By: Leofab on Martedì 14 Settembre 2004 14:48
FRANCESCO COSSIGA
Senatore
Presidente Emerito della Repubblica
Punta Aldia, San Teodoro, Sardegna, il 12 settembre 2004
Caro Folli,
poiché chi, - come tu riferisci nel tuo articolo di fondo sul numero d’oggi del Corriere della Sera pur non nominandolo, ché gloria troppo grande ed immeritata sarebbe stata!)-, ha usato nei confronti della riunione di Palazzo Chigi tra Governo ed opposizioni e della supposta “unità nazionale contro il terrorismo” che ne sarebbe fiorita e nel giudicare entrambi i fatti, il termine irresponsabile di “buffonata” (giudizio che pienamente confermo!), sono io, ministro dell’interno del primo governo di “solidarietà nazionale”, inflessibile nella lotta al terrorismo fino a sacrificare il leader della Democrazia Cristiana, fondato sul “compromesso storico” tra Democrazia Cristiana e Partito Comunista, sostenuto con convinzione anche dal Partito Repubblicano Italiano, e realizzato da Aldo Moro, Enrico Berlinguer, Benigno Zaccagnini, Giulio Andreotti ed Ugo La Malfa, ho il dovere di risponderti con franchezza.
Non ti rispondo con lettera aperta indirizzata al tuo giornale, perché altre mie lettere aperte e miei contributi scritti non hanno trovato ospitalità sul giornale oggi da te diretto, sia durante la precedente direzione (per pubblicare una lettera aperta indirizzata all’allora presidente del consiglio dei ministri Massimo D’Alema dovetti acquistare dalla RCS lo spazio necessario per circa qurantaduemilioni di lire più IVA, regolarmente pagati!) sia soprattutto da quanto tu dirigi il prestigioso quotidiano, perché come con franchezza mi è stato spiegato, posso forse rilasciare una intervista, che è opera letteraria dell’intervistatore, ma non posso pretendere di vedere pubblicato un mio scritto “per mancanza di quella esperienza giornalistica, di quella conoscenza dell’ odierna politica e dello spessore culturale alla Giovanni Spadolini - ed io aggiungo alla Stefano Folli -, necessarie per collaborare con la gloriosa testata.
Per quanto attiene la mia affermata “irresponsabilità”, che tradirebbe poi la mia poca dimestichezza con i problemi del terrorismo interno ed internazionale e la mia inidoneità a esprimere ragionevoli giudizi sulla presente tragica situazione del sequestro delle due Simone, potrei ricordare i ruoli che ho avuto nel governo del paese quando tu, intelligente “ragazzo di bottega”, correggevi le bozze de La Voce Repubblicana e, come editorialista, cercavi scimmiottare con scarsi risultati il tuo grande maestro Giovanni Spadolini.
Per quanto tu insinui essere io di destra, benché amico, certo non quanto il suo forte sostenitore e tuo maestro, ma pur sempre mio amico Silvio Berlusconi, non ho mai votato né per Forza Italia né per la Casa delle Libertà ( forse lo farò, se anche con il tuo entusiasta appoggio il pacifista, antiamericano ed antirusso Romano Prodi diventerà il leader de l’Ulivo: povero Stefano, da Giovanni Spadolini a Romano Prodi!). Che tu invece non abbia, per amicizia per qualche suo candidato, non abbia votato per il centro destra, non sono proprio sicuro…..
Che un caffé a palazzo Chigi abbia potuto far nascere una nuova “unità nazionale” tra Governo ed opposizioni, è cosa ridicola, una “buffonata” appunto! Da una parte filoamericani e filobritannici, favorevoli all’intervento militare unilaterale in Irak ed alla permanenza in questo paese a sostengo del “governo fantoccio” del presidio militare delle forze della Coalizione, dall’altra parte, tutti contro tutto questo: “margheritini”, diessini, rifondaroli, “comunisti italiani”, “no global”, “disobbedienti”, “cofferatiani”, Strada, Casarini, Agnolotto, il Card. Martino e l’Arcivescovo di Caserta, i “centri sociali” ed anche i “quattro bravi ragazzi” che “per la Pace, mentre Romano Prodi teneva a Stradella una dotta conferenza sulla produzione delle tradizionali mattonelle di quel Paese, lanciavano la “patriottica parola d’ordine”: ”Dieci, cento, mille Nasirjia!”.
Oggi il problema è salvare Simona Pari e Simona Torreta. Io sono lieto che il fatto che esse siano “movimentiste”, antiamericane. “pacifiste”, contro l’intervento delle forze della Coalizione in Irak e contro la permanenza delle unità militari italiane in quel teatro di guerra, veda oggi mobilitati Governo, opposizione, Capo dello Stato, movimenti cattolici ecumenici e interreligiosi filo-islamici, cardinali ed imam.
Ciò che non è avvenuto certo per i “mercenari”, neanche quando il povero Quattrocchi fu sgozzato: ed è una fortuna che la famiglia non risiedesse nella Diocesi di Caserta, ed abbia trovato un pietoso sacerdote che, senza temere di offendere il dialogo interreligioso (“dopotutto anche i terroristi credono nell’unico Dio di Abramo, anzi se kamikaze! Sono martiri dell’unico misterioso regno di Dio!), ha accettato, nonostante l’assenza del pavido e fazioso sindaco “ulivista” di Genova, di celebrarne le esequie funebri secondo il rito della Chiesa Cattolica.
”Unità Nazionale” tra chi crede che coloro che rapiscono, sgozzano, mozzano la testa, uccidano donne e bambini siano “terroristi” e coloro che ritengano che siano “valorosi combattenti della resistenza islamica contro l’imperialismo russo ed americano” o che comunque “comprendono”! Lo ripeto: una buffonata, ed una buffonata pericolosa per le due povere ragazze che rischiano, anche per il “confusionismo” delle nostre opposizioni di essere da coloro per cui simpatizzavano! E questo perché il governo non ha voluto fare il governo e le opposizioni, con coerenza, il ruolo delle opposizioni.
Non voglio certo insegnare nulla a nessuno, perchè nulla ho da insegnare a nessuno: ma temo che le incertezze di gestione sia del governo sia delle opposizioni possano essere pericolose assai, ma temo molto le confusioni e le incertezze aggravate da questa pericolosa “buffonata”.
Date le iniziali posizioni divaricate di governo e maggioranza da un lato e delle opposizioni dall’altro, mutarle ora nella e per la gestione della crisi del sequestro è non credibile, inutile e dannoso. Ci troviamo di fronte ad un “terrorismo” non endogeno, ma “straniero”, in senso etnico-nazionale, culturale e religioso, rispetto al quale fatti quale “unità nazionale”, “impegno unitario contro il terrorismo” e panzanate del genere, non hanno alcun significato, anzi non possono neanche essere compresi!
Ognuno avrebbe dovuto o dovrebbe almeno ora, sempre che siamo ancora in tempo, fare le sue scelte e giocare i suoi ruoli.
E in altre parole, per le opposizioni, mantenere unitariamente la posizione: “Via, ora e subito, le unità militari italiane dall’Irak! Basta con l’occupazione militare angli-americana! No a “governi fantocci”!”, non condannare il “terrorismo”, ma parlando invece di “resistenza”, porsi non come giudici, ma come interlocutori “comprensivi” nei confronti dei rapitori, segnalando a loro con umiltà l’errore da essi compiuto nel sequestrare “due dei nostri, pacifiste ed antiamericane, contro la guerra e contro l’occupazione militare!”, anche forti del fatto di aver taciuto, o quasi, per il rapimento dei “quattro mercenari” e di essersi rifiutati di celebrare la morte di uno di essi….
E poi, fare concessioni alla posizione dei rapitori, rinnovando l’impegno anti-americano ed anti-bellicista, ed a tal fine chiedendo la convocazione del Parlamento e scatenando come “prova di buona volontà” la piazza insieme ai “disobbedienti” ed ai “no global”, magari con la presenza di qualche cardinale e di qualche vescovo…
Il Governo avrebbe o dovuto cedere subito, ritirando i nostri militari dall’Irak, o assumere al contrario quella che, quando fu sequestrato Aldo Moro, fu la posizione dei Zaccagnini, dei Galloni, dei Pisanu, degli Andreotti, dei Donat Cattin, dei Berlinguer, dei La Malfa e dei Pertini, e quindi proclamare forte ed alto fin dal primo sequestro: “Condanniamo il vostro criminale operato! In nome del diritto e del Dio in cui affermate di credere, liberate senza condizioni coloro che avete sequestrato e che illegalmente detenete! Sappiate che noi non tratteremo mai e che mai cederemo al terrorismo, costi quel che costi!”. Ma gli Zaccagnini, gli Andreotti, i La Malfa, i Berlinguer, i Pecchioli, i Pertini e così via non ci sono più in questa sconsolata e sconsolante “Seconda Repubblica”!
Questo è il mio pensiero, di uno che non è certo al servizio di “piccole” e neanche come invece tu chiaramente lo sei, di “grandi rendite di posizione” ed anche … correnti!
Un’altra volta, scrivi cercando di imitare la saggezza del tuo Maestro.
Con comprensione affettuosa
Francesco Cossiga