By: Gilberto on Mercoledì 01 Giugno 2005 17:22
Sembra che in Germania , la maggioranza della popolazione sia CONTRO L'EURO . E in Italia ? E negli altri Paesi ?
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La costante crescita dei prezzi e il ristagno dell'economia tedesca, fenomeni attribuiti entrambi all'arrivo della moneta unica, hanno prodotto in Germania un mutamento di opinione. Che si esprime in un sondaggio pubblicato dal settimanale Stern, con la richiesta di un ritorno al marco. Il 90% del campione interrogato dall'istituto Forsa attribuisce all'euro la continua crescita dei prezzi e il 56% si dichiara favorevole alla reintroduzione del vecchio marco, mentre il 48% si dice convinto che il clima economico sfavorevole che regna nel Paese sia una conseguenza della moneta unica.
A condividere questa opinione è anche il ministero delle Finanze, il quale basa la valutazione su un'analisi condotta dal presidente del comitato dei cinque saggi dell'economia, Bernd Ruerup. Il settimanale di Amburgo afferma di essere in possesso di una copia del rapporto riservato stilato dagli esperti del ministro delle Finanze, Hans Eichel, nel quale è scritto che con l'arrivo della moneta unica la Germania ha perduto il vantaggio derivante dagli interessi reali nei confronti di Paesi con alti tassi di interesse come Grecia, Irlanda, Portogallo e Spagna, ai quali l'euro avrebbe "apportato enormi vantaggi finanziari, che, in pratica, hanno lo stesso effetto di una riduzione delle tasse". Gli esperti valutano che l'effetto positivo per la Spagna sia stato del 3,1%, mentre la Germania ha subito un handicap dell'1,4%.
A confermare a Stern che l'introduzione dell'euro e la conseguente perdita del vantaggio degli interessi reali si è risolto per la Germania in un freno per la crescita economica è lo stesso Bernd Ruerup, secondo il quale le aspettative - che l'euro avrebbe fatto aumentare la crescita e prodotto nuova occupazione - sono state "un sogno che finora non si è realizzato". L'esperto aggiunge che la politica monetaria portata avanti dalla Bce è "comparabilmente dura" nei confronti della Germania, ma è anche "il prezzo della moneta comune".
In un altro rapporto confidenziale, intitolato "Eurolandia: crescenti preoccupazioni per le consolidate differenze di inflazione e di crescita", gli esperti del ministero delle Finanze scrivono che "la forbice minaccia di allargarsi, con il pericolo di una maggiore crisi di adattamento".
Stern rivela che, nel corso di una riunione riservata di economisti, alla
quale hanno partecipato la settimana scorsa Hans Eichel e il presidente della Bundesbank, Axel Weber, è stata anche discussa l'eventualità del fallimento dell'unione monetaria europea. Il settimanale cita uno dei partecipanti all'incontro, Joachim Fels della Morgan Stanley, secondo il quale "in pochi anni si può arrivare alla catastrofe, l'andata in pezzi dell'euro".
In un altro studio del Bundestag, tenuto accuratamente nel cassetto ma citato da Stern, è scritto che la dissoluzione della moneta unica sarebbe possibile, anche se questa non è prevista dal Trattato di Maastricht. In proposito non potrebbero essere esclusi, sia "un accordo comune sulla
revoca", sia un "diritto straordinario di disdetta" in caso di "venuta meno della base economica". La conclusione del rapporto è che "sul piano del diritto europeo e di quello internazionale è complessivamente sostenibile la possibilità della fine dell'unione economica e monetaria attraverso una comune abrogazione della comunanza".