By: angelo on Giovedì 22 Aprile 2004 01:35
.........non è un titolo di cui so granchè, ma vorrei solo notare in modo superficiale che mi sembra diffusa una PERCEZIONE da parte anche di gente lavora nelle banche in posizione non subordinata che (esagerando): "Benetton è la prossima Parmalat" "...da dove vengono tutti i soldi con cui hanno preso autostrade, autogrill, la quota di Olimpia... ancora nessuno lo ha capito..."
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Si, la percezione è diffusa, ma gli investimenti che lei cita li ha fatti EDIZIONE, non Benetton, e li ha fatti principalmente a debito.
Vedendo il titolo scendere in picchiata a inizio anno, ci siamo chiesti anche noi se – Tanzi docet - la prima (holding non quotata di famiglia) non avesse per caso attinto i soldi dalla seconda.
Sebbene dall’esterno non si possa avere assoluta certezza, propendiamo per una risposta negativa, poiché sembra esserci “coerenza” tra il flusso di investimenti di EDIZIONE e l’ammontare i suoi debiti
Premettendo che anch’io sono tra quelli che non ne sanno abbastanza e che su certi dati vado un pò a memoria, provo ad entrare in dettaglio.
Negli anni, la spesa netta per gli investimenti di EDIZIONE dovrebbe essere stata pari a circa 1,5 miliardi di Euro, così ripartiti:
- Autogrill è un acquisto del 1996 e dovrebbe essere costata circa 1 Euro per azione, spesa complessiva attorno ai 200 milioni di Euro;
- SportSystem è stata ceduta a Benetton nel 1997-1998 per circa 250 milioni di Euro, ma ha anche consentito il deconsolidamento di debiti per circa 300 milioni di Euro;
- Autostrade è stata acquistata nel 1999-2000 da Schema28, di cui Edizione ha il 60%. Il primo acquisto riguardava poco meno del 30% del capitale ad un prezzo di circa 7,2 Euro per azione, spendendo circa 1,2 miliardi di Euro (730 milioni di Euro il pro-quota di Edizione) . Nel 2003, NewCo28 ha lanciato un ‘OPA sul flottante di Autostrade, portando la partecipazione del gruppo al 64,7%, ma il finanziamento di questa seconda operazione non grava sulle holding, bensì su Autostrade stessa, a seguito della successiva fusione con NewCo28 (società veicolo al 100% di Schema 28).
- l’investimento nel 17% di Olimpia è stato effettuato tramite una società estera, per un controvalore di circa un miliardo di Euro.
Secondo le nostre stime, l’indebitamento finanziario del sistema holding che fanno capo ad EDIZIONE è pari alla bella cifra di 1,3 miliardi di Euro, di cui - grosso modo - 50% di EDIZIONE e sue sub-holding e 50% di Schema 28.
Una certa coerenza - dunque - tra investimenti e debiti.
Tutto bene, allora? No, non ho detto questo.
Con i tassi attuali, EDIZIONE riesce all’incirca a pagare gli oneri finanziari con i dividendi ma non ha modo di rimborsare il debito, tanto è vero – si sussurra – che le banche più esposte sarebbero seriamente preoccupate e avrebbero “spinto” per far mettere in vendita Autogrill.
Ma sembrerebbe – ripeto fino alla noia:con tutti i limiti di chi guarda le cose dall’esterno - una normale esigenza di ristrutturazione finanziaria e non un secondo caso Parmalat.
No, semmai, i problemi di Benetton sono altri e di natura più gestionale.
Per dirla tutta, sospettiamo che
- il bilancio 2003 sia stato un po’ abbellito sulla parte casual, a danno dei risultati del 1° trimestre 2004 (un po’ come succede con tutti i retailers, quando rimangono con i magazzini troppo pieni);
- nell’ambito del progetto Megastore siano stati capitalizzate come investimenti anche spese di esercizio, e che – di conseguenza - la redditività operativa sia inferiore a quella dichiarata.
In altre parole, i problemi sollevati da FJF potrebbero essere reali (e per questo l’ho pungolato – finora senza successo – per ottenere dei numeri al riguardo) ma il loro impatto quantitativo dovrebbe - a mia opinione - essere più che incorporato nell'andamento borsistico di un'azione che in poco meno di tre anni perde 2/3 del suo valore (da 25 Euro ad 8 Euro).
E senza essere un titolo Internet.