By: giorgiofra on Giovedì 02 Gennaio 2014 14:59
San Tommaso, non ho alcuna intenzione di abbandonare la mia terra che, in qualche modo, mi appartiene. Tra le altre cose spesso si dimentica una cosa fondamentale: il radicamento nella comunità, che si traduce in un sistema di relazioni che possono permetterti di superare i momenti difficili, e che in ogni caso sono una assicurazione alla sopravvivenza.
Voglio dire che, godendo comunque dell fiducia degli altri, anche il giorno che rimani senza un euro riesci a mettere la benzina o a riparare la macchina. Troppo spesso si trascura questo fondamentale fattore, tipico delle piccole comunità.
Amor con amor si paga. E poichè sono sempre stato disponibile per gli altri, trovo sempre la disponibilità degli altri.
Devi sapere che io non ho una falegnameria personale. Per i miei lavori utilizzo quelle dei miei molti amici. Naturalmente loro si rifanno con il fatto che mi richiedono disegni e progetti che io, chiaramente, non mi faccio pagare. Spesso mi chiedono di accompagnarli dai loro clienti come consulente, perchè, ti assicuro, come arredatore sono davvero bravo.
Come ho scritto nel mio romanzo, se uno deve proprio morire di fame, è meglio che lo faccia a casa propria. E poi, ognuno di noi entra in sintonia con l'ambiente nel quale ha sempre vissuto. Con il clima, il paesaggio, gli odori, i suoni, la lingua.
Cambiare città è possibile quando ancora si è giovani. Innanzitutto ci si adatta più facilmente. In secondo luogo c'è la forte motivazione della carriera o dell'affermazione professionale, che riesce a compensare l'abbandono delle radici.
Ma io, caro Santommaso, sono vecchio. Ed è inutile illudersi che si rimane sempre giovani. Quando la macchina ha fatto i suoi chilometri inizia a scassarsi, e non è più prudente farla correre come quando era nuova. Gli anni si sentono, nel corpo, ma sopratutto nello spirito. Ed allora si abbandonano le vane illusioni e si cerca di sopravvivere con leggerezza, senza affanni e senza tormenti. Se avessi vent'anni farei la rivoluzione. Ma a 55 anni si desidera solo prendersela comoda, fare quello che piace, e ridere di se stessi, senza vivere nel rimorso dei peccati che non si sono commessi e dei progetti che non si sono realizzati.
Voglio vivere di piccole soddisfazioni, come quella di dire ad un finanziere o ad un funzionario dell'agenzia delle entrate: io sono un evasore totale, e non vi darò più un euro neanche se venite con gli elicotteri. Mi spiace, signori, ma ho l'impressione che prima o poi sarete costretti ad andare a lavorare.