By: Paolo_B on Lunedì 26 Maggio 2014 19:55
Queste filosofie avevano problemi anche quando erano di moda fra gli intellettuali. Il popolo che "esprimeva la volontà cosciente della propria eredità biostorica" di fatto consisteva nel mettere un moschetto con baionetta in mano ai figli dei contadini (che tanto ce n'erano a volontà, cinque e anche sei in media per coppia) e farli andare avanti, in campo aperto sotto la mitraglia e i mortai nemici. Se indietreggiavano i carabinieri li ammazzavano (*).
Oggi non ci sono più neppure i figli dei contadini. C'è un solo figlio per coppia che sogna di fare il tronista.
Una guerra civile in Italia e in buona parte dell'europa la potresti fare combattere solo da giovani immigrati, già temprati da una vita dura nel luogo d'origine.
Magari potrebbero essere loro ad esprimere la "volontà biostorica", ma neanche.
Pure se hai pieno di immigrati mussulmani se si ribellano gli sciiti li puoi fare ammazzare dagli immigrati sunniti, o viceversa, vedi Siria. La diversità etnica della componente immigrata di una nazione può essere effettivamente impiegata benissimo e con successo per mantenerne il controllo. La massa è sempre abbastanza stupida per essere controllata e indirizzata, non da un idealistico Spirito immanente alla storia ma da precisi interessi di pochissimi.
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(*) Dissanguata da troppi combattimenti, consunta in troppe trincee, stremata di forze, non restaurata dal troppo breve riposo, costretta a ritornare nella linea del fuoco, già sovversa dai sobillatori come quel battaglione della Quota 28 che aveva gridato di non voler più essere spinto al macello, l’eroica Brigata "Catanzaro" una notte, a Santa Maria la Longa, presso il mio campo d’aviazione si ammutinò. (…) La sedizione fu doma con le bocche delle armi corazzate. Il fragore sinistro dei carri d’acciaio nella notte e nel mattino lacerava il cuore del Friuli carico di presagi. Una parola spaventevole correva coi mulinelli di polvere, arrossava la carrareccia, per la via battuta: "La decimazione! La decimazione!". L’imminenza del castigo incrudeliva l’arsura (…) Di schiena al muro grigio furono messi i fanti condannati alla fucilazione, tratti a sorte nel mucchio dei sediziosi. Ce n’erano della Campania e della Puglia, di Calabria e di Sicilia: quasi tutti di bassa statura, scarni, bruni, adusti come i mietitori delle belle messi ov’erano nati. Il resto dei corpi nei poveri panni grigi pareva confondersi con la calcina, quasi intridersi con la calcina come i ciottoli. E da quello scoloramento e agguagliamento dei corpi mi pareva l’umanità dei volti farsi più espressiva, quasi più avvicinarmisi, per non so qual rilievo terribile che quasi mi ferisse con gli spigoli dell’osso. I fucilieri del drappello allineati attendevano il comando, tenendo gli occhi bassi, fissando i piedi degli infelici, fissando le grosse scarpe deformi che s’appigliavano al terreno come radici maestre. Io traversavo il muro col mio penoso occhio di linee; e scoprivo i seppellitori anch’essi allineati dall’altra parte con le vanghe e con le zappe pronti a scavare la fossa vasta e profonda. Non mi facevano male come gli sguardi dei condannati alla fossa. I morituri mi guardavano. I loro sguardi smarriti non più erravano ma si fermavano su me che dovevo essere pallido come se la vita mi avesse abbandonato prima di abbandonarli. Gli orecchi mi sibilavano come nell’inizio della vertigine, ma era il ronzio delle mosche immonde.
Gabriele D'Annunzio (La decimazione della Brigata Catanzaro)
Interessante lettura:
Note del generale Luigi Cadorna:
“Per attacco brillante si calcola quanti uomini la mitragliatrice può abbattere e si lancia all’attacco un numero di uomini superiore: qualcuno giungerà alla mitragliatrice […].
"Le sole munizioni che non mi mancano sono gli uomini”.
"Il superiore ha il sacro potere di passare immediatamente per le armi i recalcitranti ed i vigliacchi".
"Chi tenti ignominiosamente di arrendersi e di retrocedere, sarà raggiunto prima che si infami dalla giustizia sommaria del piombo delle linee retrostanti e da quella dei carabinieri incaricati di vigilare alle spalle delle truppe, sempre quando non sia freddato da quello dell’ufficiale".
http://www.storiaxxisecolo.it/grandeguerra/gmdocu6.htm