OLIVETTI

 

  By: PIROPIRO on Lunedì 10 Marzo 2003 12:32

Purtroppo sento un maledetto puzzo di bruciato e un nauseabondo odore di carogna. La puzza di bruciato è il timore di una di quelle operazioni modello Colaninno nel settembre del 1999 che fece crollare i prezzi di tutta la galassia Olivetti Telecom. Il nauseabondo odore di carogna è purtroppo quello della ns. Borsa che non può prescindere dalla galassia Pirelli che ha un peso decisivo sull'indice e che se ci fossero 'FREGATURE' dal piano come reputo probabile, potrebbero affossare in modo definitivo la ns. Borsa. I miei timori sono incentrati su TELECOM RISP. che potrebbe essere buggerato ignobilmente dal piano finanziario di Tronchetti Provera. I fondi possiedono molte Telecom Risp. e ci potrebbe essere la naturale reazione a catena negativa su tutta la galassia se emergessero delle fregature su questo titolo (il fondo Liverpool docet). Concludo con una battuta romagnola: mi sembra che il Sig. Tronchetti Provera voglia 'LEGARE I CANI CON LA SALCICCIA' ma per quanto sia un grande finanziere non è ancora nata persona così grande da riuscire in cotanta opera. Ci pensi non una ma almeno 3 volte, il mercato non perdona gli errori e vista la debole situazione finanziaria in cui si trova, potrebbe essere un errore irrimediabile.

 

  By: Moderatore on Sabato 08 Marzo 2003 16:33

Stock: Olivetti

---Commenti ed Analisi Recenti su OLIVETTI--- MILAN--Olivetti (I.OLV) and Telecom Italia (TI) suspended Mon and Tue ahead of announcement on shortening of TI chain of command. Trader says Olivetti is way overvalued, should be worth EUR0.35 not EUR0.86. "Scared of getting unfavorable merger terms, TI level investors bought into Olivetti last week," traders say.(FGB) MILAN--Camfin, Pirelli, Pirelli & C., Olivetti and Telecom Italia suspended Mon and Tue. Trader says: "I would buy high up the chain if I could today because I'd want my money close to Marco's (Tronchetti Provera)." Adds that people are more inclined to follow story rather than fundamentals because they think dealmakers know "what they're doing and are doing it in their own interests."(FGB). ----------------da WEBSIM 10/03-------------- Venerdì, Pirelli-Olivetti-Telecom Italia hanno fatto sapere che in relazione al progressivo diffondersi di informazioni di operazioni straordinarie su Olivetti e Telecom Italia, ''si comunica che le stesse società hanno dato mandato ai propri legali di valutare le più opportune iniziative, in ogni sede, anche penale, a tutela del pubblico risparmio e della propria immagine''. E' stata poi decisa l'anticipazione dei consigli di amministrazione per l'esame di eventuali operazioni straordinarie al giorno 12 marzo 2003. ---------------da IL CORRIERE 10/03---------- Decolla, in anticipo, il riassetto del gruppo Pirelli-Telecom. Al termine di una due giorni di consultazioni serrate con le autorità di mercato, Borsa italiana e Consob, Pirelli & C., Pirelli, Olivetti e Telecom hanno deciso di anticipare a domani i consigli per l’esame della riorganizzazione del gruppo, previsti per mercoledì. E lo stesso giorno sono stati convocati anche i board di Camfin e di Seat Pg, mentre oggi ci sarà quello di Tim. L’anticipo è stato comunicato ieri sera al termine di un’altra giornata di colloqui avviati dopo la richiesta, inviata venerdì sera alle autorità, di valutare la sospensione dal listino dei titoli delle società coinvolte, fino alla conclusione dei consigli. E la sospensione è stata accordata: Camfin, Pirelli & C., Pirelli, Olivetti, Telecom e Seat PG, saranno escluse dalle negoziazioni oggi e domani per rientrare mercoledì mattina, quando saranno rese note le operazioni. Non è la prima volta che in Piazza Affari avviene una sospensione per due sedute. Era successo nel ’99, proprio con Telecom e Tim, nei giorni in cui Roberto Colaninno annunciò l’Opa sulla società telefonica, e quest’ultima convocò l’assemblea per la fusione con Deutsche Telekom. Ieri, Borsa e Consob sono arrivate a deliberare dopo una lunga mediazione, resa piuttosto complessa dalla rilevanza dei titoli in oggetto. Le azioni sospese, infatti, rappresentano circa il 15% del valore totale di Piazza Affari, e assorbono ogni giorno il 20% degli scambi. Sospenderle avrebbe voluto dire quindi «congelare» per alcuni giorni (la richiesta, prima dell’anticipo, sarebbe stata per 5 sedute) gli investimenti di risparmiatori e fondi comuni, molti internazionali, in un momento in cui eventi come l’improvviso scoppio della guerra in Iraq potrebbero rendere necessario un immediato disinvestimento. Per questo, sarebbe stata presa in considerazione anche l’ipotesi di concludere il lavoro degli advisor del gruppo nel fine settimana e svolgere i consigli lunedì. Alla fine, tra l’esigenza di Borsa e Consob di assicurare il regolare svolgimento delle negoziazioni, e i timori di Tronchetti che la speculazione e le false indiscrezioni potessero avere gioco facile in Piazza Affari e danneggiare gli azionisti, si è arrivati al compromesso. Ma complessa è stata anche la decisione sui titoli da sospendere. Venerdì era stato comunicato un primo anticipo al 12 marzo dei consigli di Pirelli & C., Pirelli spa, Olivetti e Telecom, con l’invito a sospendere queste società. Ieri, invece, nella rosa sono entrate Camfin e Seat Pg. Camfin è la capogruppo, a cui fa capo il 29,8% di «Pirellina», che Marco Tronchetti Provera controlla al 55%, e che dovrebbe varare un aumento di capitale per dotare la controllata delle risorse necessarie alla fusione con Pirelli, ed evitare un’eccessiva diluizione della quota in mano all’imprenditore. La fusione e l’impegno finanziario richiesto saranno invece oggetto dei board delle due società della Bicocca. Con la sistemazione della parte alta delle filiera, sarà avviata anche la razionalizzazione «a valle». E’ prevista una fusione tra Olivetti e Telecom, che avverrà in diversi passaggi. Prima di arrivare all’integrazione, che prevede un diritto di recesso per i soci Olivetti, la holding di Ivrea dovrà aumentare la sua partecipazione in Telecom, con un meccanismo assimilabile a un’Opa parziale. Seat PG, invece, esaminerà il progetto di riorganizzazione delle attività, con la separazione delle Pagine Gialle da Internet, e probabilmente anche il lavoro svolto da Lazard, alla quale è stato conferito un mandato di vendita. OLIVETTI : (Ansa, 6/2) - ..... Quando si parla di riassetto del gruppo, comunque, sono prevalentemente due gli scenari ipotizzati dal mercato: a monte e a valle. Il primo vedrebbe un'unione di Pirelli-Pirellina, rilanciata tra l'altro oggi da alcuni giornali come il tema di cui avrebbe parlato ieri Tronchetti col premier Berlusconi. A rilanciare questa ipotesi, poi, si inserisce anche l'imminente scadenza delle opzioni di acquisto e vendita che legano Pirellina e la holding Bz Group del finanziere svizzero Martin Ebner. Lunedi' prossimo, infatti, Ebner potra' esercitare la sua opzione a cedere la quota residua del 2,5% della Bicocca a Pirellina. Due giorni dopo, il 13 marzo, sara' la volta di Pirelli & C, che potra'decidere se acquistare l'ultimo pacchetto in mano al finanziere in difficolta' e che ha gia' ceduto i diritti di voto relativi a questo ultimo 2,5% a Marco Tronchetti Provera. Un portavoce di Bz, comunque, fa sapere che la decisione in merito al 'put' verra' comunicata lunedi' stesso. Ancora piu' a monte, comunque, sarebbe ipotizzabile anche una fusione di Pirellina in Camfin, la cassaforte della famiglia Tronchetti, che ne detiene saldamente il controllo attraverso la Gpi (al 55,1%). Il flottante della societa', che oggi ha segnato un balzo in borsa del 4,78% (a 3,07 euro) e' piuttosto ridotto (11,7%) e con un esborso di poche decine di milioni di euro l'azienda potrebbe venir ritirata dal mercato facendo passare direttamente a Gpi la quota di Pirellina che oggi fa capo a Camfin (25,1%). L'altro scenario, di cui in realta' si parla da piu' tempo e che viene anche giudicato piu' credibile dal mercato, avverrebbe a valle con un'aggregazione Olivetti-Telecom, divenuta tra l'altro piu' probabile anche dopo l'ingresso di Emilio Gnutti in Olimpia. Proprio in settimana c' e' stato il via libera alla fusione per incorporazione di Holy nella holding cui fa capo il gruppo Olivetti-Telecom, che ha portato la Hopa del finanziere bresciano al 16% di Olimpia. Secondo le ricostruzioni degli analisti, tuttavia, questa operazione porterebbe Olimpia a perdere il controllo scendendo ad una quota inferiore al 10% del capitale della nuova Olivetti-Telecom. In quest'aggregazione a valle della filiera che da Pirellina discende fino a Telecom si inserisce anche un'ulteriore ipotesi a piu' riprese rilanciata dal mercato e rimasta anch'essa del tutto senza conferme: quella di una cessione di Seat Pagine Gialle. La vendita dovrebbe venir realizzata dopo un ritiro della societa' dal mercato (delisting) grazie al lancio di un'offerta pubblica da parte di Telecom, che ne controlla il 54,1%. A questo punto Tin.it finirebbe in Telecom, mentre a Seat resterebbero in dote Buffetti e La7. (ANSA). -------------------------------------------------------- La fusione Olivetti-Telecom di Michele Pezzinga 7 marzo 2003 11.01 ...· Olivetti-Telecom: fusione in vista? L'ora del fatidico accorciamento della catena di controllo nella lunghissima filiera che da Camfin arriva fino a TIM e Seat Pagine Gialle sta per scoccare. Ma come sempre in questi casi, le polemiche e i conflitti di interesse rischiano di sovrastare i benefici delle operazioni in cantiere. L'aspetto curioso della vicenda è che in questo caso manca un ingrediente essenziale per intravedere l'auspicata "creazione di valore": lo sconto che tipicamente le holding presentano rispetto al valore di mercato delle loro partecipazioni. In una struttura a piramide, si tende a perdere valore scendendo lungo la catena perché ogni holding quota a sconto sulle controllate; fondendo le varie scatole si elimina invece questo sconto e si "crea" così valore per tutti gli azionisti, da quelli di maggioranza a tutti gli altri. Qui invece abbiamo una situazione anomala in cui le holding, o almeno quelle interessate dalle voci di accorciamento, sono a premio sulle controllate. Lo è Pirelli & C su Pirelli Spa, anche se di poco (un 10% circa soltanto, secondo le stime dei nostri analisti), ma soprattutto lo è Olivetti su Telecom, e qui si parla di oltre il 100%! Il motivo qui è semplice: trattandosi di un portafoglio munito di leva finanziaria, con il crollo del valore di mercato del portafoglio il valore netto della holding si è contratto in maniera ancor più drastica, fino a farla apparire oggi eccezionalmente sopravvalutata. In teoria, dunque, la catena attuale rappresenterebbe una struttura di controllo ottimale, poiché minimizza l'esborso dell'azionista di controllo e "crea" valore man mano che si scende verso il basso, il contrario di quanto accadrebbe normalmente altrove. · Il guaio è che fondendo Olivetti in Telecom, questo "premio di controllo" pari al 100% del valore di equilibrio del titolo (perché ai prezzi correnti di Telecom, Olivetti dovrebbe valere la metà delle sue quotazioni attuali, se fosse analoga a un qualsiasi portafoglio d'investimento), sarebbe destinato a sparire. Per gli altri azionisti Telecom, coinvolti nella fusione, Olivetti non dovrebbe infatti meritare alcun premio, dunque il concambio dovrebbe divergere in maniera molto netta dagli attuali livelli di mercato, ovviamente a sfavore della holding. D'altra parte, se in una fusione il premio di controllo si perde per definizione, come si fa ad attribuirlo alla ex controllante? Questo è già un primo importante problema che susciterà enormi polemiche tra gli azionisti Olivetti da un lato e quelli Telecom dall'altro. Altri contrasti potrebbero emergere da parte dei portatori di azioni di risparmio: rimarranno tali, e con gli stessi diritti precedenti, ma in concreto potrebbero farsi carico dei 15 mld e passa di euro di debiti che Olivetti porterebbe in dote. Mantenendo un pay-out molto elevato e grazie ad ulteriori risparmi fiscali forse rimarrebbe comunque spazio per mantenere un dividendo in linea con l'attuale, non mettendo a rischio l'elevatissima (quanto inutile, visto l'andamento del titolo...) redditività corrente dell'azione di risparmio. Il punto dolente sarà però che con la fusione il controllo di Olimpia sulla nuova Telecom scenderebbe, nell'ipotesi di conversione a prezzi di mercato, sotto il 12%, e intorno al 15% mettendo insieme le quote dei nuovi alleati bresciani, una percentuale che renderebbe, almeno in teoria, il controllo della società contendibile. In altri termini, il diritto di voto di Telecom tornerebbe ad acquisire valore, a danno della risparmio, il cui sconto potrebbe pertanto ampliarsi nuovamente, dopo la chiusura registratasi nell'ultimo triennio (da oltre il 60 al 30% circa). A beneficiare di un'eventuale fusione saranno inoltre anche i possessori di obbligazioni Olivetti rispetto a quelli Telecom; i rendimenti tenderanno infatti a convergere, con quelli Telecom che potrebbero comunque lievitare a causa dei maggiori debiti apportati da Olivetti. Tanto per avere un'idea, un decennale Telecom rende intorno al 5,2%, quello Olivetti oltre il 6,8%: ipotizzando, molto pessimisticamente, un incontro nell'area 6%, quelli Olivetti avrebbero un buon potenziale di crescita a danno degli altri. Insomma, gli spunti per le polemiche potrebbero essere numerosi; c'è solo da sperare che alla fine non siano tali da provocare un esodo di massa dal gruppo Olivetti-Telecom analogo a quelli che periodicamente si registravano ai tempi della gestione Colaninno, a fronte di proposte considerate "indecenti"... ---------------------- "MF" 8/3/2002 --------------------- ....L’obiettivo del piano è una holding che metta in linea tutte le attività attuali di Pirelli, più l’immobiliare e le tlc. Ma occorrerà mettere mano al portafoglio e accettare una diluizione nella Telecom. Ecco ipotesi, vincoli e insidie nascoste. OliTelecom e SuperPirelli Un debito che non si riesce a ridurre, dividendi che non arrivano agli azionisti di comando, un favorevole rapporto di borsa. In sintesi, sono questi i motivi che stanno spingendo Marco Tronchetti Provera e Carlo Buora, come è stato confermato dal comunicato ufficiale della società emesso nella tarda serata di venerdì 7, e della convocazione dei consigli per mercoledì 12, a riaprire il dossier razionalizzazione della catena di comando che parte da Camfin e finisce in Tim, passando attraverso Pirellina, Pirellona, Olimpia, Olivetti e Telecom. No short term pressure (nessuna pressione per farlo a breve), diceva una diapositiva presentata agli analisti nel recente Telecom day. E invece Tronchetti sta dando nuovo impulso al processo. Solo lui, Buora e gli altri accomandatari di Pirellina (Alberto Pirelli, Carlo Puri Negri e Luigi Orlando) conoscono la visione complessiva del piano, i cui singoli pezzi sono stati commissionati a diverse merchant (Mediobanca, Lehman, Lazard, Merrill Lynch). Ma ricomponendo alcuni elementi si può tentare di capire la ratio che sta dietro al progetto. L’accomandita Pirelli & c. ha due asset fondamentali: il 66% di Pirelli real estate e il 45% di Pirelli spa, o Pirellona. Una fusione secca Pirellina-Pirellona è possibile, ma gli azionisti di comando riuniti nella Camfin vedrebbero scendere molto il loro peso, dipendendo troppo da alleati e amici. Una soluzione alternativa, praticata di recente a Torino tra Ifi e Ifil, può essere il conferimento del 66% di Pirelli real estate alla Pirellona, in cambio di azioni di quest’ultima. Ai corsi di borsa attuali, ciò permetterebbe a Pirellina di salire a circa il 65% nella Pirellona. Un altro passo riguarderà Olimpia. In cui, dopo l’ingresso di Hopa, il prezzo medio delle Olivetti è sceso a 2 euro. Ma dove gravano ancora 3,1 miliardi di debiti. Qui gli interessi si riescono a pagare, ma la riduzione del debito è ardua. Occorre far salire di un livello azionisti e debiti, con una fusione (o uno scambio azionario, visto che Pirellona ha azioni proprie in portafoglio) Pirellona-Olimpia: Benetton, Gnutti ma soprattutto Intesa e UniCredit, in questo modo potranno salire di un piano (e i crediti delle banche sarebbero maggiormente garantiti con il resto degli asset) e si avvicinerebbero anche i dividendi provenienti dalla telefonia. Olimpia ha 3,3 milioni di Olivetti in carico a 6,6 miliardi: meno i debiti (3,1 miliardi) vale sulla carta circa 3,5 miliardi. Se così fosse, i soci (diversi da Pirellona) per le loro Olimpia dovrebbero ottenere circa la metà di 3,5 miliardi di euro in controvalore della Pirellona stessa. Ciò significa che Pirellina scenderebbe a circa il 35% in una SuperPirellona che avrebbe sotto di sé, in linea, le attività (e relativi dividendi) di Real estate, cavi, pneumatici, telecomunicazioni. Resta un particolare non da poco: i debiti. Infatti sommando quelli attuali di Pirellona a quelli in salita da Olimpia, si arriva a 4,6 miliardi. Troppi: i dividendi della Re e di Olivetti-Telecom non basterebbero per servirne gli interessi. Occorre dunque un aumento di capitale per circa 1-1,5 miliardi. Ma qualsiasi fosse la cifra, grazie all’effetto leva, esso implicherebbe un aumento di capitale di Pirellina per il 35% del totale, uno di Camfin per il 10% e, più su, una ricapitalizzazione della Gpi (Tronchetti, Puri Negri ecc.) pari al 5% di quello che sarà il fabbisogno finale. Al proposito, non è da scartare anche una fusione Camfin-Pirellina, più o meno un affare di famiglia se è vero che di Camfin in circolazione ormai se ne trovano ben poche. Fusione normale o fusione inversa? La seconda parte dell’accorciamento è quella che più sta a cuore al mercato, perché riguarda circa il 20% della capitalizzazione di borsa, coinvolgendo Telecom, Tim, Olivetti e Seat. Qui c’è da sfruttare un valore attuale di Olivetti superiore a quello del suo net asset value, ovvero la partecipazione implicita in Telecom, passato, secondo un calcolo di Banca Akros, da poco più di zero al 120% in cinque mesi. Ipotizzando un concambio di sette Olivetti ogni Telecom, Olimpia (o la SuperPirellona) verrebbe a trovarsi con il 15-20% circa della OliTelecom (salvo eventuali pacchetti che potrebbero essere stati rastrellati sotto forma di obbligazioni Olivetti convertibili). Poco? Percentualmente sì, ma in assoluto significa che qualcuno che volesse scalzare Tronchetti (escludendo per amore della ragione ipotesi di opa, che sarebbe a cascata anche su Tim) dovrebbe tirare fuori 3.500 milioni di euro per avere una quota come la sua. Chi può farlo ora? Certamente non le altre telecom europee, tutte o quasi inguaiate. C’è però il rebus sulla modalità di fusione: canonica (Olivetti che incorpora Telecom) o inversa? Dipende molto dall’interpretazione di alcuni cavilli giuridici. Il primo è il diritto di recesso. I due statuti non hanno oggetto sociale identico. Se venisse adottato uno dei due, dicono alcuni, i soci dell’altra società potrebbero invocare il recesso ed essere liquidati alla media degli ultimi sei mesi. E siccome le borse calano, sarebbe un drenaggio preoccupante, tale da consigliare che sia Telecom a incorporare Olivetti (perché il valore di mercato della minoranza è di gran lunga più basso). «Attenzione, gli oggetti sociali di Olivetti e di Telecom non sono poi così radicalmente diversi», sostiene Luca Arnaboldi, managing partner dello Studio Carnelutti, «l’eventuale recesso è possibile ma solo se il cambiamento dell’oggetto sociale è di tale rilevanza da vanificare il diritto del socio ad aver investito in una attività imprenditoriale significativamente diversa». In pratica, i tronchettiani potrebbero sostenere, salvo prova contraria, che lo statuto dell’uno assorba anche quello dell’eventuale incorporata. Oppure potrebbero adattarlo con poche e minori modifiche alle nuove esigenze e difendersi da eventuali impugnative: essendo Olivetti una holding praticamente pura la cui sola esistenza economica è giustificata dall’asset Gruppo Telecom, si può ragionevolmente sostenere che chi ha comprato azioni Olivetti ha di fatto sposato il rischio imprenditoriale insito nell’oggetto di Telecom e, a maggior ragione, l’eventuale viceversa, visto che sotto questo profilo il rischio di una holding attiene solo ai rischi delle attività delle partecipate. Ma non è tutto. In caso di fusione canonica, si imporrebbe l’onere, e soprattutto la complicazione, di creare Olivetti risparmio oggi inesistenti da concambiare con le Telecom risparmio.Ma, sottigliezze politiche a parte, il vero quesito degli investitori Telecom (e Tim) riguarda la politica di dividendi che verrà perseguita dopo la fusione OliTelecom con qualsiasi forma. «Finora Tim e Telecom destinavano quasi tutto l’utile a dividendo, per fare in modo che Olivetti e Olimpia pagassero gli interessi. Con la nuova struttura, che succederà?», si chiede un gestore. Ed è un quesito che Tronchetti farebbe bene a non sottovalutare. «I Benetton, che avevano altre maggioranze e un’offerta cash, hanno dovuto faticare per portare a casa l’ok dell’assemblea Autostrade: che cosa potrà succedere in un’assemblea straordinaria Telecom con Olivetti al 56% e non grandi vantaggi da comunicare ai soci di minoranza? Almeno un messaggio forte sulla politica di dividendi servirebbe», ribatte un altro money manager londinese. -------------------------------------------------------------------- FINANZA E MERCATI ---------------------------------------------- La galassia Pirelli-Olivetti-Telecom si avvia verso il riassetto. Dopo giorni di indiscrezioni e di alti e bassi in Borsa, è questo il senso dei comunicati diffusi ieri sera tardi dalle quattro società della galassia Tronchetti Provera. Che ha deciso la convocazione anticipata dei consigli di amministrazione di Pirelli & C., Pirelli Spa, Olivetti e Telecom. La data fissata è quella di mercoledì prossimo, 12 marzo, all´ordine del giorno c´è l´esame di «eventuali operazioni straordinarie». Rispetto alle tante ipotesi venute a galla negli ultimi giorni l´indicazione delle società coinvolte nell´operazione, al di là delle modalità e degli strumenti che verranno adottati, fa capire che si interverrà nella parte alta della catena di controllo del gruppo, ovvero su Pirellina e Pirellona, lasciando così fuori dai giochi l´azionista di riferimento della holding, ovvero Camfin; e sulla parte bassa, ovvero Olivetti-Telecom. I rapporti tra questi due blocchi e la società collocata nel mezzo, ovvero Olimpia, non saranno invece modificati. Confermando così non solo il pesante carico di debiti, ma anche la struttura azionaria che a fianco di Tronchetti Provera vede presenti i Benetton, Unicredito, Banca Intesa e da poco anche la Hopa di Chicco Gnutti. Le quattro società, che da sole rappresentano circa un terzo del valore dell´intero Mib 30, con le loro note ieri si sono anche preoccupate di sollecitare l´intervento delle autorità di mercato per tutelare gli interessi dei risparmiatori. Le risposte, al riguardo, sono attese prima della riapertura del mercato di lunedì. «In relazione al progressivo diffondersi di informazioni circa operazioni straordinarie» riferite a Pirelli& C. e Pirelli spa, Olivetti e Telecom Italia, due note-fotocopia informano così che «in assenza di decisioni assunte dai competenti organi», «le stesse società hanno dato mandato ai propri legali di valutare le più opportune iniziative, in ogni sede, anche penale, a tutela del pubblico risparmio e della propria immagine. È stata altresì richiesta alle Autorità dei mercati di quotazione dei titoli delle singole Società - che verranno prontamente informate delle iniziative assunte - di valutare l'adozione di ogni più opportuno provvedimento per assicurare il corretto andamento del mercato, ivi inclusa - concludono i comunicati - la sospensione delle contrattazioni». Vedremo come risponderà la Consob, non è comunque da escludere che i quattro titoli in questione possano venire sospesi sino a tutto mercoledì 12. Il mercato, del resto, anche ieri ha scommesso sul riassetto della galassia Pirelli-Telecom e i titoli in Borsa non sono rimasti indifferenti alle indiscrezioni. A Piazza Affari le azioni Olivetti e Pirelli spa hanno chiuso in rialzo rispettivamente dell'1,27% e dello 0,53%, a fronte di una flessione di Pirelli & C. pari al 3,84% e di Telecom Italia del 2,67%. Forte calo anche per le azioni di risparmio Telecom, che hanno lasciato sul campo il 3,92%. Segno che il mercato ha dato credito alle indiscrezioni che parlano di una possibile ricapitalizzazione di Pirelli& C, in vista di un opa su Pirelli spa, e di una fusione per incorporazione di Olivetti in Telecom Italia, con concambi favorevoli alla società di Ivrea. Uno scenario quest'ultimo - stando all´agenzia Radiocor - accreditato anche dai report di alcune case d'affari che sottolineano come una fusione di Olivetti in Telecom, in questo momento borsistico, andrebbe a vantaggio degli azionisti della holding. Paolo Baroni ------------------------------------------------------------------------------------------------------------- AFFARI ITALIANI -------------------------- Signore degli anelli/ Ore decisive per l'accorciamento della catena di controllo del gruppo di Tronchetti Provera. Lo chiamano il Signore degli anelli, perché controlla Telecom attraverso una catena lunghissima di società. Basti pensare che tra la cassaforte Tronchetti Provera Sapa e il colosso telefonico ci sono ben sei società. Alcune quotate, altre no. Il mercato in questi giorni sta scommettendo sull’accorciamento della catena. Ed ecco allora che salgono Camfin-Pirellina-Pirelli, da una parte, e Olivetti, dall’altra. Non salgono, invece, in borsa né Telecom, né Tim; semplicemente perché nel caso di una fusione con Olivetti sono gli azionisti del colosso telefonico a essere svantaggiati. Infatti, come in tutte le catene finanziarie, da sempre il debito sta a monte e la ricchezza a valle. Ed è così anche nel gruppo Pirelli-Telecom. Telecom e, soprattutto, Tim sono macchine per fare soldi. Un mare di cash flow (Tim ha un ebitda del 50%!) che deriva da una posizione dominante nel loro core business. Il problema di Tronchetti Provera è trovare il modo di fare salire questa marea di denaro in Olivetti, ma soprattutto in Olimpia, la scatola con la quale ha lanciato la scalata al gruppo telefonico e che è indebitata fino al collo. Fino ad ora si è ovviato con manovre finanziarie, come quella di un forte dividendo di Telecom e Tim distribuito in anticipo per farlo pesare sul bilancio di Olivetti, che detiene il 55% circa di Telecom. Ma non si potrà andare avanti così. Olivetti è una scatola oramai vuota. Non serve più. L’ideale per Provera sarebbe di fonderla con Tim, con un cash stratosferico che andrebbe così direttamente in Olimpia. Neanche a parlarne. Gli azionisti Telecom, privati della gallina dalle uova d’oro, lo lincerebbero. E allora, si tenta la via della fusione Telecom-Olivetti, ma la strada è fortemente in salita. Telecom sarebbe sfavorita perché porterebbe in dote a Olivetti una forte capacità di fare utili, ereditando il debito della holding, pari a 15,2 miliardi di euro a fine 2002. Inoltre, la fusione porterebbe ad una diluzione del controllo di Olimpia in Olivetti, attualmente al 29% (oltre Provera non può andare, pena l’obbligo di un’opa totalitaria su Telecom e a cascata su Tim). Ai valori attuali, il concambio si aggirerebbe su 6,6 Olivetti per un'azione Telecom. In questo caso, Olimpia rischierebbe di scendere attorno al 10% in Olivetti. Dovrebbe perciò ricomprare azioni per riportarsi attorno al 30%. Un ulteriore esborso impossibile in questo momento. Da scartare anche l’ipotesi dell’opa sulla Telecom, proprio perché Consob obbligherebbe ad un'opa totalitaria sull’intero gruppo. E allora, per Provera non resta che attendere e sperare che i titoli telefonici salgano, con un immediato beneficio al portafoglio della Olivetti. Di tutta la catena, i titoli su cui puntare sono proprio i telefonici. L’accorciamento sopra Olimpia è importante soprattutto per alleggerire la struttura, ma per i piccoli azionisti cambia poco. I titolo coinvolti (Pirellina, Pirelli e Camfin) saranno oggetto di speculazione e di operazioni di arbitraggio sulle ipotesi di concambio, ma le prospettive di Pirelli rimangono immutate. I cavi faticano; le gomme tengono, ma la forte concorrenza non permette alti margini. E prima o poi saranno vendute; c’è da scommetterci. Ecco perché Tronchetti Provera si è buttato sulle telecomunicazioni. E a questi prezzi, Telecom e Tim sono regalate. Lorenzo Masini Edited by - Moderatore on 3/10/2003 15:7:40