By: lmwillys on Domenica 03 Novembre 2013 13:30
uno stralcio dell'ultimo di Uriel ... dedicato a Sol ovviamente :-))
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Ecco, arrivano i demotivatori. Prima di tutto, devono distruggere la vostra felicita', per cui vi derideranno, vi insulteranno, in modo che perdiate autostima. Diranno a tutti che la vostra compagnia teatrale fa le orge, in modo che le donne siano spinte ad andarsene dai mariti stessi, diranno che il vostro gruppo di jazz porta in giro la bamba in modo che piano piano per salvare la reputazione ve ne dobbiate andare. Insomma, sono i demotivatori.
I demotivatori sono in guerra con chiunque sia felice facendo qualcosa che loro non fanno o non sanno fare, ma specialmente sono in guerra con chiunque abbia a che fare con la felicita' o sia felice. Sono quelli che si oppongono al rave party che avviene in un posto di cui non conoscevano l'esistenza, sono quelli che si oppongono al festival perche' e' un festival di successo, si oppongono a qualsiasi cosa renda felici le persone. specialmente le donne: se odiano la felicita' in generale, la felicita' delle donne li manda in bestia.
Il demotivatore ha due/tre messaggi, che sono gli stessi messaggi che il tipico marito violento grida alla moglie picchiata: "tu non vali niente", e "tu devi stare a testa bassa", e "tu devi vivere nella paura di venire assalito senza motivo".
Il demotivatore , quando non si sfoga su una poveretta in sua merce', come potrebbe essere una moglie, ha un solo obiettivo: ridurre tutti nello stesso stato di infelice vuoto nel quale vive lui stesso. Se lui non fa nulla che non sia mangiare, bere e dormire, e questo lo rende a-felice, (1) lo stesso deve accadere ad altri.
Il demotivatore , infatti, non ha motivi di essere felice perche' non fa niente per realizzarsi. Ma non ha neanche motivi per essere infelice, dal momento che non ha nemmeno motivi per vivere un'esperienza di infelicita': non desiderando nulla di particolare, nulla gli puo' venire davvero impedito. Egli non vive alcuna esperienza che si trovi sulla scala della felicita', positivo o negativo che sia il valore.
Il demotivatore, quindi, attacca SIA il felici , SIA gli infelici. E' quello che va a mettere in dubbio che la vittima sia davvero una vittima: sicuro che piangere non ti convenga? Sicuri che non se la sia cercata? Sicuri che non ci siano problemi piu' importanti? Sicuri che non ci sia una lobby dietro?
Qualsiasi "motivo", qualsiasi spinta ci sia in un gruppo, lui e' quello che arriva coi distinguo. E' quello che odia le affermazioni chiare, perche' possono spingere un gruppo a quell'esperienza di unita' che lui, essendo in uno stato di a-felicita', non puo' condividere.
Insieme a quelli che definisco i "kommando stalker", il battaglione dei demotivatori e' uno dei gruppi piu' fastidiosi. Non tanto perche' siano efficaci: essi sono piuttosto disorganizzati, e peraltro sono troppo semplici da riconoscere e distrarre. Il problema loro e' che vogliono indurre uno stato di stanchezza. Vogliono prosciugare la motivazione che vi spinge a fare qualcosa, sino a quando farete quello che il vecchio bigotto suggerisce quando alla TV sente di qualcuno morto in un incidente stradale "se stava a casa sua era ancora vivo".
Il loro sogno e' un mondo dove per le strade non c'e' nessuno, tutti stanno a casa a farsi i fatti loro, ovvero nulla, o magari picchiare la moglie. Dove nessuno ha internet, dove nessuno dice qualcosa per il piacere di dirlo, o fa qualcosa per il piacere di farlo, dove nessuno trova l'infelicita'. E' un mondo di persone che stannoa casa propria per essere ancora vivi, e sono ancora vivi per stare chiusi a casa propria.
Essi si riconoscono in un mondo ove nessuno ha nulla di importante da dire , dove nessuno ha motivo di essere felice, e neanche motivo per essere infelici. Il loro sogno e' un monotono, omogeneo sopravvivere in attesa della morte, senza nulla da raccontare. Essi arriveranno alla morte avendo da raccontare poco piu' di una cena al ristorante o quella volta che sono andati in ferie in sardegna una volta.
Essi si rivolgono tutti insieme, senza neanche parlarsi, contro chi fa qualcosa perche' lo rende felice, e contro le vittime , che sono infelici.
Essi non sono come gli stalker, la loro malattia ha un nome diversi: "noia cronica", che oggi rientra dentro la categoria dell'apatia. (http://en.wikipedia.org/wiki/Apathy ). Si tratta di una condizione per la quale il sistema nervoso non riesce a percepire la complessita' dell'ambiente circostante, al punto da non coglierne che i due o tre aspetti piu' importanti (lavorare, mangiare, dormire) , e cadendo in uno stato di mancanza di stimoli (2), finisce col vivere nel vuoto.
A quel punto, non appena qualcuno si mostra felice per fare quelle cose che esistono ma il demotivatore non coglie, il demotivatore per qualche motivo cerca di dimostrare che quelle cose non esistono, distruggendole.
Immaginate pure di un tizio che passa di fronte ad un lungo muro tappezzato di manifesti. I manifesti sono pieni di concerti, serate a teatro, aperture di musei, pubblicita' di circoli sportivi con ogni sport. Ma lui tira dritto, senza vederli. Arriva a casa, e dice "in questa citta' non succede mai un *** !".
A quel punto, per caso, la sua vicina di casa gli dice che suonera' il piano ad uno di questi concerti - che lui non ha visto - e magari gli offre dei biglietti omaggio. Il nostro demotivatore a quel punto si trova due strade di fronte: ammettere che aveva visto quei manifesti ma non era abbastanza curioso, cioe' vivo, per leggerli davvero ed essere tentato di andarci. Oppure, iniziare a lamentarsi per il rumore del piano della vicina, perseguitarla di proteste , petizioni contro un rumore che non sente nemmeno, nella speranza di cancellarlo, e tornare nel suo vuoto, ove non deve spiegarsi come mai lui non faccia mai niente: "in questa citta' non fanno mai un *** !" ricordate? Quando la vicina se ne andra' a vivere altrove, lui non sentira' mai piu' niente che gli ricordi che se lui non fa mai nulla non e' perche' in citta' non succede nulla.
Ed e' questo il suo punto debole: se volete allontanare il demotivatore, dovete dirgli di continuo quanto vi piace fare qualcosa che lui NON FA, e magari discutere con altri quanto sia bello questo e quello, che si fanno proprio vicino a lui, MA LUI NON LI FA.
Egli si trovera' senza la scusa "ma il mondo e' vuoto", senza la scusa "in questa citta' non c'e' un *** !" , e dovra' cimentarsi col fatto che lui fa meno degli altri.
E a quel punto, fuggira'.
Sebbene i demotivatori siano migliaia o milioni, essendo disorganizzati e privi ci gerarchia, una sola persona con una passione puo' metterne in fuga a milioni. Vi basta solo gridare che quando fate delle cose siete felici.
Ed e' per questo che nessun demotivatore riesce a convincermi a chiudere questo blog: tenerlo aperto, scriverci, riflettere e scrivere delle cose che penso, mi rende felice. E loro non lo fanno.
Non fanno mai niente. Eppure, in questa citta' che e' Internet, c'e' TUTTO, ma proprio TUTTO. Ma loro, di fronte a questo, non fanno NIENTE, ma proprio NIENTE. E non hanno scuse.
Sono malati di mente, del resto.