By: GZ on Giovedì 09 Dicembre 2004 21:45
Tronchetti è uno molto in gamba
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da Finanza&Mercati del 20-01-2004
[Nr. 12 pagina 9]
Scusi, dottor Tronchetti, ma ne valeva la pena? «Si può spiegare meglio?». Valeva la pena di correre questo rischio, di puntare tutto sulla Telecom? «Le rispondo con dei numeri. In due anni di gestione del gruppo Telecom Italia abbiamo fatto pulizia di bilancio per 12 miliardi di euro, efficienza per altri 2 miliardi, investimenti per 10 miliardi, ridotto il debito di 10 miliardi. E ancora...». Squilla il cellulare. Anzi, a dir la verità, il cellulare di Marco Tronchetti Provera non squilla. Il suo telefonino multimediale sta trasmettendo il telegiornale. Il Tg della 7, naturalmente. «Visto? E' uno dei nuovi servizi a valore aggiunto, offerti da Tim, che è reso possibile dalla tecnologia Gprs, una sorta di Gsm potenziato che avrà a breve un ulteriore sviluppo grazie al nuovo standard Edge». La tv sul telefonino è già disponibile? «Sì. Dal 1° ottobre dello scorso anno. Comunque, stiamo investendo sulla rete di trasmissione, potenziandola. La commercializzazione su larga scala inizierà a breve. C'è un accordo in esclusiva con La 7 e MTV e in esclusiva di sperimentazione con la Rai». Il costo? «Alcuni centesimi al minuto».
Ritorniamo al quesito iniziale.
Si è mai pentito di aver puntato tutto sulla Telecom?
No, e i numeri, come le dicevo, stanno lì a dimostrarlo. Infatti, oltre a portare avanti il risanamento dell'azienda, in due anni abbiamo distribuito al mercato, tra dividendi e Opa, 10 miliardi di euro. Oggi parliamo di un gruppo che vale 80 miliardi di euro, con un indebitamento che ammontava a circa 44 miliardi solo due anni fa ed è destinato a scendere quest'anno sotto i 30. Abbiamo ottenuto risultati migliori dei nostri concorrenti. Telecom Italia è stato il miglior investimento che Pirelli potesse fare.
Ma la catena societaria continua a essere molto lunga. Davvero non si celebreranno le nozze tra Telecom e Tim? Una parte della Borsa continua a tifare per l'operazione...
No, come ho più volte detto, non faremo operazioni di questo tipo. La catena societaria l'abbiamo già abbondantemente accorciata, sia con la fusione Pirelli Spa-Pirelli & C, sia con quella Olivetti-Telecom. Fare di più è solo controproducente. Per vari motivi. In caso di fusione il dividend yield sarebbe comunque destinato a diminuire. Sotto il profilo fiscale le nuove norme sul consolidato tolgono ulteriore valenza a simili progetti. Ma le ragioni più solide per non procedere lungo questa strada sono di natura industriale. Siamo di fronte a una stagione di grandi cambiamenti tecnologici...
Non è una novità, parlando di telecomunicazioni.
Vero. Ma oggi la tecnologia ha mutato gli scenari di mercato. Finora la partita tra fisso e mobile si è giocata sul fronte della voce. Ora è diverso: il mobile entra d'autorità nel settore della trasmissione dei dati; il fisso è destinato a sfruttare le opportunità della banda larga sviluppando l'area dei servizi innovativi. Entrambi, dunque, competono sugli stessi mercati, in un regime di concorrenza sempre più ampio.
Ma le sinergie?
Ci sono già, sia in termini di rete o, in generale, delle infrastrutture.D'altra parte, dati i vincoli regolamentari, le due società dovrebbero comunque agire separatamente sul mercato.
Qualcuno, però, ipotizza una soluzione finanziaria sul modello
Autostrade. Ci avete pensato?
Una scelta del genere avrebbe un grosso difetto: l'aumento del debito. Non ci sarebbero vantaggi fiscali, come abbiamo visto, mentre prenderebbe consistenza il rischio di pagare il denaro più caro, a causa di un conseguente potenziale abbassamento del rating. Chi dirige una società come Telecom non può dimenticare gli interessi della generalità degli stockholders. Esiste infatti pure un mercato importante come quello dei bond che ci ha recentemente premiato. E' nostro dovere puntare a pagare i tassi giusti grazie al rating giusto. L'obiettivo è mettere le nostre società nelle condizioni migliori per cogliere le opportunità industriali che si presentassero all'orizzonte.
Ma uno dei problemi di Tim, secondo gli analisti, è di essere poco indebitata.
In passato Tim ha già pagato, in termini di tassi, i problemi dell'Olivetti. La situazione del gruppo, infatti, tende a prevalere su quella delle singole società. Inoltre, una Tim senza debiti ha maggiori spazi per cogliere le opportunità industriali e di mercato che dovessero profilarsi all'orizzonte.
Con Tim, dunque, siete pronti a guardarvi intorno. Ma, secondo indiscrezioni di mercato, sarebbe il gruppo Pirelli in procinto di vendere. I cavi energia, per esempio.
Per quanto riguarda Pirelli non c'è alcun programma di dismissioni, anzi stiamo rafforzando tutte le nostre principali aree di attività, in cui stiamo registrando performance migliori rispetto ai concorrenti.
A quando il lancio dell'Umts?
Ci stiamo preparando con un obiettivo ben preciso: avviare la nuova tecnologia quando la piattaforma sarà stabilizzata, cioè in grado di fornire servizi all'altezza degli standard qualitativi richiesti dalla clientela. Riteniamo che potremo farcela entro la fine dell'anno.
Nel frattempo?
Nel breve termine offriremo la tecnologia Edge, capace di garantire una serie di servizi innovativi assolutamente straordinari. Non credo che all'utente interessi più di tanto sapere se riceve un certo servizio grazie al Gsm, al Gprs o all'Umts. L'importante è che il servizio sia pienamente disponibile e funzioni.
Questo per il mobile. E per il fisso?
Per quanto riguarda il fisso, abbiamo esportato la larga banda in Germania e in Francia. Siamo i primi operatori di rete fissa ad andare all'estero e a vendere servizi broadband in altri mercati.
Stacchiamo un attimo i telefoni. Fuori dal core business, che cosa c'è di vero nelle ipotesi che vi indicano come prossimi ad assumere una posizione preponderante nella Rcs e quindi nel Corriere della sera? E che, a questo scopo, avete già raccolto qualche pacchetto azionario?
Di vero non c'è nulla. Il nostro ruolo in Rcs non crescerà. C'è un patto di sindacato che non consente acquisti di titoli, se non concordati con gli altri aderenti al patto stesso. Tra l'altro fino al 2008 ci sono anche vincoli di legge che lo impediscono..