By: Moderatore on Domenica 28 Novembre 2004 00:02
.... liquidità del Lingotto si è ridotta, al 30 settembre 2004, a 4,6 miliardi, 2,3 miliardi in meno rispetto a giugno 2004. Soldi che in gran parte verranno spesi già il prossimo anno, considerato che senza la produzione di flussi di cassa positivi sarà necessario attingere a quel bacino per rimborsare poco più di 2 miliardi di bond e mettere in conto investimenti almeno pari a quelli registrati nel 2004, circa 1,8 miliardi di euro ossia il 4% delle attività industriali. Per non parlare del prestito convertendo da 3 miliardi che scade a settembre 2005.
Il finanziamento sta movimentando il mondo bancario, stretto tra la necessità di chiedere una revisione delle covenant e il timore di ritrovarsi azionista di Fiat. Che fare allora? Mettere mano al portafoglio e avviare nuove cessioni? Oppure andare a vedere il gioco di GM con la put? Da settimane Ifil, azionista di maggioranza della Fiat, rimanda al mittente domande del genere. «Spiacenti - è la risposta - ma la pratica è in mano a Sergio Marchionne». Toccherà a lui, all’amministratore delegato abruzzese che arriva dalla Svizzera, l’onore (e l’onere) di illustrare la situazione ai familiari, raccolti per la riunione dell’accomandita all’inizio di dicembre.
Nell’attesa, Marchionne fa muro, anche con i grandi gestori internazionali che gli hanno dato fiducia nei primi sei mesi della sua avventura torinese. Ma, da vecchia volpe dei mercati qual è, qualcosa lascia filtrare. «Entro la fine dell’anno ci sarà una grossa sorpresa», ha dichiarato poche settimane fa a un investitore estero che insisteva per avere novità. Il gossip di buona fonte è comunque sintomatico delle attese del mercato: un manovra corposa, di quelle che possono invertire il corso della storia dell’azienda.
La vendita di Case New Holland piuttosto che Iveco? Assolutamente no, è la parola d’ordine. Lì semmai, come sottilinea un recente report di Jp Morgan, sta il futuro della multinazionale torinese.
La resa dei conti con GM, ipotesi più probabile. Dopo il vertice con l’Accomandita, Marchionne affronterà Rick Wagoner nell’ultimo steering committee dell’anno, il 14 dicembre, 24 ore prima che scada l’armistizio sulla put siglato un anno fa da Giuseppe Morchio. Di questo si parlerà, oltre che di collaborazioni di carattere industriale. Anche su questo fronte, probabilmente, farà caldo al tavolo delle trattative. Stando alle indiscrezioni del Financial Times, il colosso di Detroit sarebbe infatti intenzionato a far produrre alla Bmw i motori diesel per la sua Cadillac: 20mila vetture l’anno già assegnate alla jv con Fiat. Un siluro preciso per far capire a Torino che GM ha ormai archiviato l’idea di acquistare Fiat Auto ed è pronta, pur di non scendere a compromessi, a mettere in discussione un’alleanza che ha già prodotto risparmi per un miliardo, in quanto a sinergie, e potrebbe crescere ancora.
Non è facile programmare nuovi modelli o strategie di medio termine in un clima così turbolento. Ma, assicurano a Mirafiori, lo staff di Herbert Demel (che ha accantonato per ora l’idea di un’uscita) ci prova. Anzi, si fa sapere che la Fiat mantiene inalterati i propri obiettivi di medio termine. Il gruppo conta di registrare un Ros nel 2007 compreso tra il 5 e il 6 per cento. Per il 2004, gli analisti stimano che l’indicatore non supererà lo 0,4 per cento. Sul fronte dell’utile per azione, sempre nel 2007, il gruppo dovrebbe chiudere con un risultato positivo compreso tra gli 1,1 e gli 1,4 euro. Troppo ottimismo? Marchionne è stato esplicito: se i target non saranno centrati, gli azionisti avranno il diritto di cacciarlo. Anzi, questo potrebbe avvenire anche prima, perché «già nel 2006 si capirà come andranno le cose», ha precisato di recente. Il giro di boa del break even operativo, infatti, dovrebbe essere superato nel 2006.
Quello stesso anno la società dovrebbe registrare flussi di cassa positivi, mentre in quello successivo il Ros dovrebbe attestarsi tra il 2 e il 4 per cento. Se questi obiettivi verranno raggiunti o no, solo il tempo potrà dirlo. Per ora, complice la congiuntura internazionale, la società può vantare un solo target centrato: le vendite di Panda e Ypsilon. Stando alle ultime proiezioni, risalenti al 24 novembre scorso, la piccola di casa Fiat avrebbe già venduto 195mila vetture, più della metà all’estero, contro una stima di 180-200mila auto per l’intero 2004. La lancia Ypsilon ha invece toccato quota 80mila, a un passo dal target di 90mila fissato per l’intero anno. Vicina a raggiungere l’obiettivo anche l’aggressiva Alfa Gt, che finora è riuscita a vendere 18mila vetture, poco meno delle 20mila che si era prefissata. In linea con le attese, considerato che registrerà un anno pieno di commercializzazione solo la prossima primavera, la Fiat Idea. Al 24 novembre, le auto di questo modello in circolazione erano già 56mila. Eppure, questi successi parziali non sono stati sufficienti a centrare il traguardo promesso del pareggio operativo. Infine, tornando alle necessità di cassa del gruppo automobilistico, qualche soldo potrebbe arrivare anche dall’energia. Certo il Lingotto ha già monetizzato la put relativa alla propria quota in Italenergia Bis, ma il prossimo settembre, quando uscirà da Edison potrà comunque iscrivere a bilancio un piccola plusvalenza. Senza contare che si ^leverà di dosso anche il debito della Edison, attualmente pari a 4 miliardi di euro#http://www.borsaefinanza.it/art.pic1?ID=116807^.