By: MrBruges on Lunedì 07 Novembre 2011 00:18
Non sono d'accordo con Zibordi.
Anche ammettendo (per assurdo) che stampando denaro non si crei inflazione,ciò avrebbe comunque degli effetti negativi sull'economia,e non di certo positivi.
Questo tipo di problema veniva designato dagli esponenti della scuola austriaca,come ''non neutralità della moneta''.
Ovvero stampare moneta,a seconda delle condizioni in cui viene fatto,può o meno creare inflazione,però ciò che determina sempre,è una perdita generale di produttività,nonchè una distorsione della struttura produttiva stessa dell'economia.
Se tu immetti moneta,tramite credito,o stampando direttamente,soddisfi la domanda interna di moneta,eliminando la necessità di rifornirsi tramite esportazioni.
Cito un vecchio post di Zibordi steso(in netta contraddizione con quello attuale),in cui metteva la relazione di Domenico Menichella alla Banca d'Italia:
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””…non dobbiamo illuderci, una politica creditizia di facilità, non potrebbe essere intrapresa senza mettere rapidamente in difficoltà la nostra bilancia dei pagamenti. La restituzione al mercato della moneta nazionale versata dagli importatori all’ufficio cambi spingerebbe la domanda ad un livello tale da assorbire la quota di produzione destinata precedentemente all’esportazione…l’economia non avrebbe più bisogno di rifornirsi di moneta nazionale attraverso la cessione all’ufficio cambi della valuta tratta dalle esportazioni e l’impulso principale ad esportare verrebbe meno. Cesserebbe insomma di funzionare il MECCANISMO MONETARIO FONDAMENTALE GRAZIE AL QUALE in regime di moneta convertibile come in regime aureo LE IMPORTAZIONI CREANO LE ESPORTAZIONI.. Il processo invece alimenterebbe esclusivamente le importazioni e porterebbe in definitiva ad una serie di limitazioni degli scambi esteri le quali SCONVOLGEREBBERO L’ASSETTO DELLA NOSTRA STRUTTURA PRODUTTIVA…”
(Domenico Menichella, governatore, relazione della Banca d’Italia 1952)
L'idea che stampando denaro si svaluti la propria moneta rispetto alle altre,determinando un vantaggio competitivo,è valida fino a che c'è un grande mercato estero con una moneta forte,che assorbe le quote di mercato che tu perdi svalutando il potere d'acquisto dei consumatori nazionali.
In sostanza svalutare la lira aveva senso,perchè li vicino c'era il marco forte,ma se tutti si mettono a svalutare stampando denaro,semplicemente si elimina il potere d'acquisto della classe media mondiale.