DEPRIMENTE - gz

 

  By: kaiser soze on Martedì 18 Febbraio 2003 14:49

--------------- Giorgio Montefoschi ----------------- Lodevole, come molte altre, l’iniziativa di pace dei francescani d’Assisi, premurosi di accogliere nel loro convento chiunque si penta. Ma, al di là della frivola preoccupazione di non farsi prendere per i fondelli dall’ospite iracheno, più tardi rifocillato in refettorio con fagottini al tartufo e vino sardo, non trova che ci sia qualcosa di funebre, oltre che di grottesco, nella mancata replica alla affermazione del numero due del regime - fatta, secondo l’inviato del Corriere , in presenza dei frati - al presidente della Regione Umbria, Rita Lorenzetti, secondo la quale «Saddam Hussein per il suo popolo è come un padre di famiglia e il suo popolo ha fiducia nel suo presidente e perciò anche il resto del mondo deve aver fiducia in lui»? -------------- Paolo Mieli ------------------------------------------------------------------ Caro Montefoschi, lei che è scrittore di rango ..... .... in un passo successivo, coglie l’occasione di questa dichiarazione di fede per domandare «se mai i francescani d’Assisi e la diplomazia vaticana hanno manifestato identica preoccupazione e dolore per gli oltre settantamila sciiti ammazzati dal buon padre di famiglia (il Saddam di cui sopra, ndr), per i curdi gasati e via discorrendo»... Di mio voglio aggiungere che quando frate Vincenzo Coli annunciò che avrebbe accolto Tarek Aziz ad Assisi come fece «Francesco con il lupo di Gubbio», Fabrizio Roncone del Corriere gli obiettò: «Però questo è un genere di lupo che, mentre Saddam Hussein eliminava gli oppositori del regime impiccandoli ai pali della luce di Bagdad, commentava soddisfatto: "Per la città non potrebbe esserci ornamento migliore"...». «Questo non lo sapevo», fu la lapidaria risposta di Vincenzo Coli che passò oltre e ricevette quel «pellegrino in cerca di conforto» (parole del frate) senza avvertire l’urgenza di chiedergli chiarimenti in merito al tema sollevato dal nostro giornalista. .... Modificato da - kaiser soze on 2/18/2003 13:50:42

 

  By: Paolo Gavelli on Martedì 18 Febbraio 2003 13:37

altrettanto interessante sarebbe rileggere le opinioni dell'on fini, che nel 1991 "viaggiò verso bagdad, insieme a un certo le pen, per esprimere solidarietà al rais (che aveva invaso il kuwait)"; fini che si opponeva alla partecipazione italiana al conflitto. Dice bene dott jose (mi permetto di generalizzarne il pensiero): la nostre scelte etiche sono l'espressione del nostro vantaggio. 2ali

 

  By: Paolo Gavelli on Martedì 18 Febbraio 2003 13:01

... ------------( Giuliano Ferrara ) ----------- Che tristezza, il mondo visto da una sola parte. Mi piacerebbe rileggere cosa scriveva della guerra in vietnam... 2ali

 

  By: DOTT JOSE on Martedì 18 Febbraio 2003 11:17

Ma proprio tutti, tra di voi c'è anche il velista-siderurgico, quel Giorgio Falck che vuole scomunicare Bush, mi sa che bush gli sta sulle scatole per le misure protezionistiche sull acciaio..

10 febbraio 1947 MATERIALI DI RESISTENZA STORICA GIORNO DEL RICORDO FOIBE dieci febbraio | MILLENOVECENTOQUARANTASETTE

La Falsa Coscienza dei Pacifisti - kaiser soze  

  By: kaiser soze on Martedì 18 Febbraio 2003 00:12

.........Voi vi esponete protetti dai prefetti e vi dimenate coccolati dai media perché in realtà state al riparo della vostra buona coscienza e della vostra irrilevanza. Non siete in pericolo, il vostro mondo non è in pericolo. Nessun terrorista vi ha toccato, nessuna bomba vi colpirà, non ci saranno soldati morti nel campo dei governi da cui dipendete e prendete gli ordini senza nemmeno saperlo. Sabato tutti alla manifestazione, ma lunedì i vostri bambini vanno a scuola tranquilli, non come a Tel Aviv, a Haifa, a Gerusalemme. Al mattino di sabato, quando farete la spesa in un supermercato, non sarete nemmeno sfiorati dall'idea che un combattente e martire della causa radicale islamista, pagato da Saddam Hussein con la nota cifra di 25 mila dollari, si farà esplodere accanto a voi o a vostra moglie, sporcando di sangue il pavimento della Esselunga. Voi l'11 settembre l'avete visto in televisione, e a quel serial credete poco. La televisione vi ha impressionati per il lasso di tempo considerato ottimale dal marketing, qualche mese al massimo, ma è subito tornata a rassicurarvi. Non si sono viste, per carità e sentimento dell'orrore, le piroette di 200 manichini umani che si gettavano dalle Torri di Manhattan alla ricerca di aria e di vita, e non li avete osservati spiaccicarsi al suolo dopo un volo di 15 secondi. Il tempo di accendersi una sigaretta, e tutto è finito. La vostra coscienza è ideologica e telecomandata. Il comunista non pentito Luigi Pintor non si capacita di come si possa considerare vittime due popoli aggrediti dal terrorismo, due popoli che combattono la paura ogni giorno, che si ribellano all'odio ideologico e fanatico istigato contro di loro in nome di ragioni abiette. Macché vittime, gli americani e gli ebrei sono ricchi e potenti, sono armati fino ai denti, la colpa è dunque loro, e il loro è un finto dolore sbandierato per offendere i poveri e i derelitti, i dannati della terra. Chi ha la colpa di avere fondato uno stato-rifugio, uno stato-guarnigione circondato dalla volontà assassina dei fondamentalisti alla Bin Laden, non ha il diritto all'autodifesa. Vi hanno dimostrato con i fatti e con le prove tutto il dimostrabile, ma voi siete moralmente ciechi e sordi, sentite solo quello che volete sentire, la musica soave della pace. Avete protestato contro il bombardamento del reattore nucleare iracheno di Osirak, nel 1981. Avete protestato contro la guerra del Golfo per liberare il Kuwait e per suturare la vena giugulare del petrolio, quel petrolio che alla fine della manifestazione di sabato vi porterà nelle vostre seconde case dove, a cena, vi scaglierete contro l'indemoniato George W. Bush, contro l'odiato Ariel Sharon. Avete protestato contro la Nato in Kosovo, avete difeso Slobo Milosevic e la sua banda, avete negato perfino il diritto dell'America a regolare i suoi conti con il regime dei talebani in Afghanistan, avete detto che ci sarebbero stati (titoli della Repubblica) milioni di profughi, milioni di bambini morti, avete giurato e spergiurato sulle peggiori menzogne propagandistiche che la storia ricordi dai tempi della Seconda guerra mondiale. Ora siete tutti dietro lo striscione. Ma proprio tutti, tra di voi c'è anche il velista-siderurgico, quel Giorgio Falck che vuole scomunicare Bush, che odia retrospettivamente la guerra americana che ha salvato l'Europa dal nazismo, che mercanteggia moralmente l'immagine dei bambini iracheni per suscitare emozioni in buona fede, le peggiori che esistano. Ma a voi non va di pensare i problemi politici, è una cosa che stanca, preferite pregare con Tarek Aziz sul sacrario del Santo Francesco, e fa niente se la peggiore bestemmia della storia del Cristianesimo moderno è pronunciata con l'accogliente consenso dei fraticelli. L'ideologia vi nutre, e se avete letto Marx dovreste sapere che l'ideologia è falsa coscienza. La coscienza vera dovrebbe suggerirvi che americani ed ebrei hanno diritto di perseguire anche con la forza un ordine in cui sia impossibile distruggere le vite dei civili americani ed ebrei per puro odio, ma la falsa coscienza vi suggerisce di farvi tribuni di un mondo che non conoscete se non nella narcisistica contemplazione della vostra bontà: state con i bambini iracheni, così dite, ma siete soltanto dei bambini viziati, innamorati dei colori arcobaleno di una pace senza se né ma. Invece c'è un se e anche un ma, lo sappiate riconoscere con coraggio oppure no: «ma se» gli shaid un giorno si occuperanno di voi e di noi, se sarete imparentati alle vittime degli uomini-bomba, vedrete come svanirà la vostra tremolante bontà esistenziale e assistenziale, la vostra sollecitudine per i dannati della terra che vogliono uccidere il numero maggiore possibile di americani e di ebrei. ------------( Giuliano Ferrara ) -------------------- Modificato da - kaiser soze on 2/17/2003 23:13:16

1441 - kaiser soze  

  By: kaiser soze on Lunedì 17 Febbraio 2003 03:38

Premesso che paragonare l'irak alla germania 1939 è come paragonare uno scarabeo ... ------------------------------------------- Con qualche atomica in mano Saddam Hussein o quelli di Al Qaeda se Saddam gliela fornisce sottobanco, non sono meno pericolosi della Germania nazista. L'atomica tascabile, quella che sta in una valigia, un milione di morti li fa se fatta esplodere in una grande città . Ma non è provato in modo definitivo che le abbiano o che le vogliano usare o fornirle a chi le vuole usare.... La certezza definitiva ce l'avrai il giorno che ti alzi e invece di due mega torri che crollano senti in TV che c'è tutta una città radioattiva. E anche il resto delle armi di cui si parla non sono cose che si fermano con i cortei. ANTRACE Incubazione: da 12 ore a 5 giorni. Possibile attacco: lo spruzzo con un nebulizzatore è la minaccia più grave, poiché sia l'avvelenamento del cibo sia il contatto cutaneo sono inidonei a provocare una strage. Sintomi: bernoccoli pruriginosi simili a punture di insetti, linfonodi gonfi, nausea, vomito, difficoltà respiratorie, dolori addominali, emorragia addominale. Cura: terapia antibiotica. Vaccino: il vaccino usato dall'esercito Usa non è disponibile per i civili. BOTULINO Incubazione: da 12 a 72 ore. Sintomi: nausea e vomito, difficoltà della parola, della vista e della deglutizione, paralisi dei muscoli e difficoltà respiratoria. Possibile attacco: nebulizzato o attraverso cibo contaminato. Cura: un'antitossina, disponibile negli Usa, ferma il progresso della malattia. Vaccino: non c'è vaccino disponibile al pubblico. Un vaccino sperimentale è disponibile per i militari. COLERA Incubazione: da 12 ore a 5 giorni. Sintomi: diarrea, vomito, debolezza, crampi, perdita repentina di fluidi. Possibile attacco: attraverso il cibo o l'acqua. Non è contagioso in condizioni igieniche appropriate. Cura: la reidratazione è essenziale. Un assortimento di antibiotici abbrevia il corso della malattia. Vaccino: la fabbricazione negli Usa dell'unico vaccino approvato è stata sospesa perché protegge solo la metà delle persone vaccinate. CIMURRO Incubazione: da 1 a 14 giorni. Sintomi: febbre e mal di testa, rigidità muscolare, dolori al petto, pustole, linfonodi gonfi, polmonite. Possibile attacco: nell'aria. Cura: un assortimento di antibiotici. La malattia, anche quando trattata, ha un alto tasso di mortalità (50 per cento). Vaccino: nessun vaccino. PESTE Incubazione: da 1 a 6 giorni. Sintomi: febbre, brividi, mal di testa, debolezza, vomito, dolori all'addome, tosse, sangue nell'espettorato, shock settico. Possibile attacco: nell'aria o attraverso il contagio da persona a persona. Cura: la malattia può essere curata con un assortimento di antibiotici che però devono essere somministrati all'apparire dei sintomi. Vaccino: nessun vaccino disponibile al pubblico. FEBBRE Q Incubazione: 2-3 settimane. Sintomi: febbre, brividi, forte mal di testa, allucinazioni, polmonite, epatite. Possibile attacco: nell'aria o nel cibo. Cura: terapia antibiotica. Vaccino: un vaccino esiste, ma non è disponibile al pubblico. VAIOLO Incubazione: 10-14 giorni. Sintomi: febbre alta, mal di testa, vomito, esantema sul viso e sulle braccia. Possibile attacco: nell'aria o attraverso contagio provocato da un terrorista kamikaze. Cura: non c'è cura. Vaccino: il vaccino esiste ma non è consigliato al pubblico. TULAREMIA Incubazione: da 1 a 14 giorni. Sintomi: febbre, brividi, mal di testa, tosse, letargia, ulcere della pelle, polmonite Possibile attacco: nell'aria o nel cibo. Cura: terapia antibiotica. Vaccino: nessun vaccino disponibile al pubblico. Modificato da - kaiser soze on 2/17/2003 23:8:29

 

  By: bearthatad on Lunedì 17 Febbraio 2003 01:53

Per Giorgia: sel'immagine non può comparire, cancelli pure il post. Grazie

 

  By: bearthatad on Lunedì 17 Febbraio 2003 01:38

Siamo con te Modificato da - bearthatadvance on 2/17/2003 0:50:5

 

  By: gianlini on Domenica 16 Febbraio 2003 13:24

Iraq, alla Nato ancora problemi con il Belgio Non è detto che la riunione in corso del Comitato piani di difesa della Nato chiuda definitivamente la crisi dell'Alleanza sulla questione della difesa della Turchia. Alcune fonti riferiscono, infatti, che il Belgio "per ragioni di politica interna" frena ancora la decisione di pianificare le difese del territorio turco in caso di attacco americano all'Iraq. (red) Questi sono gli stessi che proteggono le organizzazioni di pedofili assassini, meditate gente, meditate.....

 

  By: gianlini on Domenica 16 Febbraio 2003 13:22

Novartis, non posso essere d'accordo con te non è che tutti i liquori siano uguali! qualcuno ha un tasso d'alcol eccessivo o un sapore eccessivamente amarognolo, o ancora troppo dolce... La regola per cui "tutto è uguale e tutti sono uguali" è assolutamente errata! Ti ricordo che il buon mussulmano è tenuto per "contratto con Allah" alla Tahib (conversione dell'infedele con le buone) o in difetto del positivo esito di questa alla Taghib (da pronunciare con la g gutturale degli olandesi), cioè alla conversione dell'infedele con le cattive. Non tutti i musulmani sono buoni musulmani o musulmani integralisti? Certo, ma abbastanza da governare interi Paesi come l'Iran, l'Arabia Saudita, lo Yemen e il Sudan e fino a poco tempo fa l'Afghanistan e da fare una bella guerra civile in Algeria e sotterranea in Egitto. Se vogliamo pensare che siano invece tutti buoni come il panettiere sotto casa o l'imbianchino che ci ha appena ridipinto il salotto, siamo liberi di pensarlo e probabilmente abbiamo anche ragione, ma la stessa cosa probabilmente pensiamo, singolarmente presi, dell'idraulico italiano e del cassiere della banca, che però, quando si trovano insieme allo stadio la domenica, battagliano con le forze dell'ordine e tirano accendini in campo. In ogni caso, se proprio vogliamo mischiare i nostri liquori tout court, andrebbe bene farlo a metà strada no? quando in Siria ci andremo con la carta di identità, saremo sulla buona strada per compiere questo!

 

  By: Novartis on Domenica 16 Febbraio 2003 12:55

Possibile che la gente (sì proprio quella che sfila a Roma) non si senta assai più in pericolo per il continuo scadimento dell'atteggiamento di difesa nei confronti di forze di immigrazione e demografiche e di religione che appaiono davvero difficilmente controllabili? ------------------------------------ Per entrare in Siria nel 1987, ora non sò, erano necessari passaporto visto del consolato e certificato di battesimo, si avete letto bene. Se, come occidente, vogliamo distinguerci, ovvero mostrarci diversi in meglio, per poi magari alla fine diventarlo, l'atteggiamento deve essere quello di ampia apertura mentale agli usi e consuetudini altrui. Non si difendono e preservano le proprie origini i propri valori le proprie radici distruggendo quelli degli altri, ma valorizzandoli nel confronto e nel rispetto della diversità altrui, provocando una osmosi continua ed una integrazione conseguente. Ora i neri americani hanno impiegato centinaia di anni per integrarsi nel tessuto sociale ed alla fine ci sono riusciti appieno, ora tocca agli ispanici, mi pare senza grossi traumi, noi abbiamo vicini africani e arabi. Nel grande shaker del mondo non si puo pretendere che ogni liquore rimanga separato. Con tutto quello che ne deriva.

 

  By: gianlini on Domenica 16 Febbraio 2003 12:45

Iraq, nuovo messaggio Bin Laden anche su un sito Il nuovo messaggio che Osama Bin Laden avrebbe registrato pochi giorni orsono (leggi qui) è anche sul sito arabforum.net. "Quanto a questa guerra di crociati e sinisti contro la nazione dell'Islam - si sente nel nastro audio - è dovere dei musulmani combattere per Iddio e incitare i fedeli a combattere gli infedeli". (red) E' chiaro che uno dei due si sbaglia!! gli uni chiedono l'intervento del rappresentante della fede in terra a difesa dei valori della nostra cività e di tutta l'umanità gli altri inneggiano alla guerra santa contro gli infedeli! ì

 

  By: gianlini on Domenica 16 Febbraio 2003 12:28

Iraq, annuncio a pagamento propone: Papa come scudo umano Un annuncio anonimo a pagamento è stato pubblicato questa mattina sul quotidiano La Repubblica per proporre sostanzialmente al Papa di offrirsi come "scudo umano" contro la guerra in Iraq. L'annuncio compare a pagina 9, sotto ai servizi sulle manifestazioni pacifiste di sabato, e afferma: "Come soluzione estrema chiediamo al PAPA di farci il dono inestimabile di essere in IRAQ per impedire l'intervento armato, in difesa della vita di tutti e dei valori della nostra civiltà". Come firma la frase "Da un gruppo di persone che non vuole assistere in disparte", seguita da un indirizzo di email. Una mail inviata all'indirizzo in questione non ha finora ricevuto risposta. L'annuncio chiede che l'appello sia inviato alla Segreteria di stato vaticana, della quale si forniscono presunti indirizzo di email e numero di fax. (red) No comment-

 

  By: gianlini on Domenica 16 Febbraio 2003 12:25

Sentivo ora i commenti dei manifestanti di Roma di ieri. La frase più ricorrente è "La gente (?) questa guerra non la vuole, la gente vuole la pace e stare tranquilla, questa è la guerra di Bush per il petrolio, ma la povera gente non la vuole la guerra" Ma nessuno che ricordi le parole di quella signora che telefona al marito (o viceversa, non ricordo bene) poco prima che le Twin Towers crollassero lasciandogli un messaggio in segreteria telefonica? Nessuno che abbia in mente quei corpi precipitare per centinaia di metri per evitare una morte ancora peggiore? Nessuno che ricordi i volti dei vigili del fuoco sopravvissuti? Nessuno che faccia un piccolo sforzo (certamente più difficile che ballare sotto il sole di Roma) per chiedersi il perchè di tutto questo?? Con circa 50 Paesi al mondo che producono petrolio, proprio quello dell'IRAQ sarebbe così indispensabile da controllare nell'anno 2003, da dover schierare 200.000 uomini nel golfo? Possibile che la gente (sì proprio quella che sfila a Roma) non si senta assai più in pericolo per il continuo scadimento dell'atteggiamento di difesa nei confronti di forze di immigrazione e demografiche e di religione che appaiono davvero difficilmente controllabili? Io, veramente mi auguro che Berlusconi lasci quanto prima, in modo tale che la gente possa smetterla di pensare ossessivamente solo a lui, previti e il conflitto di interessi e apra gli occhi a quello che davvero accade attorno a noi!

 

  By: lutrom on Sabato 15 Febbraio 2003 20:33

da www.tgfin.it 15-2-2003 Iraq: compagnie europee contro Usa TotalFinaElf difende la sua posizione La chiamano già la guerra del petrolio. La guerra che l'amministrazione Bush ha voluto "inventare" per gli interessi degli americani sui pozzi di oro nero di cui l'Iraq è pieno. Ma anche dall'altra parte, quella dei Paesi schierati contro l'aggressione all'Iraq, guidati da Francia, Germania e Russia, il business dell'oro nero è tutt'altro che secondario. E sembra proprio che a portare questi Paesi sulla linea della pace sia ancora il famigerato petrolio. Perchè francesi e russi in prima linea vogliono appunto fermare l'avanzata degli interessi americani in terra d'Iraq, avanzata che un'eventuale guerra agevolerebbe alla grande. Insomma: da una parte la guerra degli interessi, dall'altra la pace degli interessi. Ma vediamo nel dettaglio la mappa delle compagnie petrolifere che, schierate con gli oppositori della guerra, potrebbero essere minacciate da un inizio delle ostilità. Sicuramente in prima linea c'è il colosso francese TotalFinaElf, uno dei gruppi oggi più attivi nel Paese di Saddam insieme con la russa Lukoil, che proprio nei giorni scorsi ha visto volatilizzarsi all'improvviso un business molto redditizio: il governo iracheno le ha infatti tolto i permessi per sfruttare un grosso giacimento petrolifero. A insidiare le posizioni di Total sono pronte le compagnie targate Usa ExxonMobile e ChevronTexaco, che hanno le loro basi in Kuwait, e già si preparano a oltrepassare le frontiere verso il vicino Stato dell'Iraq. Ma queste multinazionali si troveranno a far fronte a una forte concorrenza, che fa capo all'asse Parigi-Mosca. Secondo informazioni raccolte dal quotidiano francese Le Monde tra fonti vicini al ministero del Petrolio dell'Iraq, sono una quarantina le società petrolifere che, dal '98 in poi, hanno stabilito forti contatti con le autorità irachene, per sfruttare le enormi risorse del Paese. Uno studio della Deutshce Bank, pubblicato lo scorso ottobre, ne ha identificate una ventina. I Russi sono in testa, con sei compagnie, seguiti da operatori venuti da ogni angolo del mondo: Indonesi, Malaysia, Algeria, Turchia, Cina, Vietnam, Giappone, Australia, ma anche Italia, Spagna, Regno Unito, Francia. I giacimenti potenzialmente sfruttabili in Iraq sono di una ricchezza enorme. Moltissimi sono i pozzi che ancora non sono attivi. E su questi, che si trovano lunga la fronteiera con l'Arabia Saudita e la Giordania, secondo lo studio della Deutsche Bank, "nuove licenze di sfruttamento sono state proposte" dall'Iraq a gruppi come la spagnola Repsol, l'algerina Sonatrach, la malaysiana Petronas, l'indonesiana Pertamina. Ma per mettere in funzione tutti questi giacimenti potenziali l'Iraq deve trovare tra i 30 e i 40 miliardi di dollari, secondo gli esperti. Ed ecco quindi spiegati i tentativi del Paese di attirare in tutti i modi gli investitori, malgrado l'embargo. La francese Total, che opera nel paese fin dal lontano 1927, è riuscita a diventare per Bagdad un interlocutore privilegiato dalla fine del conflitto Iran-Iraq, nel 1988. "La guerra del Golfo, nel '90-'91, ha interrotto il dialogo con il governo iracheno. Dialogo che abbiamo ripreso nel '92 con l'intenzione di firmare un accordo da applicare nel momento in cui l'embargo sarà interrotto" dice Christophe de Margerie, direttore generale dell'esplorazione-produzione di Total. Il gruppo francese ha concentrato la sua attenzione su Bin-Umar e Majnoun, due giacimenti non ancora in attività, nella regione di Bassorah, la grande città del Sud del Paese, che si trova in una posizione strategica, non lontano dal solo sbocco marittimo dell'Iraq sul Golfo Persico. Secondo Total queste riserve potranno rendere rispettivamente cinque miliardi e tra i sette e gli otto miliardi di barili. Ma il contratto ancora non è stato firmato. Quanto alla russa Lukoil, ha concluso nel '99 un contratto valido sotto ogni forma. Alla compagnia è stato concesso lo sfruttamento del giacimento di Kurna Ovest, che dovrebbe rendere tra i cinque e gli otto miliardi di barili. Ma il contratto è stato rotto all'improvviso dal governo iracheno. "Negli ultimi tre anni (il contratto, come detto, è del '99), la società russa non ha investito un solo dollaro nel progetto, su cui avrebbe dovuto investire circa 200 milioni di dollari" ha spiegato il ministro iracheno ad interim del Petrolio Samir Abdel Aziz Al-Nejm. "Siamo dentro un grande gioco politico" spiega Adam Sieminski, della Deutsche Bank. Nel suo rapporto dello scorso ottobre la banca tedesca, preveggente o ben informata, diceva che "l'obiettivo reale di questi accordi sembra più politico che economico. L'Iraq ha coinvolto la Francia, la Russia e la Cina in contratti di miliardi di dollari per avere buon gioco nell'influenzare i cinque membri del Consiglio di sicurezza dell'Onu". "Noi" dice de Margerie "confidiamo nei rapporti che abbiamo intessuto negli anni con il Paese. A meno che l'Iraq non venga messo sotto tutela, gli iracheni avranno diritto di parola. Noi abbiamo cercato di prenderci il nostro vantaggio. A partire dal momento in cui si passerà a un regime post-embargo, non c'è ragione perchè noi non partecipiamo allo sviluppop petrolifero del Paese. Noi abbiamo sempre rispettato l'embargo e le disposizioni legislative internazionali, non vogliamo essere penalizzati". Per Total si tratta di un momento strategico. Il Vicino Oriente ha il 66% delle riserve mondiali e il gruppo francese ne estrae solo il 18% in questa regione, dove è attivo in sette Paesi. Dal momento che British Petroleum scelse di impegnarsi soprattutto verso la Russia, firmando un contratto importante, il gruppo francese non ha intenzione di lasciarsi defraudare del frutto dei suoi investimenti nel Golfo. Ma gli Stati Uniti non hanno certo dimenticato che Total li aveva sfidati nel 1997, firmando un contratto legato allo sfruttamento del gas in Iran, a fianco della russa Gazprom e della malaysiana Petronas. Le compagnie americane questo non lo potevano certo fare, allora, per la legge del senatore repubblicano Alfonso D'Amato, che proibiva dal '96 qualsiasi investimento in quel paese, accusato di finanziare il terrorismo. D'Amato aveva anche minacciato la compagnia francese di sanzioni in caso di investimenti in Iran, chiedendo di estendere quella legge a tutto il mondo occidentale. Ma l'Unione europea non aveva voluto accettare questo "allargamento" della legge e preso le difese di Total. Poi altre compagnie europee hanno investito in Iran: l'italiana Agip e l'anglo-olandese Shell. E compagnie americane avevano denunciato alla stampa la legge D'Amato, che legava loro le mani. Insomma, la mappa degli interessi e dei contrasti tra i colossi petroliferi ha radici profonde. Che oggi influenzano con una logica ben precisa gli schieramenti in campo.