By: lutrom on Domenica 21 Gennaio 2007 13:55
I problemi intanto crescono, lentamente ma crescono, e si tentano nuove strade(vedi articolo qui sotto) per arginare un fenomeno che in teoria (ed anche in pratica, ma entro certi limiti: ho vari alunni extracomunitari che sono anche positivi per i compagni italiani, purché gli extracomunitari non siano portatori di gravi forme di disagio) dicevo un fenomeno che in teoria è tutto rose e fiori: però la realtà è molto diversa!
Nell'articolo qui sotto non si dice neanche tutto, tra l'altro: ad esempio, un mio collega, tre anni fa, fu mandato a fare il supplente in una scuola media, in una classe ghetto (ce ne sono sempre di più in certi quartieri, ma sono circondate dall' "omertà"...), cioè in una classe piena (in questo caso) di zingari ai quali si aggiungevano solo i figli di italiani con gravissimi problemi (storie di violenza in famiglia, figli di alcolizzati e drogati, ecc. ecc.): infatti (naturalmente) gli italiani (per così dire) normali non avrebbero mai iscritto i propri figli in una classe dove il 60% degli iscritti erano zingari, così il 40% dei posti rimanenti era (diciamo così) riservato ai figli di italiani con gravi problemi. In una classe del genere naturalmente era impossibile insegnare, i ragazzi venivano in classe con i coltelli, alcuni (con gravi problemi psichici) passavano il tempo a sbattere la testa contro le pareti o a fare altri gesti folli, qualcuno si masturbava in classe, ecc. ecc. Naturalmente il preside della scuola faceva finta di niente (e anche vari colleghi assuefatti alla cosa): siccome al mio amico stava venendo l'esaurimento nervoso, un giorno decise di licenziarsi; il preside naturalmente incolpò il mio amico di incapacità didattica, perché bisogna integrare il diverso, recuperare lo svantaggiato ed altre "panzane" simili delle quali sono infarciti i nostri testi di scienze dell'educazione (anche qui si tratta di cose vere e di belle teorie purché non si superino certi limiti), "panzane" grazie alle quali centinaia di professori universitari, spesso di sinistra, portano a casa grassi stipendi. Però i suddetti professoroni si guardano bene dall'andare ad insegnare in classi del genere (mica sono scemi!), però continuano a scrivere scemenze e chiacchiere indirizzate ai poveri cristi che insegneranno in classi del genere e che quando si sentiranno dei disadattati e dei falliti incolperanno la loro incapacità e non l'assurdità della situazione in cui operano (parlo avendo conosciuto esempi pratici e non per ideologia). La cosa bella è che, coloro che predicano queste belle teorie, quasi sempre iscrivono i loro figli nelle scuole private di lusso, spesso religiose, frequentate dalle élite e non da extracomunitari e da figli di operai drogati; queste scuole sono piene di figli di sindacalisti e politici di alto livello della sinistra (Cgil, ecc. ecc.), quegli stessi che tuonano contro i contributi alle scuole private, anche se di qualità (certo: vogliono evitare che i figli di operai e di gente modesta ma capace possa frequentare le scuole riservate ai loro figli...): anche qui parlo su dati di fatto.
Ora faccio una semplice osservazione: ma una persona che predica una cosa e ne fa un'altra (e Anche questo è dimostrabile con dati di fatto), vi sembra una persona coerente che crede in quello che dice o solo uno che sfrutta quello che dice?? In questo forum non mancano le persone che predicano di essere a favore del business, ed è poi quello che fanno nella realtà (vedi Zibordi): anche se sembreranno più egoisti, non saranno forse almeno più sinceri di quelli che cercano il business sotto le mentite (ed ipocrite e false) spoglie di una Madre Teresa di Calcutta o di un redivivo San Francesco???
--------------------------------------------------------------
"Troppi stranieri in classe, iscriveteli altrove"
Milano, genitori italiani in fuga da una scuola dei Navigli. Il preside corre ai ripari
Regolamento modificato per distribuire in modo omogeneo i bambini nel quartiere. Il provveditore: "Scelta in linea con le direttive del ministero"
TERESA MONESTIROLI (21/01/07 - Repubblica)
MILANO - I bambini stranieri sono troppi, la scuola decide di distribuire le iscrizioni anche in altri istituti. Così da avere classi più omogenee nelle tre elementari del quartiere. Succede a Milano. E non in periferia - dove la concentrazione degli stranieri alle elementari spesso supera il 30 per cento, contro una media cittadina del 12 - ma in zona Navigli, a un paio di chilometri dal Duomo. Qui, in via Brunacci, c´è una scuola elementare dove i figli di immigrati sono il 40 per cento degli iscritti totali. In alcune classi addirittura gli stranieri superano di numero gli italiani. Un fatto di per sé non tanto insolito in una città dove gli studenti non italiani hanno superato quota centomila (sono 103.825) e dove in molte scuole almeno un bambino su tre proviene da un paese lontano, ma che preoccupa le famiglie della zona dal momento che a pochi metri di distanza, nelle altre due scuole dello stesso istituto comprensivo Thouar Gonzaga, la situazione è completamente ribaltata. Qui gli italiani sono più dell´80 per cento. E gli stranieri per classe si contano sulle dita di una mano.
E così qualche anno fa è iniziato l´esodo. Una migrazione continua che la preside non riesce più a fermare. E che rischia di trasformare la scuola di via Brunacci in un «ghetto per stranieri». Per questo il consiglio di istituto ha deliberato un nuovo regolamento: in via sperimentale, a partire da quest´anno, gli alunni di prima verranno distribuiti in maniera più equilibrata fra le tre scuole elementari, indipendentemente dal loro bacino d´utenza. A partire dagli stranieri, che verranno inseriti anche in via Gentilino e via Vigevano (le due sedi con meno immigrati), anche se dovranno fare qualche metro di strada in più per raggiungere la scuola. Una decisione in linea con l´avvertimento del ministro dell´Istruzione Giuseppe Fiorani che, un mese fa, disse: «Quello delle scuole ghetto, di serie B, dove gli italiani non vogliono andare è un problema serio. Abbiamo chiesto ai direttori di vigilare affinché gli studenti vengano ben distribuiti».
Un problema che a Milano, e in molte altre città d´Italia, dovranno porsi in tanti. Soprattutto al Nord, dove il fenomeno dei flussi migratori sta investendo tutte le scuole. «La questione va affrontata insieme ai dirigenti scolastici per trovare criteri comuni di intervento - commenta Anna Maria Dominici, direttore scolastico della Lombardia - Bisogna individuare strade di intervento che non discrimino nessuno, lavorando per reti di scuole. L´iniziativa della Thouar Gonzaga mi sembra molto positiva: dove è possibile, perché le sedi non sono distanti fra loro, indirizzare la scelta delle famiglie può essere una soluzione».
Sulla strada del dialogo si sta muovendo il provveditorato di Milano che a dicembre ha dato il via a un tavolo con i dirigenti delle scuole maggiormente coinvolte nel problema. «La situazione va studiata attentamente per trovare una linea comune - continua il provveditore Antonio Zenga - Le indicazioni del ministero sono chiare: da quest´anno i collegi docenti dovranno fare attenzione a non formare classi in cui il numero dei stranieri superi quello di italiani. Quindi stabilire criteri di ridistribuzione dove è possibile è già un passo avanti».
Ma la scuola Thouar Gonzaga ha deciso di fare di più. «La questione è delicata e va trattata con molta attenzione - spiega Arcangela Mastromarco, maestra elementare da 16 anni distaccata sul progetto di integrazione per gli stranieri - Per questo abbiamo organizzato per martedì una tavola rotonda a scuola con una serie di esperti in materia che risponderanno a tutte le legittime domande delle famiglie che in questi giorni stanno iscrivendo i loro figli nelle nostre scuole. Sarò un momento di riflessione e di confronto anche per capire quello che si sta facendo nelle altre scuole della città».