By: GZ on Domenica 25 Marzo 2007 03:20
Banca ^Italease#^, un titolo che riserverà delle sorprese, verso il basso
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Vittorio Malagutti per “L’espresso”
Domanda: per una banca è meglio avere come debitore un gruppo immobiliare quotato in Borsa con attività per 500 milioni di euro oppure tre finanziarie lussemburghesi proprietarie ognuna di un palazzo? A sorpresa Banca Italease ha scelto le società off shore e così il nome dell'istituto milanese è finito nelle carte delle inchieste penali aperte su Danilo Coppola a Roma e a Torino.
I magistrati vogliono capire, tra l'altro, con quali garanzie, nel dicembre 2005, la banca guidata da Massimo Faenza abbia dato via libera alla vendita di tre palazzi del gruppo Ipi di Coppola su cui gravava un leasing di 122 milioni di euro. Il sospetto è che le finanziarie del Granducato siano riconducibili allo stesso Coppola e la cessione di fine 2005 sia servita solo ad abbellire il bilancio Ipi.
In quel periodo volò in Lussemburgo anche l'hotel Cicerone di Roma, proprietà personale dell'immobiliarista arrestato il primo marzo. L'albergo era stato comprato con un leasing della banca milanese, che accettò il trasferimento alla Cicerone sarl del Granducato. In totale fanno oltre 190 milioni di crediti ex Coppola.
"Nessun problema", dicono a Banca Italease, "su quei contratti abbiamo una fideiussione della Banca Arner di Lugano". Resta da capire chi controgarantisse il garante svizzero. Ma questo è uno degli argomenti dell'indagine dei pm. Per l'istituto milanese, invece, che è il più grande operatore nazionale del leasing, la grana dell'ex furbetto arriva in un periodo delicato.
Dopo una corsa a perdifiato in Borsa cominciata con l'esordio sul listino del giugno 2005 (più 500 per cento sul prezzo di collocamento), la quotazione ha perso circa il 20 per cento nell'ultimo mese. Sui mercati tira aria di ribassi e la bufera americana sui mutui casa certo non rassicura chi punta sui titoli legati agli immobili. Molti analisti però sottolineano aspetti più sostanziali, legati ai conti di Banca Italease, che pure ha chiuso il 2006 con profitti record per 178 milioni (più 83 per cento sul 2005).
A fine 2006 i coefficienti patrimoniali del gruppo erano scesi sotto i livelli prescritti da Banca d'Italia. L'aumento di capitale varato a febbraio è servito anche a rimettere in linea questi parametri. Intanto però, sin da metà gennaio la Vigilanza di Bankitalia ha avviato un'ispezione nel quartier generale dell'istituto.
"Verifica di routine", questa la spiegazione ufficiale. L'ultima, in effetti, risaliva al 2003 e da allora le cose sono cambiate parecchio. Sotto la guida dell'amministratore delegato Faenza, premiato da stock option che valgono 35 milioni di euro, l'attivo è quasi quadruplicato da 6,4 a 24 miliardi di euro. Banca Italease, che ha come socio principale la Popolare di Verona con il 30 per cento circa del capitale, è riuscita a cavalcare il boom del mattone.
Con un'attenzione particolare alla stirpe degli immobiliaristi rampanti. Non solo Coppola, che si è visto finanziare anche l'acquisto dello yacht per 14 milioni di euro, ma anche Giuseppe Statuto e Luigi Zunino. Tutti protagonisti di una girandola di scambi che ha fatto impennare i prezzi. E dietro le quinte, come finanziatore, spunta spesso il marchio Italease.
Qualche esempio: 100 milioni a Statuto per l'acquisto del Grand Hotel Duomo a Milano. Altri 175 milioni, ancora a Statuto, per il Palazzo del Toro sempre nel capoluogo lombardo. Circa 215 milioni a Zunino per comprare da Coppola quattro immobili a Roma. E nel 2005, lo stesso Zunino è stato finanziato con 34 milioni per rilevare 55 agenzie della Popolare Italiana (ex Lodi). Tutti affari (con i palazzi a garanzia) che hanno dato sprint alla banca.
A ben guardare, però, c'è dell'altro. Eccome. Oltre 130 milioni di proventi (più che raddoppiati nel 2006) arrivano dalla vendita alla clientela di prodotti di copertura sul rischio tassi. Al netto delle spese fanno quasi 90 milioni. Ovvero la metà di tutti gli utili del gruppo. Come dire: la banca del leasing gonfia i profitti con i derivati.