Holding Part Ind

 

  By: GZ on Lunedì 18 Luglio 2005 15:47

La comunione dei beni, dice mio padre che faceva il notaio, in genere la fa chi non ha niente di importante come beni da "mettere in comune". Forse è una comunione dei debiti

 

  By: DOTT JOSE on Sabato 16 Luglio 2005 13:33

ma uno cosi' fesso da sposarsi in comunione di beni puo essere cosi abile e furbo da avere accumulato cosi in poco tempo ?

10 febbraio 1947 MATERIALI DI RESISTENZA STORICA GIORNO DEL RICORDO FOIBE dieci febbraio | MILLENOVECENTOQUARANTASETTE

 

  By: gianlini on Giovedì 14 Luglio 2005 21:46

leggo ora che Roma, 14 luglio 2005 - 18:26 RCS: RICUCCI CEDE IL 2,10% E SCENDE AL 18% Stefano Ricucci ha ceduto sul mercato il 2,10% della partecipazione detenuta in Rcs e controlla adesso il 18% del capitale del gruppo editoriale. Lo rende noto un comunicato della Magiste International. (AGI) ma non doveva arrivare al 30 %?? cmq poteva aspettare anche domani mattina a dirlo!

 

  By: gianlini on Giovedì 14 Luglio 2005 20:59

alle 18.20 sono uscito e andato dal barbiere per strada ho pensato che sarebbe stato il caso domani di vendere 50.000 euro di RCS corte intorno a 6 torno adesso e vedo che batte 5,70.....cosa è successo!???

RCS non vale 5 euro - gz  

  By: GZ on Lunedì 11 Luglio 2005 03:04

Il settimanale di finanza più diffuso in italia, Bloomberg-Borsa&Finanza da mesi dedica articoli su articoli per sostenere Ricucci e gli immobiliaristi scalatori legati alla Popolare Lodi (ed è in buona compagnia perchè Berlusconi, l'intera lega, Fassino e tanti altri politici si sentiti in dovere di dire qualcosa a loro favore). (Per chi fosse stato in Australia nell'ultimo anno: una banca popolare media e tre tizi che fino a cinque anni fa dichiaravano 50 mila euro di reddito (vedi il caso Ricucci secondo il Sole 24 ore) stanno scalando Antonveneta, il Corriere-RCS e hanno mezzo scalato assieme ad altri BNL. Diversi industriali seri tipo Merloni, Pininfarina e Della Valle hanno criticato queste operazioni assieme a MF) Oggi Borsa&Finanza spiega a tutta pagina che RCS vale 5.3 euro più un "premio di controllo" quindi 5.75, quando Romiti l'ha dovuto mollare ricevendo 4.4 euro un anno fa quando quotava sotto 4.00 e dicevano che era stato un mezzo favore . Se però leggi bene tutto vedi una tabella fonte RCS stessa che prevede nel 2006 (tra 18 mesi) un MOL (utile prima di interessi, ammortamenti e tasse) di 293 milioni e ovviamente dopo averli pagati un utile di circa la metà, quindi 150 milioni circa di utile netto. RCS capitalizza 4.000 milioni per cui costerebbe almeno 150/4000 = 30 volte gli utili, ma tra un anno e mezzo e secondo la proiezioni del management. A voler esagerare proprio e dargli 200 milioni di utile, 200/4000 = 20 volte gli utili e dopo che non ha mai guadagnato più di 100 milioni nella sua storia, quindi immaginando un miracolo. Quindi 30 volte gli utili nel caso ottimista previsto dal management stesso di RCS. Oppure 20 volte gli utili immaginando una specie di miracolo nei prossimi due anni. Questo in un business come i media dove Mediaset, Espresso, Mondadori, Cairo, Monrif e Caltagirone sono tutti concorrenti forti e ogni testata fa promozioni su promozioni che ormai se non stai attento assieme al magazine ricevi un enciclopedia per cui la crescita media è del 3% all'anno. E ovviamente la pubblicità è legata al ciclo economico che è discendente. Ma "RCS vale 5.3 euro è lo "scoop" di questa settimana e senza mezzo commento che riporti anche qualche parere e stima di chi pensa sia ridicolo o esagerato Perchè il settimanale di finanza più diffuso in italia, Bloomberg-Borsa&Finanza che in teoria non appartiene a nessun grupppo importante, deve fare da spalla a operazioni del genere senza nemmeno dare l'impressione di cercare di essere obiettivo ?

Come mai le banche prestano miliardi a questi romani per fagli comprare RCS ? - gz  

  By: GZ on Lunedì 23 Maggio 2005 22:08

Oggi essendo malato guardavo le TV e quando passavano le interviste agli "immobiliaristi romani del contropatto" cioè Danilo Coppola e Stefano Ricucci, un poco per il pesante accento romanesco e la sintassi italiana disastrata, un poco per la mimica stile Verdone (di Ricucci) sembrava un film di Sordi-Verdone e non la solita CFN con gestori e manager che parlano con termini in inglese da Bocconi. Questo Ricucci con la sua "partecipazione strategggica in RCS .... che non venderò mai, mai....è per sempre ..." è proprio bravo. Ha 42 anni, a 20 era un odontotecnico senza soldi di famiglia e ora è uno degli azionisti di controllo oltre che di Anna Falchi, di BNL, di Antonveneta ed è con il 15% l'azionista numero del Corriere della Sera, con una quota che nemmeno gli Agnelli o nessun altro ha mai accumulato Come mai visto che il Corriere è la società il cui controllo per motivi politici da sempre è sotto la lente di tutti quelli che contano nel sistema finanziario italiano ? Come mai, come nel caso di Antonveneta-Popolare Lodi e BNL, a questi tizi con "debiti certi e patrimonio incerto" (secondo Della Valle nell'intervista sull'Espresso di sabato) le banche consentono di comprare centinaia di milioni di derivati sul flottante di BNL, Antonveneta e RCS con soldi (presumibilmente) non loro, ma delle banche, garantendo loro di rivenderli poi con un guadagno certo (con un ruolo forse da prestanome) ? (nel caso della Lodi è stato provato che ha prestato 1.1 miliardi di euro per fargli comprare le azioni e poi rivenderle a un prezzo più alto alla Lodi stessa e c'è un inchiesta Consob) Forse perchè dopo che Profumo di Unicredito era uscito dal Corriere il suo controllo era diventato incerto tenendo conto anche che a Ifil-Fiat non c'era più Giovanni Agnelli ma Marchionne e i nipotini che forse hanno altre priorità. E allora Giovanni Bazoli che come presidente Intesa dopo la morte di Cuccia è il "garante" del Corriere ed è anche come noto il deus ex machina della coalizione di sinistra nel mondo bancario, voleva tornare a ^blindarlo prima che passasse a gente vicina a Berlusconi#http://www.panorama.it/opinioni/archivio/articolo/ix1-A020001030934^ ------------------------------------------------------------- ..... Qualche anno prima era bastata la velleitaria scorribanda di Luigi Giribaldi, un vecchio finanziere che da Monte-Carlo si divertiva a fare la mosca che infastidisce il grande capitale, per convocare nottetempo una riunione in Mediobanca dove i membri del patto di sindacato Rcs giurarono fedeltà al loro vincolo. Possibile che adesso quelle stesse persone se ne stiano placidamente a guardare le gesta di uno che dice di voler puntare al 15 per cento della società, una soglia che sommando anche i pacchetti degli amici deve avere abbondantemente superato? Oltretutto, i pattisti sanno bene che in caso di opa viene meno il loro impegno a non vendere. E, da esperti uomini di finanza, dovrebbero sapere un'altra cosa: se si ricorre a operazioni derivate su un titolo illiquido come Rcs, cioè a flottante (azioni in circolazione) scarsissimo, vuol dire che con molta probabilità qualcuno dei soci ha già «tradito» ed è pronto a consegnare le sue azioni. Invece qualcun altro, come la Fiat, potrebbe essere indotto a farlo visto che la speculazione di questi mesi ha iperbolicamente gonfiato il valore della sua quota a 450 milioni di euro, soldi che in tempi di magra fanno comodo. Davvero dunque c'è da dormire sonni tranquilli? In realtà Bazoli, direbbero dalle sue parti, è più furbo che santo. E la tranquillità non gli deriva dalla incrollabile fiducia che i soci del patto onoreranno il loro impegno, ma dal fatto che controlla movimenti e pacchetti degli aggressivi «new comer» che stanno facendo incetta di azioni Rcs. Non meraviglierebbe perciò che dietro una eventuale, e mai come in questi giorni evocata offerta pubblica sul giornale, nonostante le smentite di Corrado Passera, ci fosse lui con i suoi alleati. E siccome ogni interpretazione economica sulle vicende del primo quotidiano d'Italia è anche politica, terreno su cui il professore si muove con agio, tutto il bailamme sulla Rcs nasce come antidoto alle presunte mire berlusconiane sul giornale. Preoccupato per un possibile blitz che all'epoca identificava in Cesare Geronzi e Salvatore Ligresti i protagonisti del ribaltone, Bazoli avrebbe orchestrato le contromosse d'intesa con Romano Prodi e Massimo D'Alema. C'erano due problemi: rimediare all'inopinata uscita di Alessandro Profumo dalla Rcs, e costruire in prospettiva una solida difesa. A quel punto il presidente dei Ds, nonostante il biasimo di un padre nobile della sinistra come Giuliano Amato, avrebbe fatto da tramite per assicurare al professore l'appoggio di Francesco Gaetano Caltagirone e della nidiata di rampanti immobiliaristi che a lui guardano come esempio da seguire. Di qui il rastrellamento destinato a fermarsi una volta raggiunta una quota di assoluta sicurezza. Con ciò scardinando, di fatto, gli attuali equilibri. .....

 

  By: GZ on Lunedì 20 Dicembre 2004 22:58

----------------------- SFB keeps RCS Mediagroup (RCS.MI) at underperform with EUR3.3 target after 05-07 industrial plan outlined Fri; says plan looks solid and realistic but its numbers are more than discounted in stock price. Notes also presentation hinted at "awful" 4Q results, adding to concerns about sustainability of add-on sales and profits. RCS +0.1% to EUR4.07. ---------------------------------------------------------------- .....Colao ha dato mostra di esser un manager molto diverso da Maurizio Romiti. Per prima cosa, infatti, l’ex numero uno di Vodafone ha dichiarato che invece di vendere le partecipazioni o le controllate che si occupano di editoria, venderà quegli asset finanziari come il 2% di Banca Intesa o di Pirelli, che esulano dal core businees. E questo a dispetto del fatto che proprio le due aziende citate siano importanti azionisti del patto di sindacato di Via Solferino. Detto questo, bisogna anche aggiungere che i numeri di Colao sulla pubblicità sembrano abbastanza ottimistici. Nel prossimo triennio il piano prevede che per i quotidiani la raccolta in Italia salirà in media del 3,5% all'anno. In realtà con questi chiari di luna, con un’economia che va a rilento e un Pil che cresce poco, prevedere l’andamento della pubblicità di qui al 2007 è come discutere del sesso degli angeli. Pil a parte, c’è anche un problema di mezzi di comunicazione. Secondo Zenith Optimedia nel 2005 la pubblicità in Italia salirà del 3%, ma la gran parte della torta andrà come sempre alle tv, per le quali l'aumento atteso della raccolta è del 7%. E valga la prudenza espressa da Mediaset, che non ha fatto previsioni per il 2005, limitandosi a dire che si aspetta una raccolta positiva. Stiamo parlando di un’azienda che, secondo le banche d'affari, sarà una delle poche emittenti europee in grado di sovraperformare il mercato. Secondo un report pubblicato ieri da Merrill Lynch, il prossimo anno Mediaset registrerà un aumento della raccolta in Italia del 4,5% contro un mercato in aumento del 3-4%. Insomma, chi avrà ragione: Zenith, Merrill Lynch o Colao?

 

  By: kaiser soze on Domenica 24 Agosto 2003 23:55

----------da Finanza&Mercati del 23-08-2003----------- Grandi manovre in Borsa Parte la scalata al Corsera La rovente estate 2003 rischia di essere ricordata come un’altra stagione cruciale per via Solferino. Da giorni, infatti, è in corso un rastrellamento in piena regola del titolo Rcs Mediagroup, cui fa capo il Corriere della Sera. Passata la fase degli acquisti silenziosi, le manovre hanno assunto i toni da scalata alla fine di luglio: fino a giovedì 31 le quotazioni erano stabili intorno ai 2,128 euro e gli scambi erano nell’ordine del milione di pezzi. A una ventina di giorni di distanza il titolo Rcs ha raggiunto, con uno balzo del 22% e con volumi più che triplicati, i 2,6 euro, un livello che non toccava dal giugno 2002. Ieri le lancette di Piazza Affari si sono fermate a quota 2,596 euro, con un rialzo del 4,72 per cento. In due settimana è passato di proprietà il 2 e mezzo per cento del capitale della società presieduta da Guido Roberto Vitale e guidata da Maurizio Romiti. E c’è già una data per leggere in controluce questi numeri: venerdì 12 settembre. Gli azionisti del patto di sindacato, che controlla il 44,883% del capitale della finanziaria, si riuniranno - poco prima del cda convocato per approvare la semestrale - per esaminare una lettera lasciata in sospeso in una precedente riunione, quella di luglio. Si tratta della richiesta formalizzata dal gruppo Ligresti, che possiede da tempo il 5,1% di Rcs Mediagroup, di entrare a far parte del «salotto buono» che decide le sorti del maggiore quotidiano nazionale. Un mese fa la risposta a quella richiesta, riferiscono fonti vicine al patto, è stata: «Ne riparliamo alla scadenza del patto, a metà dell’anno prossimo». Ma Ligresti non si è dato per vinto. Archiviata l’era dell’alleanza con Maranghi in Mediobanca; ricuciti tutti i rapporti con l’establishment economico (da Bazoli e Passera per Intesa, a Profumo per Unicredito, a Geronzi per Capitalia, senza tralasciare né Tronchetti Provera, né la Lazard cui gli ha affidato la vendita degli immobili FonSai); rinsaldati quelli con il governo e allacciati - dopo il cambio alla direzione del giornale, con l’arrivo di Stefano Folli - anche quelli con l’opposizione, il cavaliere siciliano oggi bussa al patto con carte certamente differenti rispetto a un anno fa. Ecco perché, in ambienti finanziari, seppure non si escludono sorprese (anche il gruppo Caltagirone è fuori dal patto pur avendo il 2% di Rcs), c’è chi vede la scalata come una sorta di blindatura concordata, anche in vista di un possibile cambio della guardia con l’uscita o il ridimensionamento di Maurizio Romiti proprio dopo la firma sul bilancio semestrale. Ricambio smentito ieri dai portavoce di Rcs Mediagroup con la stessa fermezza («notizia destituita di ogni fondamento») con cui venne negato il siluramento del precedente direttore del Corsera, Ferruccio de Bortoli. Puntualmente avvenuto.

Holding Part - PIROPIRO  

  By: PIROPIRO on Mercoledì 05 Marzo 2003 17:31

Sia ieri che oggi il titolo è in decisa controtendenza, in rialzo e con buoni volumi superiori alla media recente. Non credo che bastino i modesti risultati di bilancio (comunque la società è in perdita), ma penso che la quota in possesso alla Fiat non abbia più una logica e che potrebbe presto passare di mano. E' più corretto vendere la quota di HDP che dismettere Fiat Avio e Toro e spero che Umberto Agnelli lo capisca. Se saltasse il patto di sindacato si potrebbe aprire una bella battaglia, anche perchè Berlusconi gli occhi sul Corriere della Sera ce li ha messi, eccome!!

 

  By: Moderatore on Martedì 04 Marzo 2003 19:11

Stock: Rcs Media

----Commenti ed Analisi Recenti su HOLDING PART IND--- ------------------da WEBSIM 05/03------------ Hdp cambia nome e diventa Rizzoli Media Group, denominazione che conferma e sottolinea la concentrazione delle attività del gruppo nella editoria e nella comunicazione. --------------------------------------------- Hdp è sempre stato visto, nel recente passato, un titolo ibrido diviso tra i settori media e moda. La società però, ha finalmente deciso di concentrarsi nel settore media e di vendere le società legate al tessile e al lusso (peraltro da troppo tempo in perdita) . Ne è dimostrazione la dismissione di alcuni società facenti parte di GFT Net tra le quali è doveroso ricordare Valentino e Facis. Hdp si presenta oggi come un Gruppo le cui attività si concentrano principalmente nel settore media e il cui principale asset è Rcs (Corriere della Sera e Gazzetta dello Sport). Il progetto iniziale di Hdp era finanziare la crescita delle società operanti nel settore del lusso/moda attraverso i flussi di cassa generati dall'attività editoriale: ma il progetto non mai ha dato i frutti sperati! E allora vi è stata la svolta: all'interno di GFT Net è rimasto come unico asset Joseph Abboud, brand di successo nel campo dell'abbigliamento maschile americano destinato a essere venduto. Vicina anche la cessione di Fila (controllata al 72%), una delle ultime partecipazioni nel settore. -----------da SPYSTOCKS 04/03---------------- Il cda della holding di via Turati ha approvato la nuova denominazione sociale che sarà "Rizzoli Corriere della Sera MediaGroup", o in forma abbreviata "Rcs MediaGroup" o "Rcs spa". La nuova denominazione conferma e sottolinea la concentrazione delle attività del gruppo nell'editoria e nella comunicazione. --------da FINANZA E MERCATI 04/03----------- Burda Rizzoli France, la controllata di Hdp, ha acquisito il 100% del capitale della casa editrice francese Catherine Nemo Holding. L’operazione ha già ricevuto il via libera della Commissione europea. Con un giro di affari di circa 22 milioni di euro Catherine Nemo Holding pubblica le riviste Nouveau Detective (settimanale di cronaca leader con 260mila copie medie) e Horoscope (mensile di astrologia). Burda Rizzoli France Sas è posseduta per il 75% da Burda Rcs International Holding (joint venture paritetica tra HdP e Burda) e per il 25% da alcuni soci di Catherine Nemo Holding. ----------da MILANO E FINANZA 04/03---------- Franzo Grande Stevens e' entrato nel CdA e nel patto disindacato di Hdp al posto dell'ex presidente della Fiat, Paolo Fresco. Loha confermato lo stesso consigliere della Fiat uscendo dalla sede di Hdpin via Rizzoli. Secondo fonti vicine alla societa' il posto di GianfrancoGutty (ex presidente di Generali) nel patto e nel CdA sarebbe stato presodal direttore centrale della compagnia triestina, Raffaele Agrusti. --------------------------------------------- (ASCA) - Roma, 3 mar - Dopo l'ok della Commissione Ue, Hdp ha perfezionato, attraverso la propria partecipata Burda Rizzoli France Sas, l'acquisto del 100% della casa editrice Catherine Nemo Holding. Burda Rizzoli France SAS e' una societa' posseduta per il 75% da Burda RCS International Holding (joint venture paritetica tra HdP e Burda) e per il 25% da alcuni degli attuali soci di Catherine Nemo Holding. Catherine Nemo Holding ha un giro d'affari di circa 22 mln ed leader del mercato di riferimento grazie a oltre 260.000 copie medie, e ''Horoscope'', mensile di astrologia leader di mercato del suo segmento. L'investimento si inquadra nel programma strategico di HdP di sviluppare congiuntamente con il partner Burda il Business dei periodici sui mercati internazionali, e' scritto nella nota della societa'. --------------------------------------------- Edited by - Moderatore on 3/5/2003 17:13:57