ERG

 

  By: cisha on Mercoledì 31 Agosto 2005 20:09

SCRICCHIOLII....sarebbe un buon titolo per un post....ma uso questo per portare una riflessione che si aggancia a quella di ALCE....Ossia quando il costo dell'energia entrerà nella somma delle spese dei bilanci delle aziende (già a 40USD il petrolio rompeva le uova a molti...soprattutto in Europa) e queste si vedranno costrette ad aumentare i prezzi e di conseguenza l'inflazione rivedendo anche gli utili ....in ribasso naturalmente....cosa accadrà alle azioni ordinarie??? Quindi è giusto rimanere in sordina con su solo titoli AURIFERI, UNTUOSI e INGEGNERISTICI dato i dati e dato che per esempio l'Indonesia ha ancora una valanga di liquidità da impiegare????? Credo di si. Qualche opinione divergente???

 

  By: alces3 on Mercoledì 31 Agosto 2005 19:23

L'indice Chicago PMI ad Agosto scende a quota 49.2%, dato in deciso peggioramento dal 63.5% del mese precedente e decisamente inferiore alle stime degli analisti. In particolare il dato scende sotto l'importante soglia rappresentata dal 50%, che indica il livello che distingue la contrazione dalla espansione economica. L'indice era rimasto sopra tale quota per 27 mesi consecutivi......!!!!!!????????

 

  By: XTOL on Mercoledì 31 Agosto 2005 10:49

...

 

  By: XTOL on Mercoledì 31 Agosto 2005 10:45

Ce ne fossero di Katrine !!!!! --------------------------------------- curiose convergenze

 

  By: Gilberto on Mercoledì 31 Agosto 2005 01:05

Ce ne fossero di Katrine !!!!! (ovviamente senza il costo di vite umane) --------------------------(cnn.money.com)----------- Hidden benefits lurking? J.P. Morgan senior economist Anthony Chan agrees that higher energy prices will curb both regional and national economic growth in the near-term. "I think a 0.2 percent decline in economic growth due Katrina's impact on oil and the regional economy is a realistic assumption," Chan said. Longer-term, Chan believes hurricanes tend to stimulate overall growth. Said Chan, "Preliminary estimates indicate 60 percent damage to downtown New Orleans. Plenty of cleanup work and rebuilding will follow in all the areas. That means over the next 12 months, there will be lots of job creation which is good for the economy." Prof. Doug Woodward, with the Division of Research at the Moore School of Business at the University of South Carolina, has researched the economic impact of hurricanes. "On a personal level, the loss of life is tragic. But looking at the economic impact, our research shows that hurricanes tend to become god-given work projects," Woodward said. Disasters are good for the economy, he said. Within six months, he expects to see a construction boom and job creation offset the short-term negatives such as loss of business activity, loss of wealth in the form of housing, infrastructure, agriculture and tourism revenue in the Gulf Coast states. In a note late Tuesday, Standard & Poor's estimates that Katrina could "shave a few points off our forecast of 3.7 percent growth." Among the industries affected, trade, tourism, agriculture, and construction (Florida's largest industries), as well as Louisiana's energy-related industries will be hurt in the third-quarter, the firm said. "At the same time, repairs to hurricane-related damage in Florida, Mississippi, Louisiana, and other regions affected by the storm should boost GDP in subsequent quarters," S&P analysts wrote in the note. "Natural disasters bring in a lot of money from the outside to help in the rebuilding," he said. "The rebuilding boom will generate incomes. Insurance money and federal relief money will pour in. This happened very quickly in Florida last year," Woodward said. "Give it a year. We'll see positive economy results maybe by the third-quarter of next year."

 

  By: Andrea on Lunedì 29 Agosto 2005 16:37

Scusate l'uso improprio del forum dedicato alla ERG ... ma siccome sento molto parlare dei danni che l'industria del petrolio potrebbe subire a causa di Katerina ... qualcuno ha idea di quanto valga l'acquacoltura negli USA? In Lousiana, ad esempio, allevano quantità industriali di channel catfish, gamberi ecc. e poi c'è la pesca. Ora ... se davvero l'uragano gli decima la flotta, devasta le coste e i porti e se gli inonda tutto (quindi anche i bacini per l'allevamento) di detriti, scorie chimiche e liquami ... temo che un po' ne risentirà anche l'alimentare. Come si fa ad andar corti di pescegatti a Wall Street? ;) Idee di investimento?

 

  By: pana on Sabato 27 Agosto 2005 12:33

Scor ( SCO ) su yahoo leggo che avrebbe cash per 3 miliardi di dollari mentre capitalizza la meta? come mai ? leggendo le news non mi sembra che vada cosi male.. ma non esiste un sito con una sorta di "snapshot" anche per i titoli europei ? Transition to IFRS: A Slight Positive Impact PARIS--(BUSINESS WIRE)--May 31, 2005--SCOR: * Gross written premiums: EUR 621 million * Net income: EUR 32.8 million * Operating income: EUR 61 million * Combined ratio for Non-Life business: 96.2% (100.1% including CRP) * Operating cash flow: EUR -348 million after commutations * Group equity: EUR 1,382

Russian Forces Storm U.S. Military Base In Niger; Pentagon Confirms Big Move Of Putin's Men - YouTube

 

  By: GZ on Mercoledì 24 Agosto 2005 15:23

E sulla benzina ora ci sono i video musicali di protesta come la canzone ^"I Can't Afford My Gasoline#toccionline.kizash.com/films/1001/178/^

 

  By: gianlini on Mercoledì 24 Agosto 2005 15:08

per costruire una raffineria ci vogliono da 3 a 4 anni da quando decidi di farlo, più o meno e in europa è praticamente impossibile costruirne di nuove, tanto meno in Italia dove non si riescono neanche a costruire 10 km di nuova autostrada intorno a Bologna o Milano il bello del settore è che uno dei pochi in cui più costa la materia prima e più guadagni....

OMV ed ERG - gz  

  By: GZ on Mercoledì 24 Agosto 2005 14:51

Il miglior titolo (liquido) della borsa italiana negli ultimi 12 mesi è stata la raffineria della famiglia Garrone, ^ERG#^ che è salita da 4 a 18 euro, e capitalizza da 600 milioni due a 2.9 miliardi. Ora costa la bellezza di 22 volte gli utili correnti e 16 volte quelli previsti, mentre negli ultimi 20 anni le raffinerie in borsa hanno sempre costato tra i 6 e i 10 volte gli utili. In Austria il titolo principale del listino è ora la ^OMV#^, una mega raffineria che è salita anche lei del +500% in borsa in due anni e che capitalizza 12 miliardi, costa 16 volte gli utili correnti e 10 volte quelli previsti per il prossimo anno. Quando hai un cambiamento drastico su un settore di questo genere ti chiedi se non ci sia sotto proprio qualcosa di grosso, ad esempio se nonostante tutta la speculazione che c'è su ERG (che costa ora di più di titoli simili come appunto OMV o Valero in USA) se non si vada verso qualche problema grosso per il nostro pieno di benzina. Anche perchè leggi che la settimana scorsa per poco negli aereporti americani della West Coast non sono rimasti a secco e in Cina hai delle sommosse e polizia ai distributori -------------------------------------- 5 agosto - Il secondo trimestre dell'anno si chiude per Erg con un margine operativo lordo consolidato in crescita del 6% a 157 milioni di euro, ed un risultato operativo netto di 120 milioni (+5%). Lo annuncia una nota del Gruppo. Rispetto ai primi sei mesi, il mol di Gruppo risulta pari a 294 milioni (+21%) e il risultato operativo netto a 221 milioni (+28%). In calo l'indebitamento finanziario netto a 688 milioni, cioe' 166 milioni in meno rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso. I risultati del secondo trimestre , ha commentato l'a.d. Alessandro Garrone, hanno mostrato un andamento al di sopra delle aspettative sopratutto nel settore del downstream integrato. ''Per la seconda parte dell'anno - ha detto - ci aspettiamo margini ancora soddisfacenti per la raffinazione costiera, andamento in linea ai primi sei mesi per il settore downstream, mentre il settore energia dovrebbe evidenziare una crescita dei risultati''. A fine 2005 l'indebitamento dovrebbe attestarsi al di sotto del valore previsto di 1 miliardo di euro. Prosegue intanto il piano di investimenti, che per la seconda parte dell'anno sara' pari a 185 milioni. Roma, 25 lug - Migliora il risultato netto di Erg nel 2004 con l'applicazione dei principi contabili internazionali IFRS. Il risultato netto - si legge in una nota - passa infatti da 400 milioni di euro a 433 milioni di euro, mentre il margine operativo lordo passa a 583 milioni, dai precedenti 542 milioni. I ricavi scendono invece a 6,380 miliardi di euro, dai precedenti 6,433 miliardi, mentre il patrimonio netto di gruppo sale a 842 milioni, dai precedenti 780 milioni.

 

  By: Moderatore on Venerdì 11 Febbraio 2005 16:09

-----------------------------da FINANZA E MERCATI 10/02--------------- Un 2004 in crescita per Erg e un 2005 che vedrà i margini di raffinazione in lieve contrazione rispetto al 2004. Nei prossimi mesi il gruppo genovese risentirà dello stop programmato di 50 giorni (in agenda il prossimo 18 febbraio) per la manutenzione della raffineria siciliana Isab Impianti Nord (ex AgipPetroli) che comporterà una contrazione dei volumi di vendita. Anche dal business dell’energia elettrica, che nel 2004 ha registrato una produzione in aumento del 10%, il gruppo si attende una produzione in calo nel 2005 a causa dello stop per la manutenzione della controllata Isab Energy. Intanto Erg ha terminato il 2004 con un margine operativo lordo in crescita del 48% a 541 milioni di euro rispetto i 367 milioni dello scorso anno. Trend positivo anche per il risultato operativo passato a 399 milioni dai 220 milioni del 2003. I risultati hanno superato le stime degli analisti di Rasbank che si attendevano un mol a 536 milioni di euro e un risultato operativo di 390,4 milioni. Nell’anno appena concluso l’azienda ha anche quasi dimezzato l’indebitamento finanziario netto sceso a 785 milioni dai 1.205 milioni del 2003 (-420 milioni) grazie ai buoni flussi di cassa generati e al minor anticipo sulle accise versate a fine anno, pari a 70 milioni. «I dati - spiega l’ad di Erg, Alessandro Garrone - sono stati spinti dall’aumento della domanda petrolifera mondiale anche se questi effetti sono stati frenati dalla debolezza del dollaro rispetto all’euro». Da segnalare che il fondo Fidelity Investments ha ridotto la sua partecipazione in Erg dal 5,004% al 4,65%. Ieri in Borsa il titolo ha toccato nuovi massimi a quota 9,26 per poi terminare la seduta a 9,08 euro in rialzo dello 0,26 per cento. ----------------------------------------------------------------------

 

  By: Moderatore on Martedì 27 Luglio 2004 11:36

Garrone: «Vedo tre anni d’oro per le raffinerie» (da Finanza e Mercati 24/07/04) Gli analisti premiano la formula Erg: energia, distribuzione e più benzina a basso zolfo Il presidente: «La domanda è in crescita E l’energia ci consente margini più stabili» --------------------------------------------------------------------- Sa cosa diciamo noi del settore? Le previsioni sulla raffinazione, a 10 anni, le indovinano tutti. A tre anni, invece, è difficile. A un anno è un’impresa eccezionale». Edoardo Garrone, presidente di Erg e vice di Luca di Montezemolo in Confindustria, non vuol smentire la fama del genovese, cauto fino all’ossessione. Ma di fronte ai risultati in Borsa (più 30% circa da gennaio) e ai primi consuntivi del semestre pure lui deve ammettere: «Finora abbiamo sbagliato davvero poco». Ma la paura dell’investitore è una sola: finché sale il prezzo del greggio le cose per voi petrolieri vanno bene. Poi... Per prima cosa bisogna distinguere tra chi investe nella produzione di greggio e chi, come noi, punta su altre fasi della lavorazione, dalla raffinazione alla distribuzione. Per i primi, che in questi anni hanno fatto ottimi affari, l’aumento del prezzo del greggio si traduce in una crescita di valore del magazzino. È difficile che il prezzo del greggio si mantenga a lungo sui 40 dollari. Ma anche a 30 può essere un affare. E per le raffinerie? Tutto dipende dalla domanda dei prodotti finali. In linea di massima, quando il prezzo del greggio scende quello dei prodotti finiti non cala con la stessa velocità. Viceversa, quando si è di fronte a un’impennata speculativa del greggio, la filiera si adegua più tardi. Un calo della tensione, insomma, per voi può essere un ottimo affare. Ma quale fase di mercato stiamo attraversando? Tutte le previsioni concordano per una crescita dei margini di raffinazione da qui al 2006. Probabilmente anche più avanti. I motivi? Innanzitutto perché veniamo da una fase difficile, in cui non sono stati molti a investire in complessità. E questo mentre le normative europee e americane in materia di emissioni diventavano sempre più severe. Secondo, la crescita della Cina ha rapidamente saturato le possibilità dell’offerta. Occorre costruire nuove raffinerie, insomma. In Europa l’ultima l’abbiamo costruita noi, nel 1974. Ormai impianti del genere si progettano solo nelle zone dove sta emergendo una forte richiesta. L’ultima, mi sembra, è stata fatta in India. I rapporti di forza, quindi, sono finalmente a vantaggio di voi industriali della raffinazione. Vero? Così pare. E sarà un bene per tutti perché ci vogliono almeno tre anni consecutivi di redditività per attivare investimenti. Voi, in particolare, vi state trasformando in produttori di energia elettrica. Stiamo destinando forti risorse al business dell’energia che ci permette di generare cassa, garantendo maggiore stabilità e limitando gli effetti della volatilità dell’attività di raffinazione. L’esperienza di Isab energy, in particolare, per noi è stata preziosa per più motivi. In primis la nascita di una joint venture con un partner Usa e la capacità di gestire un project financing da un miliardo di dollari nel Sud Italia. E adesso? Avanti tutta con il repowering di due centrali più il programma di energia eolica da sviluppare con la spagnola Cesa. Da semplici petrolieri siamo ormai anche attori del mercato dell’energia. Una situazione che stabilizza la volatilità delle nostre entrate. Lo stesso vale per la distribuzione. Ma è saltato l’accordo con la Kuwait. Perché? Abbiamo lavorato a lungo per vedere se c’erano le condizioni per una joint venture che poteva controllare il 18% del mercato. Alla fine abbiamo convenuto assieme che c’erano grosse divergenze sulla corporate governance. Abbiamo visto in passato troppe joint venture fatte e disfatte in poco tempo. Non resta che l’Ip... Resta soprattutto l’obiettivo di crescere. Per quanto riguarga l’Ip, ottimo marchio, c’è il problema che una parte cospicua dei punti vendita è in concessione, non in proprietà. Nel campo della distribuzione, comunque, contano le sinergie che si possono effettuare. I margini si possono fare solo sui grandi volumi. Il road show di suo fratello Alessandro è stato eccellente. Segno che i conti del primo semestre sono buoni? I dati non li posso anticipare. Non è un mistero che, per la raffinazione, il trimestre è stato ottimo. La distribuzione ha sofferto nei momenti di maggior tensione sui prezzi. Ma la reazione del mercato è eloquente.

 

  By: Moderatore on Martedì 25 Maggio 2004 14:26

ERG: EFFETTO CAMBI PESA SUI MARGINI DEL PRIMO TRIMESTRE Roma, 13 mag - Il primo trimestre di ERG si e' chiuso con un margine operativo lordo pari a 94 milioni di euro, in flessione rispetto ai 138 milioni di euro del primo trimestre 2003, ma in crescita rispetto al risultato di 71 milioni di euro raggiunto nel quarto trimestre del 2003. Il risultato operativo netto del Gruppo e' di 59 milioni di euro (106 milioni di euro nello stesso periodo dello scorso anno). ''La riduzione degli utili operativi registrata nel primo trimestre 2004 rispetto al primo trimestre 2003 - spiega la societa' in una nota - e' attribuibile alla debolezza del dollaro unitamente ad uno scenario petrolifero meno favorevole''. ''Complessivamente i risultati del primo trimestre sono in linea con le nostre previsioni'' sostiene l'AD Alessandro Garrone, mentre ''il settore energia ha registrato una performance molto positiva, superiore alle nostre aspettative. In particolare Isab Energy, nel mese di marzo, ha raggiunto il record di produzione di energia elettrica''. ---------------------------------------------------------------------- Erg: utile a 52 milioni dieuro (+57,6%), cedola 20 cents (3/29/2004 4:35:40 PM) Il gruppo petrolifero Erg, con sede a Genova, ha chiuso il bilancio dell'esercizio 2003 con un utile netto consolidato a 52 milioni di euro, in progresso del 57,6% rispetto ai 33 milioni di euro del 2002. Il dividendo proposto ammonta a 0,20 euro (ai prezzi attuali lo yield è pari al 4,68%). Il margine operativo lordo è passato dai 288 milioni del 2002 ai 367 milioni del 2003 (+27,4%) mentre il risultato della gestione ordinaria si è attestato a 124 milioni (da 100 milioni), in progresso del 24%. ----------------------------------------------------------------------

 

  By: Moderatore on Lunedì 12 Maggio 2003 15:33

Stock: ERG

-------------------------------------------------------------- Roma, 29 apr - L'Assemblea degli Azionisti di ERG SpA ha approvato i conti del 2002 e rinnovato le cariche sociali. Edoardo Garrone e' stato nominato presidente del gruppo, succedendo a Riccardo Garrone, da 40 anni alla guida dell'Azienda. Alessandro Garrone e' stato confermato Amministratore Delegato, Vice Presidenti sono Domenico D'Arpizio e Giovanni Mondini. L'Assemblea degli azionisti ha inoltre deliberato il pagamento di un dividendo di 0,20 euro per azione, immutato rispetto a quello dell'esercizio precedente, in pagamento a partire dal prossimo 8 maggio, previo stacco della cedola a partire dal 5 maggio 2003. ---------------/www.corriere.it/edicola/economia------------------- Garrone, due fratelli pieni di energia Edoardo presidente. Alessandro amministratore delegato. «In futuro meno ottani e più Megawatt» Il futuro? «Saremo meno petrolieri e più multi-energy. E cerchiamo partner industriali per crescere nell’energia, nella distribuzione petrolifera ed entrare nel gas». A pochi giorni dall’assemblea che dopo 40 anni ha sancito l’addio di Riccardo Garrone, che ormai si dedica solo alla sua Sampdoria, i figli Edoardo e Alessandro hanno idee chiare sul futuro di Erg, il secondo gruppo petrolifero italiano, in Borsa dal ’97. Nati a 14 mesi di distanza, i due formano una squadra caratterialmente affiatata e professionalmente ben assortita. Più portato per le relazioni istituzionali è Edoardo, 42 anni, cui da presidente fanno capo anche il settore legale e l'audit e che fino all’aprile 2002 aveva guidato i giovani della Confindustria. Più concentrato sulla gestione è il quarantenne Alessandro, che già prima della laurea in economia aveva iniziato un percorso che in 15 anni lo ha visto impegnato in raffineria, nel commerciale, nel controllo di gestione e in finanza. Da dicembre è amministratore delegato: a lui fanno capo pianificazione strategica, risorse umane, amministrazione, finanza e controllo. «Nonostante la nostra presenza ai vertici – sostiene Edoardo Garrone - Erg è una holding industriale gestita con criteri manageriali: le società operative sono guidate da manager esterni che hanno piena responsabilità sui risultati». Nel 2003 Erg fatturerà 5 miliardi di euro e il cambio generazionale avviene in contemporanea alla creazione di società operative al posto delle divisioni: Erg Power & Gas (produzione e vendita all’ingrosso di energia elettrica), Erg Petroli (distribuzione), Erg Raffinerie Mediterranee (raffinazione). «Questa struttura rende più facile l’eventuale ingresso di partner industriali – spiega Alessandro Garrone -. Stiamo considerando alleanze nella distribuzione, con l’obiettivo di crescere dal 7% a oltre il 10% del mercato, e nel trading di gas naturale, dove non siamo presenti. Novità in proposito? Forse entro l’anno. Vogliamo crescere in business meno volatili della raffinazione». Proprio nella raffinazione, intanto, Erg investirà 280 milioni in tre anni per integrare le raffinerie Erg e Agip Petroli di Priolo, in Sicilia, che in ottobre sono confluite in Erg Raffinerie Mediterranee. Il 28% della controllata è posseduto da Agip Petroli ma Erg ha l’opzione per acquistare la quota nel 2006 per 100 milioni. «Sarà la più grande e moderna raffineria del Mediterraneo, con una capacità di 17 milioni di tonnellate annue», spiega Edoardo, mentre Alessandro aggiunge: «L’integrazione darà un margine aggiuntivo di un dollaro per barile di petrolio». Investimenti importanti anche nell’energia, dove in due anni il gruppo supererà la soglia dei 1.000 Megawatt prodotti. «E’ un settore in cui ci sono ancora possibilità di crescita, cercheremo di sfruttarle», sottolinea Alessandro Garrone. Nulla a che vedere con la Erg, Edoardo Garrone è stato tra i promotori de Il Riformista e ha concepito il fondo lussemburghese che ha finanziato il quotidiano. «Volevo evitare che i finanziatori potessero sentirsi legittimati ad influenzare la redazione: questa struttura serve allo scopo – spiega -. L’idea de Il Riformista è nata a tavola, con Claudio Velardi e con altri che hanno poi finanziato l’operazione, e non è parte di alcuna strategia di espansione nell’editoria. L’obiettivo? Aiutare il Paese a sviluppare un dibattito sul suo futuro». Riformista o no, se gli si chiede il suo credo politico, Garrone risponde: «Sono per il maggioritario e voto gli uomini e i programmi che mi convincono, non in base al partito. Quando nessuno mi ha convinto ho votato scheda bianca