Re: Re: Manuale di Sopravvivenza ¶
By: lmwillys1 on Giovedì 14 Maggio 2020 14:56
Gano, falla finita che fai solo ride ... vabbé che sei espatriato ma da italiano dovresti essere contento per noi tuoi connazionali che dopo decenni di MERDE LADRE che hanno distrutto il paese finalmente e incredibilmente abbiamo il miglior governo del mondo
L’Italia guida i Paesi del Sud: “Soldi subito e a fondo perduto”
In una lettera siglata da altri 5 Stati (tra cui Francia e Spagna)
le richieste alla Von der Leyen: “Aiuti a chi ha sofferto di più”
WANDA MARRA - ilfattoquotidiano 14 maggio 2020
Italia, Francia, Spagna, Portogallo, Grecia e Cipro nello scorso week-end hanno fatto arrivare una lettera al gabinetto di Ursula von der Leyen con le loro richieste sul Recovery Fund. A rivelarlo è stato Politico.eu, che riporta anche le richieste centrali: dovrà essere composto in una parte “molto consistente” da grants, ovvero “sovvenzioni a fondo perduto”, piuttosto che da loans, ovvero “prestiti” e dovrà essere pronto per la fine dell’estate, “al più tardi entro settembre”. Non solo: “Dovrà essere basato sul bilancio pluriennale dell’Ue” e “dovrebbe essere rivolto principalmente ai settori e alle aree geografiche dell’Europa più colpite e essere dedicato alla gestione di questa crisi senza precedenti, con criteri di allocazione specifici”. Questo per dire che i meccanismi di distribuzione non dovrebbero essere quelli di un normale bilancio Ue.
PRINCÌPI forti, che sono il tentativo da parte dei Paesi del Sud di fare blocco rispetto alle resistenze dei cosiddetti “frugali”, Olanda in testa. L’iniziativa della lettera alla presidente della Commissione è italiana ed è stata portata avanti a livello di sherpa, ovvero i consiglieri diplomatici dei primi ministri (per il nostro paese, dall’ambasciatore Piero Benassi), come appreso da fonti diplomatiche a Bruxelles. Ed è stata accolta “con attenzione”, secondo le stesse fonti. E se la lettera fatta recapitare alla Von Der Leyen è firmata da 6 paesi, ci sono altri 6 Stati membri sulla stessa linea di pensiero (come scrive lo stesso Politico).
Perché la trattativa resta complessa. Primo problema, l’entità del Fondo, ancora da stabilire. Poi i tempi: il rischio è di veder arrivare il Fondo solo a inizio 2021. E la proporzione tra grants e loans. Il tentativo dei Paesi firmatari, dunque, è quello di ricordare alla Commissione che la sua proposta deve essere coerente con le parole della stessa von der Leyen. E per ribadire che bisogna evitare di creare squilibri tra gli Stati membri alla fine di una crisi che ha avuto carattere simmetrico.
La von der Leyen, intanto, ancora ieri ha assicurato, davanti al Parlamento europeo, che nel Recovery Fund ci saranno le sovvenzioni a fondo perduto e sarà destinato
soprattutto a chi è stato colpito più duramente dalla crisi sociale ed economica. E anche che il Fondo sarà in grado di anticipare il sostegno a quest’anno. Si attende la proposta della Commissione per la prossima settimana, tra il 18 e il 20 (è già slittata di un paio di settimane). I leader si riuniranno poi per approvarla. La data cerchiata è il 18 giugno: non è detto che ci riescano. Ma intanto oggi la presidente dovrebbe riunire i Commissari per una sorta di seminario sulla questione.
Ieri Paolo Gentiloni, commissario agli Affari economici, in un’intervista ha ribadito che serve un Fondo di mille miliardi. La pressione diplomatica va avanti senza sosta. La richiesta dei 6 sul Recovery Fund è un altro passo del negoziato in corso, nel quale l’Italia ha giocato in attacco fin dal primo momento. Era il 25 marzo (alla vigilia del primo Consiglio europeo sulla questione) quando con la lettera dei 9 (Francia, Italia, Spagna, Belgio, Lussemburgo, Grecia, Irlanda, Portogallo, Slovenia) si chiedeva l’emissione dei coronabond. Ed è stato il premier Giuseppe Conte a far inserire nella dichiarazione del presidente del Consiglio europeo, Charles Michael, alla fine del vertice del 23 aprile, le parole “needed and urgent” (“necessario” e “urgente”) relative al Fondo.
DA NOTARE che ieri Margrethe Vestager, titolare dell’Antitrust Ue, ha dichiarato: “Stiamo lavorando intensamente al Recovery Instrument collegato al bilancio Ue per avere una ripresa paneuropea più veloce e forte”, mettendolo in relazione al rischio di frammentazione dei mercati. E nel negoziato, il tentativo è anche quello di far leva sulla messa in pericolo delle catene del valore produttivo europee collegate al mercato unico (consapevolezza che ha anche la cancelliera Angela Merkel). Battendo sul fatto che se si destabilizza anche i nordici potrebbero risentirne.
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