30 Marzo 2020 13:02

Peavey, senza che io tu e qualche altro milione si faccia tante seghe mentali basta eliminare proprietà privata e denaro (e crepi l'avarizia la religione) e tutti i problemi sono risolti, tutti, ma proprio TUTTI

 

non è una cosa difficile o una novità, un sacco di gente lo ha già detto per centinaia di anni, lo sappiamo tutti da centinaia di anni, basta leggere il testo di imagine di Lennon

Re: Next is Italy, La Prossima è l'Italia  

  By: hobi50 on Lunedì 30 Marzo 2020 12:51

Apostrofare qualcuno di pezzaculismo è un atto di indignazione.

Significa umiliarsi davanti a Trump che ha distribuito soldi inutili ai ricchi ,ed adesso,con una grave crisi in atto e con le elezioni vicine ,compra con quattro soldi il consenso.

Richiami indietro i soldi ai ricchi e li dia ai pezzaculisti.

Vedrà che allora non li apostroferò più in tal modo.

 

 

Hobi

Re: Next is Italy, La Prossima è l'Italia  

  By: lmwillys1 on Lunedì 30 Marzo 2020 12:31

lo schiavismo è oggi

Re: Next is Italy, La Prossima è l'Italia  

  By: antitrader on Lunedì 30 Marzo 2020 12:30

Non sorprende che Jeff, Zuck etc.... siano a favore del reddito di esistenza sul pianeta.

Chi "lavora" con miliardi di clienti non puo' che trarne beneficio.

Un mondo di pezzaculisti per loro sarebbe una sciagura.

 

Re: Next is Italy, La Prossima è l'Italia  

  By: XTOL on Lunedì 30 Marzo 2020 11:41

Re: Next is Italy, La Prossima è l'Italia  

  By: lmwillys1 on Lunedì 30 Marzo 2020 10:47

Reddito Universale: è arrivato il momento

Bisogna creare qualche fonte di sussistenza perché nessuno si trovi nella crudele necessità di rubare prima e poi morire“. (Thomas More – Utopia, 1516)

di Beppe Grillo – L’Organizzazione internazionale del lavoro stima che la disoccupazione globale potrebbe colpire 25 milioni di persone (la crisi del 2008 ha comportato un aumento di 22 milioni di disoccupati). Si prevede una caduta libera delle entrate, un aumento esponenziale della disoccupazione e una riduzione del numero di ore lavorative. Milioni di persone cadranno sotto la soglia della povertà.

Milioni di italiani non avranno nei prossimi mesi un’entrata garantita.

Se nel 2007 avevamo affrontato una crisi finanziaria, che si era propagata all’economia reale, qui siamo di fronte a qualcosa di molto più radicale, una crisi che investe tutti i settori. Le restrizioni agli spostamenti, al commercio e alla vita di tutti i giorni avranno gravi ripercussioni sui mercati delle imprese e sul benessere delle persone. Ci sono interi settori che subiranno le conseguenze di questa crisi fino alla fine dell’anno, forse alcune filiere non si riprenderanno mai o non torneranno più come prima. Potrebbe esserci un rapidissimo cambio del mercato del lavoro. Abbiamo sempre detto che circa il 50% dei posti di lavoro negli anni sarebbero scomparsi per l’automazione e i cambiamenti tecnologici. Quei cambiamenti adesso sono avvenuti non in anni, ma in un solo mese. Con un colpo di tosse.

Le curve di contagio purtroppo crescono parallelamente alle curve dell’instabilità economica e all’incertezza sul futuro. La via d’uscita da questa crisi non può essere come quella del 2008, quando si è preferito salvare le banche a discapito del popolo.

E’ arrivato il momento di mettere l’uomo al centro e non più il mercato del lavoro. Una società evoluta è quella che permette agli individui di svilupparsi in modo libero, creativo, generando al tempo stesso il proprio sviluppo. Per fare ciò si deve garantire a tutti i cittadini lo stesso livello di partenza: un reddito di base universale, per diritto di nascita, destinato a tutti, dai più poveri ai più ricchi, che vada oltre questa emergenza.

La teoria economica dovrebbe sviluppare metodi per soddisfare i bisogni umani fondamentali di ognuno di noi. Quando questi bisogni vengono minacciati allora è il momento di ridefinire tutta la nostra esistenza con un reset totale.

Gestire questa crisi non richiede solo affrontare l’emergenza sanitaria, ma anche proteggere economicamente tutta la popolazione. Un reddito di base universale, incondizionato, è la sola panacea al collasso del sistema, all’instabilità che sta uccidendo psicologicamente ed economicamente milioni di famiglie.

Sono sicuro che la maggior parte degli economisti, in altri momenti scettici, concorderà sul fatto che l’economia ha bisogno di iniezioni di denaro proprio ora. Quando le economie scivolano in recessione, c’è un “effetto moltiplicatore”: le persone perdono il lavoro, spendono meno, l’economia si restringe, il reddito diminuisce e il denaro letteralmente scompare dalla circolazione. Il reddito universale rilancerebbe l’economia, attenuerebbe l’incidenza della povertà nella popolazione e le sue terribili conseguenze, e farà sì che coloro che dovranno rientrare nel mercato del lavoro potranno farlo in condizioni migliori.

E c’è già chi nel mondo si sta attivando, dagli Stati Uniti, con la paladina del Green New Deal Alexandria Ocasio-Cortez che chiede esplicitamente al Governo Usa un Universal Basic Income; al Regno Unito, dove viene rilanciata la proposta del reddito di base, così come altri stati annunciano misure di soccorso (India, Nuova Zelanda, Hong Kong, Sud Corea…).

Le fonti principali di finanziamento potrebbero essere varie. Si può andare dalla tassazione delle grandi fortune, dei grandi colossi digitali e tecnologici (Mark Zuckerberg, Bill Gates e Elon Musk  sono sempre stati a favore del reddito universale), magari quelle a più alto tasso di automazione; o rivedere le imposte sui redditi da capitale e sulla proprietà intellettuale. Oppure le cosiddette “ecotasse”, come il Climate Incame, Reddito dal Clima, con una tassa sui combustibili fossili come carbone, petrolio e gas; o come avviene in Alaska dal 1982 con l’Alaska Permanent Fund: un dividendo del rendimento economico di un capitale pubblico, che attinge dalle compagnie fossili. Ogni anno, una parte delle entrate derivanti dal petrolio statale è messa in un fondo. Il governo piuttosto che spendere quel denaro, lo restituisce ai cittadini residenti, bambini compresi, attraverso un dividendo annuale.

Come ripeto ormai da anni le soluzioni ci sono, sta a noi la scelta di sederci intorno ad un tavolo per riconvertire la qualità della nostra vita e creare un sistema che formi persone, non lavoratori.

La prima guerra mondiale portò milioni di donne nelle fabbriche e diede il via all’emancipazione delle donne, il Piano Marshall rilanciò l’economia e il benessere del dopo guerra. L’emergenza che stiamo vivendo potrebbe favorire una svolta epocale, rivoluzionaria, che da molti superficialmente è stata sempre considerata folle, e che potrebbe cambiare in meglio il nostro futuro.

E’ giunto il momento di stravolgere il nostro status quo, se non ora, quando?

 

http://www.beppegrillo.it/reddito-universale-e-arrivato-il-momento/

 

 

ovviamente è solo una tappa intermedia 

 

Re: Next is Italy, La Prossima è l'Italia  

  By: XTOL on Domenica 29 Marzo 2020 19:35

dedicato a quelli che "solo lo stato può fare le infrastrutture", 6 minuti di autentica poesia (e storia vera)

chi era Amadeo Peter Giannini

 

https://www.youtube.com/watch?v=B_ev-vohk-c

Re: Next is Italy, La Prossima è l'Italia  

  By: lmwillys1 on Domenica 29 Marzo 2020 17:43

c'è l'assessore nanesco alla sanità lombarda che sta dicendo tutto felice che sono arrivati gli albanesi ad aiutarlo ... ma lui non è tra quelli che gli albanesi li vuole fuori dai coglioni ?