Chiudo la partita iva (qualsiasi spesa può essere evasione ora...)

 

  By: SanTommaso on Giovedì 02 Gennaio 2014 14:20

Giorgio, permettimi di suggerirti una alternativa: Sistema al meglio le tue cose qui in Italia e va a fare una vacanza in paesi tipo: Costa Rica, Vietnam, Cambogia, Brasile. Mi raccomando, non andare in albergo. Affitta una casa per un mese. Oltre a risparmiare, questo ti permette di vivere veramente il posto. In Thailandia so che si possono affittare bungalow sulla spiaggia per pochi euro al giorno ed in genere in tutti questi posti si mangia bene con pochissimo. La lingua non sara' un problema, te lo garantisco. Nella peggiore delle ipotesi ti sarai fatto una bella vacanza. Ma potrebbe anche facilmente succedere che con la tua esperienza di vita trovi qualcosa di interessante da fare. Attento pero', chi in quei posti sanno lavorare veramente il legno : )

 

  By: giorgiofra on Giovedì 02 Gennaio 2014 13:46

XTOL: chi l'avrebbe detto solo 10 anni fa che putin sarebbe diventato un gigante in mezzo ai nani occidentali! Concordo pienamente. Spero solo che riesca a resistere e non lasciare che il suo paese venga distrutto come lo è stato tutto l'occidente. La crisi economica che stiamo vivendo non è che la conseguenza del declino morale di una civiltà, e del fatto che i popoli stanno pian piano cedendo la loro intera esistenza nelle mani degli stati. Gli stati, in sostanza, sono diventate strutture abnormi, inefficienti, parassitarie e costituiscono oramai un fardello insopportabile per ogni vera libera iniziativa, unico strumento per garantire il benessere di tutti. Moriremo tutti sotto il peso delle tasse, delle leggi, delle norme, dei regolamenti, della burocrazia, delle certificazioni. Moriremo tutti per il fatto che lo stato sta lentamente suffragando ogni aspetto della nostra vita,

 

  By: XTOL on Giovedì 02 Gennaio 2014 13:25

sì giorgio, affamare la bestia-stato è l'unico modo per togliersi qualche piccola soddisfazione. purtroppo non basterà, questi (grazie agli imbecilli/collusi che li votano) continueranno imperterriti a ritenersi indispensabili. altro che ripresa! il trend è palesemente negativo, durerà fino a diventare devastante e come tutti i bear trend, a ogni "rimbalzo del gatto morto" si inneggerà alla ripresa. chi l'avrebbe detto solo 10 anni fa che putin sarebbe diventato un gigante in mezzo ai nani occidentali! ma ci è toccato vedere anche questo: il capitale che si rifugia in russia e i socialisti di tutto il mondo (occidentale) che sbavano alla caccia degli ultimi costruttori di ricchezza. ha proprio ragione armstrong, tutto si muove ciclicamente e non c'è storia: gli umani tornano indefessamente a commettere gli stessi autolesionistici sbagli

 

  By: robom1 on Giovedì 02 Gennaio 2014 13:09

Ho ricostruito il tutto; quello di cui si parla non è tanto la vendita quanto quello del mercato della pubblicità on line. Mentre la pubblicità in altri mezzi e diffusa in Italia paga le imposte varie il mercato della pubblicità sul web non paga niente. Esistono pertanto due livelli: 1.Quello legato alle modalità e sotto descritto 2.Quello legato alla tassazione su quanto dichiarato in Italia (double irish e dutch sandwich). Tratto dal Ilsole24ore (sintesi) Gli americani sono furiosi. Nei giorni scorsi l'American Chamber of Commerce, rappresentanza della "Confindustria" Usa, ha alzato la voce. Da Forbes è arrivato un attacco frontale, con un articolo che ha definito la web-tax «illegale». «Ovvio, gli Stati Uniti difendono comunque le loro aziende e garantiscono competitività sull'estero. Perché pensano che l'economia digitale sia e debba restare cosa loro. Se l'Europa non vuole essere totalmente subalterna deve giocare sul serio, sennò da questa parte di oceano Google o Facebook non nasceranno mai. È pazzo chi non capisce che un sistema di regole è vitale, a questo scopo. E poi lo ha detto perfino Tim Cook, ceo di Apple, che anche il sistema fiscale americano non è adeguato alla rivoluzione digitale. C'è da riflettere, no? ». Obiezione. Commissione Ue e Ocse sono al lavoro per definire un sistema di regole nuove. E poi c'è la delicatissima partita del Trattato di libero scambio tra Europa e USA (Ttip). Perché l'Italia dovrebbe rischiare la fuga in avanti? «Per un motivo fondamentale. A Bruxelles le lobby sono molto forti e lavorano bene. Nella famosa direttiva 112 del 2006, modificata nel 2008, è stata inserita una norma, all'articolo 59 bis, che consentirebbe agli Stati membri di pretendere il pagamento delle tasse là dove vengono erogati i servizi. L'entrata in vigore è fissata a gennaio 2015. I miei advisor mi dicono che sono attese delle proroghe. Dico di più. Google a Bruxelles ha un palazzo a pochi metri dalla sedi di Commissione e Parlamento Ue, con 450 dipendenti. Uno dice, ne hai 80 in Italia e sei volte tanto a Bruxelles. Servirà mica per fare interdizione? Chi mi assicura, quindi, che la nuova direttiva sull'Iva non venga rinviata al 2018? La questione più seria, però, è un'altra e non ne parla nessuno». Sostiene Pezzi che l'avvento del digitale ha rivoluzionato il modo di comprare e vendere pubblicità. «Tutto si gestisce facendo accordi quadro di trading. Ormai si possono acquistare banner impression su tutti i siti d'Europa attraverso piattaforme informatiche note come Dsp (Demand-side platform). In questo modo noi non ce ne accorgiamo, ma scompare, pur con l'aumento del budget pubblicitario nel digitale, la necessità, per dire, di avere un country manager e perfino un mercato nazionale». In Italia il mercato pubblicitario è passato complessivamente dai 10 miliardi del 2008 ai 7,5 miliardi del 2012 (sono 5,2, secondo Nielsen Media, i miliardi nei primi 10 mesi 2013 contro i 6 del 2012, ndr). «Entro i prossimi cinque anni, lo dico, saremo a 4 miliardi. Il paradosso è che la torta pubblicitaria globale, invece cresce (sempre Nielsen Media: +3,3% nel 2012, ndr) ma ormai buona parte dei giochi si fanno nelle due capitali mondiali del settore, New York e Londra». Ma c'è la crisi economica, che imperversa dal 2008. «Non è la crisi che determina il calo. E il problema non è nemmeno solo l'elusione fiscale, i meccanismi noti come Double Irish e Dutch Sandwich (guarda come funzionano). Il punto è che è in corso una migrazione del mercato pubblicitario sul Web. Fino a ieri i player del largo consumo si muovevano sul mercato "fisico" dell'advertising in Italia per vendere i loro prodotti qui. Ora, fate conto che invece un signore a Londra e uno a New York abbiamo attaccato un idrovora al" lago" della pubblicità italiana e lo stiano prosciugando. I soldi gradualmente non vedranno neanche più l'Italia, anche se la pubblicità online andrà aumentando. Chiaro? Il fenomeno si chiama Programmatic buyinged è in enorme crescita (guarda l'infografica). Oggi rappresenta già il 15-20% del totale, ma il futuro della pubblicità passa tutto di qui». Come funziona? Gli inserzionisti si affidano alle loro agenzie, i centri media, che pianificano e gestiscono la pubblicità. Queste ultime hanno dei trading desk che comprano a stock pubblicità e la rivendono ai clienti dei centri media. I trading desk utilizzano piattaforme informatiche (Dsp) spesso basate in paradisi fiscali. Queste razionalizzano le disponibilità di pubblicità online disponibile sul mercato affinché si possa comprare in asta al prezzo migliore. Tutto rigorosamente in tempo reale. A loro volta le Dsp dialogano con altre piattaforme, le Ssp (Supply-side platform), a loro volta in contatto con le concessionarie pubblicitarie e gli editori». In questa rete di passaggi l'Italia alla fine vede peanuts, noccioline. «Grazie al il Programmatic buying da un valore 10 di partenza della "torta" al massimo qui arriva 4. Se per ipotesi le concessionarie decidessero di trasferirsi all'estero per adeguarsi alle novità nemmeno quel 4 arriverebbe più e addio aziende e posti di lavoro. Dico queste cose perché io di mestiere negozio contratti. Se me ne andassi, ripeto, finirei anche per guadagnarci». Resta il fatto che la web -tax per molti è pura follia. Finirà per fare scappare aziende e investitori esteri, dicono. «Non direi. La proposta Boccia dice semplicemente: care aziende, se usate l'infrastruttura di rete italiana siete una stabile organizzazione, quindi pagate le tasse in Italia. E poi c'è la partita Iva obbligatoria, con cui si vuole mettere fine all'elusione. Questo è l'unico modo per non fare prosciugare il lago, cosicché non muoiano aziende e non si brucino posti di lavoro, ovvero esseri umani, in Italia. Ma lo stesso vale per tutta l'Europa, che si attarda in discussioni sulle regole in cui ciascuno, dalla Commissione Ue alla Francia alla Germania all'Italia affronta il problema in un modo diverso. Così si finisce sicuramente per perdere, finché esistono Stati e bilanci nazionali». Ma può l'Italia da sola anticipare, magari superare il dibattito internazionale?« Lo deve aprire. Questa deve essere un'enorme pietra miliare per iniziare un ragionamento. In molti in Italia vogliono spegnere il fuoco della web-tax e poi andare da Google e fare parcella. Non capiscono che questa partita ha dimensioni gigantesche. E lo dice uno che la può giocare anche dalla parte di Google. Io adoro il digitale, grazie al quale il mondo è anche molto migliore di quello che era. Potrei essere qui a parlare della necessaria distruzione di questa legge, ma non lo faccio perché sarebbe la rovina del mio Paese. Non si può essere imprenditori e dare fuoco al proprio mercato». Ora la web-tax affronta l'ultimo passaggio alla Camera, l'esame dell'Aula alla legge di Stabilità, in cui è compresa. Poi toccherà al via definitivo del Senato. Se non dovesse superare gli ultimi ostacoli? «Sarà stata comunque una bella occasione per far discutere di un tema che nel semestre europea a gestione italiana spero verrà affrontato con intelligenza».

 

  By: guidone on Giovedì 02 Gennaio 2014 12:55

Giorgio Hai tutta la mia ammirazione. Mi ricordi i miei nonni, zii e genitori, contadini razza piemontese. Ho ancora un lavoro per fortuna, ma non esitero' nel caso le cose dovessero andare male a fare quello che hai scritto.

 

  By: giorgiofra on Giovedì 02 Gennaio 2014 12:08

Tra qualche giorno debbo emettere una fattura ad un cliente di Foggia. Il giorno dopo andrò all'agenzia delle entrate e cesserò la partita IVA. Francamente sono più che stanco: sono esausto. Il lavoro, almeno nel mio settore, è letteralmente sparito. Potrei pensare di aver sbagliato qualcosa, se non fosse che tutti i miei colleghi sono senza lavoro e, a differenza di me, anche pieni di debiti. Farò, quel poco che sarà possibile, completamente in nero. E lo farò alla luce del sole. Eserciterò il mio diritto alla sopravvivenza, che io reputo preminente rispetto al diritto dello stato di tassarmi. Per il resto, che vadano tutti a fare in Kulo. Qualche intelligentone potrebbe sostenere che, mancando il lavoro nella mia zona, dovrei trasferirmi dove ancora esiste un mercato. Come se uno a 55 anni si sposta facilmente per iniziare una nuova vita altrove. Kazzate, semplici Kazzate. Oppure potrebbe sostenere che occorre trovare un mercato all'estero, fare delle fiere, fare promozione. Forse si dimentica che tutto questo costa, e costa molto. Qui, purtroppo, non c'è un euro. Farò quindi la cosa che reputo più giusta: ridurrò al minimo le spese, mi farò bastare quel che guadagnerò, e prenderò la vita con leggerezza, cercando di godere del tanto tempo libero che mi rimarrà. La macchina che ho, e che è intestata a mia moglie, è arrivata alla fine dei suoi giorni. La prossima auto la intesterò a me, e, a parte l'assicurazione, non pagherò più nulla: bollo, multe, parcheggi. E se mi faranno il fermo amministrativo continuerò a circolare, così come stanno facendo tutti. E se mi dovessero fermare mi limiterò a consegnare le chiavi, ed a scaricare il bubbone da 300 euro a carico dello stato. Ne comprerò un'altro, anzi me lo regaleranno, con il semplice passaggio di proprietà, e continuerò a circolare. Un mio amico ha fatto una proposta interessante: comprare un'unica macchina in cinque, così da dividere anche le poche spese necessarie, ad uso di chi ne avrà bisogno di volta in volta. E per il resto camminare a piedi, che fa tanto bene. Se poi occorre spostarsi fuori dalla zona, c'è sempre qualcuno che te ne presta una regolare. Ho calcolato che un'auto modesta, tra ammortamento, manutenzione, bollo, assicurazione, revisione e carburante, costa almeno 500 euro al mese, quasi metà stipendio. Se poi uno elimina anche le sigarette ed i vari caffè della giornata, riesce a recuperarne altri 500. 1000 euro al mese risparmiate, oltre al risparmio per la cessazione della partita IVA, consentono di sopravvivere anche lavoricchiando. Perchè temo che sia questo il futuro che ci attende, o che attende una buona percentuale di italiani. Occorre fare di necessità virtù. Se proprio dobbiamo impoverirci, e quindi consumare meno, tanto vale approfittarne per cambiare il proprio stile di vita. E non è detto che necessariamente staremo peggio. Voglio dire che consumare meno carburante ci costringerà ad andare di più a piedi, la qual cosa non è male. Ma sono tanti i comportamenti che potrei mettere in atto per migliorare la qualità complessiva della vita. Potrei mangiare meno privilegiando la cucina povera, e sicuramente starei meglio. Eliminare il fumo sarà dura, ma i vantaggi che comporta sono enormi. Avendo più tempo libero, per mancanza di lavoro, potrei recarmi in campagna con una bicicletta e raccogliere erbe selvatiche, ricchissime di nutrimenti preziosi. E potrei farlo in compagnia di qualche amico, con la conseguenza di fare esercizio fisico, respirare aria buona, divagarsi e godere della natura. Il tutto senza spendere una fortuna per soggiornare in un agriturismo. Credo, finalmente, che prepararsi al peggio sia saggio. Anche se nessuno conosce il futuro, e nulla esclude che arrivi rapidamente una ripresa strepitosa. Intanto, comunque, mi adatto. In Kulo allo stato ed a tutti i parassiti che hanno vissuto sul mio lavoro.

 

  By: gianlini on Giovedì 02 Gennaio 2014 09:39

robom, io mi sono solo immaginato se fossi io Google come ragionerei immagini che io costruisca bottiglie di vetro bellissime e che le esponga qui a Milano in uno scantinato, ripreso però da una webcam che è collegata ad un sito internet che risiede ad Arezzo (mi sembra che Aruba abbia lì la sua farm); mi contatta un giapponese che ne compra due e incarica un corriere giapponese di venirle a prendere avrebbe qualche senso che lo stato giapponese mi voglia far pagare l'imposta sui redditi?

 

  By: robom1 on Mercoledì 01 Gennaio 2014 21:50

x Gianlini Per quanto riguarda il discorso del double irish e dutch sandwich ho riportato esattamente quello che viene citato dal sole 24 ore, pero' non so esattamente quale sia il contenuto relativo al punto 1.

 

  By: gianlini on Mercoledì 01 Gennaio 2014 11:18

il punto 1. è sbagliato Robom, secondo me L'inserzionista paga a Google per pubblicità che viene visualizzata aprendo una pagina web che sta su un server da qualche parte del mondo a me sembra che in Italia Google svolga, al massimo, attività di raccolta pubblicitaria, come fosse un qualsiasi agente del settore; e probabilmente sulla struttura che raccoglie pubblicità e trattiene per sé delle commissioni, paga le stesse tasse che paga il concessionario Sipra o Publitalia o altre strutture analoghe. per quanto ne so potrebbe anche non essere nemmeno Google stessa ad occuparsi della raccolta pubblicitaria caso mai è l'internet provider italiano che veicola pubblicità esistente su un server che sta da qualche parte nel mondo verso un utente italiano, ed è quindi lui che si rende responsabile della sua "commercializzazione" in Italia e a cui dovresti cercare di far pagare le imposte relative; a quel punto il provider cercherà di rifarsi delle maggiori imposte su chi gli sta a monte (Google-inserzionista) o a valle (Robom, Gianlini)

 

  By: robom1 on Martedì 31 Dicembre 2013 15:05

Ecco come google evade le tasse Attraverso il double irish and dutch sandwich 1.L'inserzionista paga Google per un annuncio pubblicitario in Italia. 2.Il denaro viene trasferito a Google Commerce in Irlanda 3.Google Commerce paga i diritti sulla proprietà intellettuale a un'altra controllata in Olanda, dove gode di benefici fiscali, Google Netherlands Holding. 4.La società olandese paga servizi e diritti a un'ulteriore controllata in Irlanda, Google Ireland Holdings, società con doppia nazionalità, cosa consentita dalle leggi di Dublino. Per le autorità irlandesi Google Holdings è gestita alle Bermuda. In questo modo Google trasferisce la maggiore parte degli incassi alle Bermuda. tratto dal Ilsole24ore. PS. Chissà cosa ne pensa Mosler con uffici alle Isole Vergini.

 

  By: robom1 on Lunedì 30 Dicembre 2013 20:53

la pubblicità che google si fa pagare da un'azienda americana e viene cliccata da un cliente italiano è tassabile! perche io se vado ad attaccare un cartello devo pagare anche le tasse comunali ecc.ecc. e la pubblicità via web è esentasse?

 

  By: lmwillys on Domenica 29 Dicembre 2013 12:42

ciao Giorgio io attendo e spero di vivere questo giorno http://www.youtube.com/watch?v=SqMnw0f8Ko0

 

  By: Acmen on Sabato 28 Dicembre 2013 20:12

Non occorre Eulero per capirlo. ---------------------- ...è fuor di dubbio, dai suoi scritti , lei Morphy è un illuminato novello Eulero di Roncocampocanneto o giù di lì..!

 

  By: Morphy on Sabato 28 Dicembre 2013 18:12

Acmen: "La globalizazzione è un fenomeno più complesso di quello sopra che è essenzialmente una distorsione forzata attraverso i cambi e agli accordi del WTO voluto da un' elite di psicopatici plutocrati," Questa è pura fantasia condita da spruzzi di follia. Acmen o ti adegui agli accordi e cioè accetti il fatto che il mondo è fatto di contratti da rispettare (le chiamano convenzioni) oppure accetti di entrare nell'arena, sbranarti come fanno i leoni, e non avere certezza nemmeno se il giorno dopo sarai vivo o morto. Progredire è difficile, regredire invece è facile, semplice e volendo immediato: ti compri una tenda, ti fai una lancia e ti accampi in una delle praticamente infinite e incontaminate praterie che il nostro pianeta "super popolato" ti offre. Non occorre Eulero per capirlo. Raga, qui i discorsi stanno partendo per la plutotangente... morphy

– Ho imparato a non fare lotta con i maiali. Ti sporchi tutto e, soprattutto, ai maiali piace...

 

 

  By: Acmen on Sabato 28 Dicembre 2013 11:38

Acmen, che piaccia o meno, la possibilità di spostare merci ed informazioni a costi sempre minori ed in tempi sempre più rapidi produce inevitabilmente il fenomeno della globalizzazione. -------------------------------------- La globalizazzione è un fenomeno più complesso di quello sopra che è essenzialmente una distorsione forzata attraverso i cambi e agli accordi del WTO voluto da un' elite di psicopatici plutocrati, questi alla fine imploderanno perchè le compressioni al ribasso portano sempre al Default e alle Rivolte. Quindi la Strada è una, vecchia come il Mondo, ritorno alle Sovranità Nazionali ed imposizioni di Dazi verso i paesi che fanno Dumping sulle loro merci da esportazioni. Sono d' accordo con l' Antitrader " l' uomo è nà munezza rispetto a certi animali" per questo occorrono: ... le Idee e gli IDEALISTI che li portino avanti con coerenza è questo che manca oggi tempi di vuoto pneumatico .