secondo me è pazzesco!

 

  By: Vaicru on Domenica 10 Marzo 2013 13:06

Va sottolineato anche l'aumento delle tasse grazie all' imu Tassa che devi pagare però non puoi scaricare e che con questo meccanismo ti costringe a dichiarare utili che di fatto non ci sono però su questi utili virtuali le tasse te le chiedono, eccome!

 

  By: Paolo_B on Domenica 10 Marzo 2013 12:43

mettete il post di Lanci nei migliori.

Lo stato ti da una mano - lanci  

  By: lanci on Domenica 10 Marzo 2013 12:04

Lo Stato ti da una mano Supponiamo che abbiate una fabbrichetta, magari di biciclette, questo vuol dire che il vostro modello di business è un modello ciclico. Supponiamo ora che il consulente di organizzazione aziendale che avete assunto perchè vi dia qualche dritta vi abbia pensosamente spiegato che la vostra struttura economica finanziaria è temporaneamente sbilanciata verso una struttura non efficiente e non efficace del rapporto flussi in entrata rispetto ai flussi in uscita e che di fronte al vostro sguardo catalettico abbia pietosamente riassunto l'articolato concetto in uno stringato : “siete in perdita”. “Già 'o so” dite e allora il megaconsulente vi dice che bisogna tentare di riavviare un circolo virtuoso di riequilibrio della struttura orientato verso l'obiettivo di una maggiore economicità della gestiore operativa del core business. Dopo che con un gesto infastidito egli ha graziosamente scacciato i moscerini che volteggiano entro la vostra cavita orale lasciata aperta, sospira e riassume: “bisogna aumentare i ricavi e diminuire i costi”. “Già 'o so” dite, “già provato, abbiamo tagliato tutto il tagliabile e difatti, con il consenso dei sindacati, ci puliamo l'ano con le falangi per risparmiare sulla carta igienica, il problema è che non c'è modo di aumentare i ricavi, la gente non compra nuove bici, aggiusta le vecchie e aspetta che passi sta crisi” Da quant'è che siete in questa sitazione chiede il consulente, già tre anni dite. Avete provato a chiedere qualche aiuto allo Stato ? Lo Stato non fa niente per noi, rispondete. E' oramai una stuazione comunissima in tutto lo stivale, ma chi scrive queste righe (io) vi deve smentire almeno per una volta, NON E' VERO che lo Stato non fa niente, per le fabbrichette che sono in perdita da almeno tre anni, (2009 – 2010 – 2011) lo Stato finalmente fa davvero qualcosa, infatti vi considera “SOCIETA' DI COMODO”. E c'è di mezzo qualche finanziamento? Anvedi che non sia avvorta bbona. In una certa qual maniera c'è davvero in ballo un finanziamento e per una volta non spetta solo a qualcuno e a qualcun altro no, il finanziamento spetta a tutte le fabbrichette che sono considerate società di comodo perché sono in perdita da almeno tre anni. Il meccanismo è semplicissimo e non c'è finalmente alcuna documentazione da presentare, dovete rispondere ad una semplicissima domanda: “ Siete in perdita nel triennio 2009 2010 2011 ? “ - “ SI ! “ Allora calcolate una certa percentuale, diciamo p. es. a spanne il 5% sulle vostre immobilizzazioni, chessò ad esempio il capannone e i macchinari, facciamo che faccia 50.000, ora su questa cifra ci calcoliamo il 37,5 % che fa 18.750, ecco questo è l'importo del finanziamento che spetta. CHE SPETTA ALLO STATO ! Dovete pagare allo Stato diciottomilasettecentocinquantaeuro di imposte. In other terms, visto che tirate avanti il carretto con i denti aspettando che passi 'a nuttata, e visto che non avete ancora chiuso la baracca dopo tre anni di perdite perché pensate anche ai vostri dipendenti e alle loro famiglie, anche se siete ancora in perdita lo Stato vi chiede cortesemente una trasfusione di 18.750 euro, semplicemente perché, secondo le brillanti menti dei nostri governanti, se siete in perdita da tre anni allora siete considerati società di comodo e allora di sicuro è impossibile una cosa del genere perché gli imprenditori evasori guadagnano sempre e allora ecco che vi mazzoliamo. Un sillogismo semplice ed efficace, n'est ce pas ? Ricapitoliamo ad uso degli adoratori del Moloch (e non faccio nomi per carità di Patria) 1)siete in perdita nel triennio 2009 2010 2011 2)allora siete considerati società di comodo 3)allora il Moloch presume una certa percentuale di redditività sulle vostre immobilizzazioni 4)questa redditività presunta è sottoposta a tassazione 5)siccome siete degli imprenditori incapaci la tassazione IRES del 27% e aumentata al 37% Lo Stato ti da una mano! Per tenerti fermo mentre lui si apposta a tergo. E infine una ultima chicca di questi giorni secondo l'ADE, se siete così fortunati da essere stati in perdita nel triennio 2009 2010 2011 ma nel 2012 avete ottenuto un utile, lo stesso siete considerati società di comodo e l'IRES maggiorata del 37% dovrà essere applicata non solo sul reddito presunto ma sull'intero reddito del 2012. 37% SULL'INTERO REDDITO DEL 2012 (vabbè, una volta che avete scalato dal reddito l'80% delle perdite fiscali degli anni precedenti). Eppoi dice quello che gli imprenditori bisogna arrestarli quando chiudono la baracca e lasciano a casa gli operai per spostarsi in Transilvania, laggiù almeno con l'aglio e la croce ti difendi dai vampiri. Ad Maiora

 

  By: robom1 on Sabato 09 Marzo 2013 18:00

Quel discorso l'avevo segnalato anche io, sarebbe bene puntare sulla cassa depositi e prestiti e farne diventare il vero motore dell'economia. Loro si sono fatti la regolina ad hoc nel trattato di Maastricht: le società pubbliche che si finanziano con pubbliche garanzie ma che coprono il 50,1% dei propri costi con ricavi di mercato e non versamenti pubblici, tasse e contributi possono essere esclusi dal consolidamento del debito pubblico.

la Germania ha occultato il 17% del suo debito - Roberto964  

  By: Roberto964 on Sabato 09 Marzo 2013 12:14

Debito e banche pubbliche: i trucchi contabili della Germania Ieri mi scervellavo su come trovare il modo per finanziare il debito allo stesso taasso che offre la BCE (0.75%) alle B.C. dell'eurozona....qualcuno non l'ha solo pensato... quest'articolo ripreso dal blog "CRISIS" dell'eccellente Debora Billi. dei piccoli stralci che ho evidenziato: "In Germania, spiega Cambi, oltre la metà del sistema bancario è in mani pubbliche. Eesempio: la Commerzbank, secondo istituto tedesco, ha lo Stato come azionista di maggioranza. E «siccome, tramite le proprie banche investe (e massicciamente) nei nostri Btp, lo Stato tedesco, come azionista di maggioranza, lucra sulle nostre sfighe e sul nostro spread: gli basta non comprare i nostri bond, ed ecco che lo spread si innalza». In poche parole, il governo di Berlino «esercita un controllo diretto impressionante sulla nostra politica interna», con manovre finanziarie da centinaia di miliardi. Lo Stato tedesco «è l’azionista di maggioranza di centinaia di istituti bancari di diritto privato ma a capitale quasi totalmente pubblico, che accedono alla Bce allo 0,75%». Quindi Berlino «compra massicciamente titoli tedeschi, tenendo giù i loro tassi di interesse»." <il governo tedesco «ha emesso nel tempo una quantità enorme di obbligazioni: insomma, ha fatto debiti per 430 miliardi di euro> <Con un trucco meramente contabile, che in casi analoghi oltreoceano ha portato a condanne per bancarotta fraudolenta, ^la Germania ha cancellato o, se preferite, “occultato” oltre il 17% del suo debito pubblico»#http://blog.libero.it/lucky340/11965692.html^, dichiara Cambi. «Eliminato questo trucco contabile, il debito pubblico tedesco farebbe un balzo del 20% in in colpo solo, dall’80% al 97%». Ed è solo la punta dell’iceberg di un tipo di “contabilità creativa” «probabilmente più spudorata di quella che è stata imputata alla famigeratissima e disgraziatissima Grecia, che peraltro aveva truccato i conti di un ben più modesto 10%> «Anche in Francia, Hollande (tanto per cambiare) ha appena istituito un ente simile, la Bpi, con compiti simili e una quarantina di miliardi di dote». Altro che fratellanza europea, questi si stanno finanziando sulla pelle dei nostri figli. Qualsiasi istituto di diritto pubblico (una banca nazionalizzata, ad es. MPS) può accedere ai PRESTITI della BCE allo 0,75%....o TUTTI i nostri politici dormono sonni profondi o sono colpevolmente COLLUSI.

 

  By: XTOL on Giovedì 07 Marzo 2013 15:56

in proposito: ^È meglio esportare o importare?#http://www.chicago-blog.it/2013/02/16/e-meglio-esportare-o-importare-di-gerardo-coco/^ ---...Oggi nessun paese vuole una moneta forte perché crede che infligga un danno alla crescita. Convinzione perfettamente in linea con la logica rovesciata della macroeconomia. Per confutarla basta chiedersi se è più conveniente investire i propri risparmi in un paese con valuta forte o debole. Se il prezzo di una valuta si apprezza del 50% rispetto alle altre, il prezzo del petrolio, dei beni strumentali, delle tecnologie e di qualsiasi altra cosa si riduce della metà. In breve tutto il capitale circolante e fisso di una nazione costando meno eleva tutti gli altri valori espressi in moneta. Chi invece investe i risparmi in valuta debole li perderà proporzionalmente all’inflazione monetaria. Un governo che svaluta non incentiverà mai l’innovazione produttiva ma ne incoraggerà l’inefficienza. L’idea di svalutare per surrogare l’inefficienza e credere che in questo modo l’economia possa crescere fa il paio con l’idea, altrettanto balorda, di pensare che l’economia possa essere stimolata dall’inondazione monetaria. È opportuno osservare che la moneta forte non è una prerogativa dei paesi sviluppati, come si crede. Anche il paese più malandato può averla, ma a due condizioni: Prima: che abbia dei vantaggi comparati rispetto ad altri paesi. Secondo: che la sua minore produttività sia compensata da redditi monetari inferiori rispetto a quelli dei paesi importatori. Un paese meno produttivo di un terzo rispetto a altri può vendere i suoi prodotti agli stessi prezzi degli altri e fare pure profitto purché i suoi redditi monetari siano relativamente inferiori di un terzo. Questo spiega, tra l’altro, il motivo per cui la Grecia non può avere una moneta forte. Con salari a livello della Germania ma la produttività di un terzo, adottando la stessa valuta non potrà mai riuscire a esportare per pagarsi le importazioni. Può solo importare ricorrendo a trasferimenti di ricchezza. Naturalmente a spese degli altri paesi. Questo spiega anche perché l’euro non è un’area monetaria ottimale. In un’area ottimale, le importazioni, in termini reali, si pagano con l’esportazioni non con i sussidi. Ma il dirigismo economico non può riconoscere questa verità perché altrimenti dovrebbe rinunciare al controllo politico sull’economia che può essere esercitato solo con lo strumento della bilancia dei pagamenti e di tutti gli altri parafernalia della macroeconomia per ricorrere a svalutazioni, manipolazioni, sussidi, trasferimenti, redistribuzioni, salvataggi, socializzazione delle perdite che portano solo ad un’inefficienza e parassitismo su scala gigantesca.---

 

  By: VincenzoS on Giovedì 07 Marzo 2013 11:09

x Hobi50 Il saldo della bilancia commerciale ed il saldo della bilancia dei pagamenti sono grandezze MACRO. -------------------------- Intanto le grandezze MACRO sono fatte dalla somme di tante grandezze MICRO; non esiste la grandezza MACRO in assoluto se non esistono una miriade di grandezze MICRO. Quello che volevo dimostrare è che la grandezza MACRO può essere totalmente fuorviante se non si analizzano le varie grandezze MICRO per come si formano. Le porto un'altro caso, reale, che riguarda cifre dell'ordine di qualche miliardo all'anno. Nell'azienda multinazionale americana in cui lavoro uno dei più importanti stabilimenti produttivi si trova proprio in Italia e fa capo a una S.p.A. di diritto italiano. Produce praticamente solo per l'export. A seconda di dove risulta conveniente pagare le tasse, in un giro che coinvolge USA, Italia e paese di destinazione finale del bene prodotto, si vengono a verificare differenti situazioni 1) La S.p.A. fattura direttamente al cliente finale; risulta un export di 100 2) La S.p.A., mi sembra per il tramite di una Srl, cede il bene al valore inter-company, diciamo 70, ad una società del gruppo localizzata negli USA o in altro paese, che poi cede il bene ad un prezzo 100 al cliente finale. E' ovvio che in questo caso l'export italiano risulta di 70. Alla fine della giostra, comunque, lo stabilimento italiano ha lavorato per lo stesso numero di ore e sono stati pagati gli stessi stipendi utilizzando soldi forniti dal cliente finale. Ciò che cambia, a seconda dei vari giri, è la quantità di tasse pagate ai vari governi (USA, Italia, paese terzo) e quale di questi governi percepisce le tasse, ovvero nei fatti cambia la bilancia dei pagamenti tra questi tre paesi. Della bilancia commerciale uno se ne può allegramente fregare. E' altresì da notare che succede non infrequentemente che, nel paese di destinazione finale, l'azienda abbia anche dei fornitori, magari la stessa azienda cliente. A quel punto i soldi incassati dalla vendita, dopo avere fatto un giro di tesoreria interna, vengono utilizzati per acquistare ciò che serve, che poi viene spedito dove viene utilizzato con un prezzo di transito alla frontiera che nuovamente dipende dalla convenienza fiscale a farlo entrare a 100 o a 70. Nuovamente una questione di bilancia dei pagamenti e non commerciale. Quello che mi interessava fare osservare nell'intervento precedente è che, a mio avviso, il problema della bilancia commerciale/pagamenti italiana non è dovuto, o meglio non è solo dovuto, al fatto che l'euro ci ha fatto perdere competitività perché è "troppo forte" per noi. Il vero problema è che le nano-aziende italiane non hanno strutture di vendita diretta all'estero e quindi, non vendendo direttamente al cliente finale al prezzo che il cliente finale è disposto a pagare per un certo bene in base alle condizioni del mercato locale, finiscono per vendere a prezzo "italiano" ad un intermediario terzo. Insomma, il produttore di vino italiano se mettesse un suo venditore in Germania, fatturerebbe direttamente 10 € a bottiglia perché quello è il prezzo che il cliente finale è disponibile a pagare in Germania. Non avendo un suo venditore in Germania finisce per vendere a un importatore tedesco che si è piazzato in Italia e a quello vende a 5 € perché questo è il prezzo in Italia. Alla stessa maniera non abbiamo "acquisitori" all'estero che vadano a comprare ai prezzi locali. Fare analisi solo a livello MACRO, che is tratti di bilancia commerciale o di investimenti, porta a conclusioni totalmente sballate come lo sono quelle di Bagnai, di Zibordi o anche di zingales e Boldrin dall'altra parte. Non a caso è noto che gli economisti non ci azzeccano quasi mai se non per puro caso. Cambio, sovranità monetaria, spesa pubblica, sono sicuramente elementi importanti nel determinare il benessere di una nazione. Ma la loro importanza non è intrinseca bensì relativa a come ci si comporta in relazione a un dato insieme di condizioni, ovvero se si adattano i propri comportamenti conseguentemente.

 

  By: VincenzoS on Giovedì 07 Marzo 2013 09:27

x Lelik e TotoTruffa anche Hai mai parlato coi tedeschi in proposito (e credo di sì visto che viaggi per lavoro)? E ripeto: ci credi davvero? ---------------------------------------- I tedeschi sono tra i pochi che ho frequentato molto poco. Comunque ci credo molto poco ma non per i tedeschi, ma per gli italiani visto che la nostra classe politica non sarà mai in grado di fare delle scelte politiche serie. Per questi sarà impossibile anche solo provare a convincerli.

 

  By: Lelik on Mercoledì 06 Marzo 2013 15:52

>Beh penso che convincere i tedeschi sarebbe >facilissimo se ci si mettesse di impegno a >fare una politica economica seria, insomma >tagliare le pensioni in essere, ridurre la >burocrazia, ecc. Vincenzo!!! Sembri una persona seria, tecnica, e sicuramente sei sempre in buona fede. Ma ci credi davvero ad una roba del genere? Per me vuol dire fare come la volpe con l'uva... Hai mai parlato coi tedeschi in proposito (e credo di sì visto che viaggi per lavoro)? E ripeto: ci credi davvero?

 

  By: hobi50 on Mercoledì 06 Marzo 2013 15:48

Vincenzo devo deluderla. Il saldo della bilancia commerciale ed il saldo della bilancia dei pagamenti sono grandezze MACRO. Per giunta concettulmente semplicissime senza che ci sia bisogno di alcuna esemplificazione. Inoltre nell'esemplificazione da Lei fatta si introduce una variabile assolutamente MICRO qual'è l'utile di uno o più operatori ( o classe di essi ). Cosa vuol concludere alla fine della fiera ? Che in seguito agli scambi commerciali gli operatori possono fare utili o perdite ? Bene,accolto. Che l'utile o la perdita degli operatori sono riflessi nei saldi di entrambe le bilance? Bene,accolto anche questo. Hobi Vincenzo ,quando a livello macro si introduce la variabili investimenti si trascura se sono buoni o cattivi ...eppure ,Lei,a buon diritto,può dirmi che , a secondo del caso,esiste una bella differenza.

 

  By: TotoTruffa on Mercoledì 06 Marzo 2013 15:39

Beh penso che convincere i tedeschi sarebbe facilissimo se ci si mettesse di impegno a fare una politica economica seria, insomma tagliare le pensioni in essere, ridurre la burocrazia, ecc. -- Infatti gli stessi bavaresi che non vogliono dare i soldi ai tedeschi del nord li darebbero volentieri a noi ?? Siamo al paradosso più totale.Ecco l'immagine data dai bavaresi che non vogliono più dare soldi al nord.

 

  By: VincenzoS on Mercoledì 06 Marzo 2013 15:36

x Hobi50 Cercare di convincere i tedeschi oppure sbattere la porta in faccia ed uscire dall'euro ? ------------------------- Beh penso che convincere i tedeschi sarebbe facilissimo se ci si mettesse di impegno a fare una politica economica seria, insomma tagliare le pensioni in essere, ridurre la burocrazia, ecc.

 

  By: hobi50 on Mercoledì 06 Marzo 2013 15:05

Non c'è nulla di sbagliato . Purtroppo noi abbiamo aderito ad un'Unione Monetaria con la regola che la Banca Centrale non potesse comprare titoli di stato sul mercato primario e,sul mercato secondario,potesse comprarli solo per ragioni di politica monetaria. Entrambi questi divieti sono GIA' stati aggirati . Allo stato attuale si puo cercare di andare ancora avanti o " rebus sic stantibus " o con altri equivoci e furbizie. Ma,se si vogliono effettuare cambiamenti alle regole, bisogna ottenere l'assenso di tutti i paesi. Curiosamente in Italia ci si affanna a dire quello che conviene alla Germania (?? ). Io non mi iscrivo a questo partito visto che,almeno per il momento ,quello che a noi andrebbe benissimo, e cioè inflazionare a mezzo Bce ,non va bene ai tedeschi. Sfortunatamente non siamo i soli in Europa ad usare l'euro e ,di conseguenza ,dobbiamo scegliere tra la mer.da e la mer.da Cercare di convincere i tedeschi oppure sbattere la porta in faccia ed uscire dall'euro ? Hobi

 

  By: VincenzoS on Mercoledì 06 Marzo 2013 14:21

x Hobi50 Non so se quel docente della Bocconi ha detto castronerie. Sicuramente però la castroneria l'ha detta Lei quando ha contestato l'affermazione della suddetta riguardante l'export portando dei SALDI tra Export e Import. ----------------------------------------------------- Hobi, Lei che è una persona dotata di buon senso, può avere la cortesia di spiegare megli di come posso fare io che il saldo della bilancia commerciale può essere totalmente fuorviante e che quello che conta è la bilancia dei pagamenti? Può anche spiegare che tutte le castronerie che si dicono a proposito dell'euro che distrugge la competitività italiana sono altrettante castronerie e che quello che conta sono le modalità dell'import-export? Mi spiego con un esempio, peraltro già fatto in altro post riferendomi, in quel caso, a una storia vera. Mettiamo che io c'abbia 50000 euro da investire. Vado da un produttore di vino che in Italia vende il suo vino a 5 euro a bottiglia (in Italia il vino costa poco, si sa), ne compri 10000 bottiglie e lo carichi su un TIR portandolo in Germania. Ai fini contabili quindi si registrerà un export di 50000 euro, tanto quanto io ho pagato il vino in Italia. Arrivato in Germania, siccome lì il vino italiano è merce più rara che non in Italia, lo riesco a vendere a 10 euro la bottiglia, ricavando in tutto quindi 100000 euro. A questo punto, non contento del profitto di 50000 euro cos' realizzato, compro wurstel originali tedeschi a 5 euro al kilo. Si sa, da quelle parti i wurstel sono uno dei cibi base e quindi costano abbastanza poco. Ne posso comprare quindi 20000 kili. Li ricarico sul TIR e torno in Italia. Ai fini contabili si registrerà una importazione di 100000 euro di merce, con un saldo negativo di 50000 euro. Arrivato in Italia, dove i wurstel originali tedeschi sono merce rara, li riesco a vendere a 10 euro al kilo, realizzando quindi, alla fine, 100000 euro di profitto complessivo. Se è vero che la bilancia commerciale ha registrato un disavanzo di 50000 euro, quella dei pagamenti è a zero, perché non un singolo euro è uscito dall'Italia ed entrato in Germania o viceversa. Il mio profitto è assolutamente indipendente dalle ragioni di cambio ma nasc solo e soltanto dal rapporto dei prezzi di vendita del vino e dei wurstel che sono a favore del vino in Germania e a favore dei wurstel in Italia, stante la relativa scarsità dei vari beni nei due paesi. Ciò che frega l'Italia è, in larga misura, l'assenza di strutture di vendita diretta all'estero (e di riacquisto all'estero) delle merci. In altre parole il nostro produttore di vino vende, in Italia e quindi a prezzi italiani, a un tedesco che quindi provvede lui a spedire in Germania e a farci poi il profitto. Viceversa compriamo i wurstel da un esportatore tedesco che si è piazzato in Italia e vende al prezzo italiano e non a quello tedesco. Ma, si sa, capire le cose semplici è troppo difficile. Meglio elucubrare su grafici e sovranità monetaria.

 

  By: inggrig on Mercoledì 06 Marzo 2013 14:17

Hobi, lei che mi sembra ben ferrato, le faccio una domanda da profano e spero voglia rispondermi. Io è un po' che leggo i vostri poste sto cercando di farmi un'idea della situazione. L'Italia, come dice il buon Zibordi ed anche i dati su internet, ha un'avanzo primario positivo da diversi anni, a parte il 2009. Il suo problema è la spesa per interessi. Con la spesa per interessi attuale siamo fottuti. Abbiamo provato il fiscal compact, ma per ogni punto di debito perdiamo 1,5% di PIL e pertanto la cosa non funziona, detto da Telegraph ( Pritchard), Stiglitz Krugman, FMI, e osservato direttamente da tutti noi. Se simao fottuti prima o poi salta anche l'EURO e pertanto tutta l'architettura europea, quindi è interesse di lungo periodo di tutti i Paesi UE che l'Italia si risani. Chi determina i nostri tassi di interesse è o può essere la BCE, come lo è la FED per gli USA o le altre banche centrali per Giappone ed Inghilterra. Bisogna pretendere che la BCE tenga bassi i rendimenti dei nostri titoli, oltretutto farlo non è una spesa poichè il debito noi lo stiamo pagando ed in questo modo potremo anche ridurlo. Pertanto si minaccia: o riducete i tassi o usciamo dall'euro. Poi c'è il problema della bassa produttività e dello stato che non funziona e quello è un'altra gata da pelare. Cosa c'è di errato in questo ragionamento ?