Il progetto di Marchionne, oltre a quello di arricchire gli agnellini e se stesso, era quello di vendere la fiat.
Da qui la scarsa propensione agli investimenti e all'innovazione e le operazioni ferrari e Marelli.
A questo serviva anche la mania di voler azzerare i debiti (come un Ceaucescu qualsiasi), risultato
raggiunto (a sentir lui). In realta' ha in giro obbligazioni per 18 miliardi contro una liquidita' piu' o meno
uguale. Questo e' un conundrum che non si e' mai capito, perche' pagare montagne di interessi
su titoli junck quando hai liquidita' in abbondanza?
Poi e' arrivato Manley e si e' venduto la Marelli che Marchionne voleva invece quotare nella speranza
di replicare il successo Ferrari (e arricchire ancora di piu' gli agnellini), e cosi' se n'e' andato anche
un gioiellino da 8 miliardi di fatturato.
Il ritardo sull'auto elettrica, su cui i tedeschi stanno spingengo a tutto gas, sarebbe facilmente
recuperabile se non fosse che per gli agnellinni e' meglio confezionare il pacco e vendere tutto.
Alla fine si terranno la Ferrari e la Maserati, siamo o non siamo la patria del lusso, dell'arte,
della cultura, della bellezza, de filosofi e degli psicologi?
Quanto agli incentivi sull'auto elettrica direi che son stati proposti in modo giusto, tassi i motori
a scoppio e col ricavato agevoli quelli elettrici a costo zero per il contribuente.