By: GZ on Giovedì 25 Gennaio 2007 22:24
Non contento di spendere quasi un miliardo di euro per tenere migliaia di soldati a Beirut per chissà quanti anni con il compito di fare da spettatori da lontano mentre si compiono stragi, assassini e guerriglia varia, il governo avendo ora troppi soldi con la mega Finanziaria da 38 miliardi ne consuma altri
Comunque questi libanesi ci sanno fare, incassano 7.6 miliardi dalla "comunità internazionale" (i pirla occidentali...) che in un paese di 6 milioni di abitanti con un PIL probabilmente di 90 miliardi non è male, sarebbe come 4 o 5 finanziarie (ma a rovescio sono regalati)
Notare il titolo: l'accostamento non è casuale, più sono i morti e più arrivano i soldi a voler essere un attimo antipatici
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Libano: Italia offre 120 milioni, ancora morti a Beirut
Parigi, 25 gen (Velino) - Centoventi milioni di euro. È questo il contributo italiano per la ricostruzione del Libano, annunciato dalla Conferenza di Parigi dal ministro degli Esteri Massimo D’Alema. Il vicepremier non ha chiarito con quali modalità saranno inviati questi aiuti, se si tratterà di un investimento a fondo perduto o di un prestito a condizioni agevolate, come ha fatto la Francia. In ogni caso D’Alema ha precisato che gli aiuti saranno aggiuntivi rispetto agli impegni presi in precedenza nei confronti del paese dei cedri e rispetto ai costi tutt’altro che irrilevanti della nostra missione militare: 200 milioni nel 2006, il doppio nel 2007. Il ministro degli Esteri, che domani a Bruxelles incontrerà Condoleezza Rice, ha anche affermato che gli aiuti saranno condizionati alla permanenza in carica del governo Siniora, minacciato da due mesi dalla protesta a oltranza fomentata da Hezbollah e da altri movimenti filosiriani. Protesta che oggi ha causato almeno cinque morti, uno a Sidone, a sud di Beirut, e quattro con cinquanta feriti all'università della capitale.
Alla Conferenza di Parigi, il premier libanese ha comunque incassato una cifra straordinaria. Dovrebbero ammontare infatti a 7,6 miliardi di dollari gli aiuti promessi dalla comunità internazionale, tra cui spiccano i due miliardi della Banca mondiale, un miliardo della Bei (la Banca europea per gli investimenti) e una cifra simile dall’Arabia Saudita. Gli Stati Uniti hanno offerto 770 milioni, la Francia 500 (definiti “un prestito a condizioni vantaggiosissime”) e la Commissione europea 522. Nonostante questa pioggia di dollari, tuttavia, il compito di Fuad Siniora rimane difficilissimo. Quarantuno miliardi di dollari di debito pubblico rischiano infatti di condurre il paese nel caos economico, soprattutto alla luce della spaccatura politica che lo sta dilaniando.