Pirelli & C

 

  By: polipolio on Lunedì 14 Novembre 2005 17:28

"ma generalmente lo spread è favorevole alla risparmio quando vengono giù)" Cosa intendi esattamente?

 

  By: m.apertura on Lunedì 14 Novembre 2005 17:20

naturalmente condivido quanto hai scritto sui lotti da acquistare

 

  By: m.apertura on Lunedì 14 Novembre 2005 17:04

volevo scrivere due o tre botte,non mi prende il separatore. questa prima tranche,in caso di discesa forte, preferisco lavorarla con le isoalfa (ancorchè sull'ordinaria, ma generalmente lo spread è favorevole alla risparmio quando vengono giù),invece di stopparla. chiaro che se poi venisse giù alla enzo maiorca cambierei strategia. grazie e a presto

 

  By: polipolio on Lunedì 14 Novembre 2005 15:06

Mi auguro per te che tu segue le stesse mie regole: 1. mai comprare meno di 10k€ (meglio 20 o 30k) di titoli alla volta (altrimenti paghi troppo di commissioni) 2. mai tenere più del 10% (max, ma proprio quando si impazzisce 15%) del portafoglio su un titolo. Il tuo portafoglio azionario Italia minimo sarebbe circa 2.2 M€ [((23 x 10K€)/0.7 )/.15 ]

 

  By: m.apertura on Lunedì 14 Novembre 2005 14:57

ehm...,intendevo dire 23 botte,non 23,.sono un tipo paziente ma non fino a questo punto

 

  By: m.apertura on Lunedì 14 Novembre 2005 14:30

personalmente sto iniziando a comprare un po' di tel.risparmio a questi prezzi(1,98)(per essere precisi il 30% di quelle che vorrei avere in portafoglio a regime) . dovessero arrivare nuove correzioni completerei l'acquisto scalettando in altre 23 botte. non me ne voglia polipolio se contribuisco a deteriorare il sentiment, per ora lo stop nn lo metto.

 

  By: polipolio on Sabato 12 Novembre 2005 10:15

Dal miglior periodico di borsa in Italia, Borsa e Finanza: Notare tra l'altro che a parte Fastweb (e forse incluso) il miglior servizio consumer di banda larga lo dà Telecom Italia; inoltre i carrier alternativi come Tele2 (OLO) (incluso fastweb) danno un servizio orribile -------------- I titoli scontano la lunga ristrutturazione e la minaccia del servizio Voip ma tra dividendi elevati e prezzi stracciati il settore è già ora un «buy» di David Abramson - 12-11-2005 Ciò che mi dà il coraggio di raccomandare un settore bastonato come quello delle telecom europee è la combinazione di uno smaccato pessimismo da parte degli operatori, unito a valutazioni divenute attraenti. Se, a un certo punto, i gestori di portafoglio riconosceranno la tesi d’investimento che mi appresto a descrivere, si innescherà una piccola corsa agli acquisti per riportare il livello di esposizione a benchmark, alimentando proporzionalmente la domanda di azioni. UNA BREVE RETROSPETTIVA. Il settore delle tlc ha attraversato almeno tre stadi distinti negli ultimi due decenni. Fino alla metà degli anni ’90 offriva un servizio regolato nel dettaglio, con forti barriere all’entrata e tariffe controllate a livello pubblico. Di conseguenza, le società operavano in un ambito protetto, con flussi di cassa costanti e decisamente garantiti. I detentori di disponibilità finanziarie riconoscevano la natura difensiva di questi titoli facendo valutazioni sulla base di ampi dividendi e multipli modesti. Poi è arrivata la seconda fase, connotata da un’ondata di privatizzazioni e da un’ampia tendenza alla deregulation. In brevissimo tempo, la natura delle telecom è cambiata radicalmente: da vacche da pascolo, quali erano state fino ad allora, si sono trasformate in cavalli da corsa, spinti dalla rivoluzione della comunicazione mobile e da Internet. Un percorso che ha gonfiato i multipli, scontando affari futuri, mentre il dividendo ha perso progressivamente importanza. Inoltre, come spesso accade, il processo di espansione ha finito per sviluppare un’euforia irrazionale, mettendo in moto una vera e propria mania speculativa. L’apice del fenomeno è stato raggiunto con l’assegnazione nel 2001 delle licenze Umts a prezzi da capogiro. Dopo lo scoppio della bolla, le quotazioni di Borsa sono implose. Complici gli impegni assunti per le tlc di ultima generazione, il livello del debito rispetto al patrimonio e il livello del servizio del debito hanno potuto così raggiungere soglie rischiose. La priorità delle aziende è divenuta la riduzione dei debiti. Miliardi di euro ripagati con grande sforzo. A mio giudizio, la parte più dolorosa della ristrutturazione è alle nostre spalle. I bilanci sono stati ripuliti. E le valutazioni paiono quindi invitanti. Nonostante questo, da inizio anno fioccano le vendite, relegando le società della telefonia in fondo alla classifica di performance per il 2005. Le paure del mercato sono note: è diffuso il nervosismo per una repentina migrazione della comunicazione vocale sul protocollo Internet (Voip). DIVIDENDI IN SALITA. Si tratta di un’ipotesi possibile, o anche plausibile, a patto di una diffusione capillare delle connessioni a banda larga. Ma è evidente che proprio gli ex-monopolisti sarebbero i principali beneficiari. Il processo potrebbe infatti veicolare la vendita di una serie di prodotti a valore aggiunto (video, musica, sport). Altri analisti temono invece l’erosione dei margini derivante dall’intensa competizione. Che esiste, ma mi sembra si possa notare un certo consolidamento piuttosto che la germinazione di nuovi rivali. Mi pare, infine, che abbia messo radici un problema di percezione: i risparmiatori che hanno dilapidato intere fortune scommettendo su queste azioni nel 2000, si rifiutano adesso di acquistare anche a prezzi quasi stracciati. Eppure si moltiplicano gli elementi positivi. Ad esempio, diversi gruppi privati hanno mostrato interesse nella capacità delle telecom di generare cassa. Il dividendo, già alto, ha in effetti una buona probabilità di salire, in quanto la fetta degli utili restituita agli azionisti è inferiore a quanto si osserva per le utility. Al tempo stesso, per inciso, le utility sono diventate più care delle società telefoniche. Voglio poi rimarcare che, secondo il sondaggio mensile di Merrill Lynch, è difficile trovare azioni meno rappresentate nei portafogli istituzionali. Sicché, se cambierà l’umore, i compratori torneranno sul mercato. Insomma, per me il settore è già un buy.

 

  By: polipolio on Mercoledì 09 Novembre 2005 13:15

Sono pieno di call perché non ci credevo sino in fondo, soprattutto nel breve. " tu sai qualcosa che gli altri non sanno" certamente, come ad esempio il secondo nome dei miei figli; per quanto concerne TI, invece, ho un opinione alquanto radicata che non si sta rivelando condivisa, nemmeno in prospettiva, da altri investitori (te incluso). Ieri avevo cominciato a sperare vedendo un +1.6% subito dopo i risultati (buoni). Dato che ho torto e c@zz@te ne sparo già con buon ritmo, adesso studio un po' poi vi do la mia opinione

 

  By: GZ on Mercoledì 09 Novembre 2005 12:51

pieno di call su telecom ? tu sai qualcosa che gli altri non sanno

 

  By: polipolio on Martedì 08 Novembre 2005 00:31

Non ho tempo di replicare ora, ma non sono tanto d'accordo. Forse mi fa velo essere pieno di call options. I'll come back on this

Telecom e Pirelli - gz  

  By: GZ on Lunedì 07 Novembre 2005 21:12

Tanta gente e tutti i gestori italiani sono rimasti intrappolati in ^Telecom#^ che ha perso mentre tutto il resto dei listini del mondo salivano. A fine settembre dicevano che era molto sottovalutato e ora quindi ancora di più e forse magari è vero per un rimbalzo. Ma noto che ci sono offerte per 10 centesimi al minuto da cellulare o anche 6 centesimi + 6 euro fissi mentre fino a giugno mi sembra si fosse sempre sopra i 20. Inoltre ci sono concorrenti come Retelit che cercano di saltare l'ultimo miglio con il Wifi o Wimax e ho l'impressione che il costo medio dell'ADSL continui a scendere (i 4 Mega sono a 37 euro e anche un azienda o un professionista li usa senza avere bisogno di più banda). A medio termine un operatore come Telecom con margini altissimi che fanno quindi gola a tutti, in un businesse dove stanno scendendo in tutto il mondo (e zavorrato da 45 miliardi di debiti) è un SELL Sabato però su B&F c'è era un lungo articolo che cercava di dimostrare che ^Pirelli#^ & C ai valori attuali (3.95 miliardi) viene valutata come se non controllasse nemmeno Olimpia (la società in cima a Telecom) e vale quindi un 30% minimo in più I numeri guardando l'articolo sembrano corretti e in più si agita l'idea da giorni che Fininvest voglia investire in Olimpia

Fermare Pirelli con la forza del pensiero - gz  

  By: GZ on Venerdì 21 Gennaio 2005 18:12

beh... sarà stato un caso, ma stamattina ho avuto la soddisfazione morale di attaccare Pirelli in modo viscerale quando era partita nella stratosfera a +3% circa, (alle 10 e tre quarti sui 1.115) questo è uno dei casi in cui ti ribelli moralmente al vedere la gente che stupidamente ( a tuo giudizio ovviamente) insegue un titolo fino al cielo e l'ho fermata !... è finita ora a 1.073 e fa -1.3% -------------------------------------------------------------

 

  By: Moderatore on Sabato 11 Dicembre 2004 16:36

....Con la dismissione di cavi ed energia e l’aumento di capitale da 1 miliardo finalizzato a rafforzare la presa su Olimpia (che salirà dal 50,4 al 58%), il gruppo della Bicocca avrà il suo cuore in Telecom Italia. Fino a ieri, Olimpia rappresentava il 24% del valore degli asset della società di via Negri e il 18% del valore d’impresa. Dopo la ricapitalizzazione, invece, peserà per il 40% sul Nav del gruppo e rappresenterà il 33% del valore d’impresa. Il mercato ha festeggiato l’operazione e il prezzo vantaggioso a cui verrà proposta la ricapitalizzazione rende il titolo ancora più interessante. Pirelli lancerà infatti un aumento da 1,08 miliardi, emettendo due nuove azioni ogni cinque vecchie possedute al prezzo di 0,70 euro, ovvero il 23% in meno rispetto agli attuali valori di mercato. La nuova ricapitalizzazione, dovrebbe inoltre incentivare i possessori del warrant 2004-2006 a convertire le opzioni e trasformarle in titoli, salvo conguaglio di 0,52 euro. In questo modo, il gruppo della Bicocca si troverà a raccogliere poco meno di 1,3 miliardi da reinvestire in Olimpia (che a sua volta farà un aumento da 2 miliardi per avere tra il 17 e il 19% di New Telecom). Grazie a questa operazione, Olimpia ridurrà inoltre il prezzo di carico delle Telecom da 5,2 a 4,6-4,7 euro per azione e Pirelli, di conseguenza, lo medierà da 4,8 a 4 euro. Un valore molto più vicino a quelli di mercato, considerando anche che dopo la fusione con Tim i target degli analisti sul nuovo colosso di tlc esprimono valutazioni di 3,7-3,8 euro per azione. Così, in settimana, i broker sono tornati a ribadire il loro giudizio positivo sul gruppo della Bicocca. Per Citigroup le azioni di Pirelli sono infatti da comprare fino al target di 1,01 euro: questa valutazione incorpora anche un significativo sconto sul Nav che, a operazione conclusa, sarà di 1,18 euro per azione...^ da B&F#http://www.borsaefinanza.it/art.pic1?ID=119751^

 

  By: Moderatore on Sabato 13 Novembre 2004 18:42

Grandi manovre in ^Pirelli#^ & C tra aumenti e catene più corte Dalle cessioni la Bicocca ricaverà 1-1,3 miliardi da investire su pneumatici e Olimpia-Telecom. E Piazza Affari torna a scommettere sulla fusione Tim di Sara Bennewitz - 13-11-2004 .... Il gruppo, infatti, ha dato mandato a Lazard, Mediobanca, Jp Morgan e Lehman Brothers per cedere la maggioranza della divisione cavi ed energia ad alcuni investitori istituzionali che nei mesi scorsi avevano già avanzato offerte. La scelta di un acquirente finanziario nasce da più motivazioni: il business dei cavi ed energia, innanzitutto, è un’attività ideale per un partner finanziario, dati gli alti flussi di cassa (un ros, ovvero il ritorno sulle vendite, del 4% nei primi 9 mesi); un concorrente industriale, poi, potrebbe incappare negli strali dell’antitrust, a meno di uno «spezzatino» che richiederebbe tempi molto lunghi e, comunque, impoverirebbe il valore della divisione, leader nel proprio settore di riferimento. Secondo Deutsche Bank, dalla vendita di una quota di maggioranza di queste attività Pirelli potrebbe incassare un miliardo. Per Credit Suisse First Boston, invece, Pirelli dovrebbe incassare 1,3 miliardi dalla cessione dei cavi energia. Ma a che serviranno questi quattrini? L’obiettivo, per tutti, è Telecom. Db ipotizza un investimento in Telecom Italia, rafforzando con una quota ulteriore (il 3-5% del capitale) la presa sulla società. Altri broker battono la pista di Olimpia: i proventi della dismissione potrebbero essere utilizzati per un aumento di capitale della finanziaria, che permetterebbe a Olimpia di rafforzare la sua presa su Telecom (di cui al momento possiede il 17,2% del capitale). Anche per questo, Csfb ha ribadito il suo giudizio di outperform su Telecom fissando un target price di 3 euro per azione. Pirelli detiene il 50,4% del capitale di Olimpia, il secondo azionista è invece la famiglia Benetton (con il 16,8% del capitale) che segue a ruota a Hopa (un altro 16%) e infine Unicredito e Banca Intesa, che possiedono l’8,4% ciascuna. Fatta eccezione per la finanziaria che fa capo a Emilio Gnutti, gli altri soci sembrano interessati a procedere a una ricapitalizzazione di Olimpia, anche perché l’investimento in Telecom ha un rendimento atteso del 4,5%, tale cioè da ripagare i costi dell’indebitamento. Le due banche azioniste di Olimpia, hanno inoltre una opzione put sulla loro quota, che verrà a scadenza nel 2006, per cedere a 1,2 miliardi la loro partecipazione direttamente a Pirelli. Tuttavia, come ribadito dallo stesso Marco Tronchetti Provera in settimana, non è affatto detto che Unicredito e Intesa vogliano esercitare la put. Ma le novità sul gruppo non finiscono qui. Il presidente del gruppo di tlc ha lasciato dietro di sè un nuovo indizio: un’ulteriore ed eventuale accorciamento della catena di controllo si farà «se e quando sarà conveniente per gli azionisti», ha dichiarato. Parole caute ma sufficienti a spingere una parte del mercato a scommettere di nuovo sull’integrazione tra Telecom e Tim, il gruppo guidato da Marco De Benedetti. Del resto, anche alla luce dei recenti sviluppi internazionali (France Telecom-Orange, tra gli altri), la convergenza tra fisso e mobile sembra tornare d’attualità. Restano da verificare tempi e modi in cui questa operazione verrebbe portata a termine. Secondo Centrosim, ad esempio, l’integrazione non è imminente, e potrebbe essere preceduta da un maxi buy-back di Tim. Altri broker, tra cui Rasbank, ritengono invece che la fusione Tim-Telecom sia molto probabile dato che genererebbe risparmi sui costi e nuovi benefici fiscali. Tuttavia, se anche dovesse essere deliberata un’integrazione tra le due società, sicuramente sarà preceduta dall’aumento di capitale finalizzato a far crescere Olimpia nel capitale del gruppo di tlc. Se infatti l’operazione venisse fatta agli attuali valori di mercato, la finanziaria si diluirebbe dal 17% al 9-10% del capitale del nuovo gruppo.

 

  By: Moderatore on Martedì 09 Novembre 2004 02:21

primi nove mesi del gruppo di Tronchetti Provera dovrebbero chiudersi con un aumento del 35% dell’ebit. Ipotesi di vendita parziale dei cavi energia di Sara Bennewitz - 06-11-2004 borsaefinanza.it In attesa dei risultati che verranno annunciati giovedì 11 novembre, il mercato continua a scommettere su Pirelli. Nell’ultima settimana la società che fa capo a Marco Tronchetti Provera ha guadagnato un altro 5% sull’onda delle stime positive sui conti e delle ipotesi di cessione di alcuni asset. I risultati del gruppo sono attesi in netto miglioramento su tutti i fronti. Secondo il consensus degli analisti, la società della Bicocca dovrebbe chiudere il periodo gennaio-settembre con ricavi per 5,2 miliardi (più 6,1% rispetto ai 4,9 miliardi dello stesso periodo 2003), un risultato operativo superiore a 260 milioni (più 35% rispetto ai 197 milioni del 2003) e un utile netto di 185 milioni, che si raffronta con una perdita 2003 di 33 milioni. Così, nonostante l’aumento del costo delle materie prime e le variazioni del cambio, il gruppo non solo continua a registrare un fatturato in aumento, ma raggiunge importanti efficienze sui margini. Per quanto riguarda la posizione finanziaria netta, invece, Pirelli dovrebbe avere un indebitamento pari a 1,9 miliardi (1,5 nel settembre 2003 dopo l’aumento di capitale da 600 milioni). I giudizi dei broker sulla società sono tutti neutro-positivi, mentre i target price vanno da 1,05 euro (stima da Mediobanca) a 0,85 euro (Banca Leonardo). Se le attese dei primi nove mesi sono positive, anche quelle per fine anno non sono da meno, tanto più che nel quarto trimestre dell’anno anche la divisione cavi e sistemi tlc dovrebbe raggiungere il pareggio operativo. Per quanto riguarda l’andamento delle singole divisioni del gruppo, i broker sono poi molto ottimisti sull’andamento della divisione pneumatici, che continua a sovraperformare i concorrenti e registra una crescita molto più significativa rispetto al comparto automobilistico. Ma anche la divisione cavi e sistemi energia dovrebbe dare positivi riscontri. A questo proposito, durante la settimana sono tornate a circolare alcune indiscrezioni circa un parziale disinvestimento di Pirelli. Il gruppo della Bicocca avrebbe infatti ricevuto diverse manifestazioni d’interesse da parte di alcuni importanti investitori istituzionali per rilevare una quota di minoranza. D’altronde, i cavi per l’elettricità generano alti flussi di cassa per cui, oltre a rappresentare un investimento difensivo, garantiscono un’alta visibilità degli utili. E non è nemmeno escluso che Pirelli, che dal 2001 non ha mai negato la possibilità di qualche cessione per concentrarsi su altre attività, questa volta si lasci tentare dalle generose offerte ricevute. Un parziale disimpegno di Pirelli dai cavi energia, secondo l’opinione prevalente, avrebbe un doppio effetto positivo: da una parte farebbe emergere il valore di questa divisione nel consolidato del gruppo e dall’altra permetterebbe alla società di ^reinvestire i proventi in attività che hanno maggiori tassi di crescita#http://www.borsaefinanza.it/art.pic1?ID=112845^